Sversamento degli idrocarburi in mare e disastro ambientale sono fenomeni complessi. Lo ha affermato il dirigente della Protezione civile regionale, Nicola Lopane, mentre si raccolgono i dati dell'esercitazione contro il rischio di spiaggiamento delle sostanze nocive fatta a due miglia dalla costa di Lesina, in provincia di Foggia. Prossimo appuntamento sarà il 24 maggio al Consiglio regionale della Puglia, durante il quale saranno analizzati i punti di forza e di debolezza dell'intera operazione.
L'esercitazione
L'esercitazione, soprannominata "Oil Spill" ha simulato lo scorso 5 maggio una grande perdita in mare di idrocarburi da una nave e la successiva attivazione del sistema della Protezione civile regionale, sia per le operazioni via mare, sia via terra.
Il fine dell'operazione è stato quello di testare la capacità di risposta delle forze di primo intervento, delle protezione civile e dei volontari, chiamate per una mobilitazione importante per ovviare a un potenziale disastro ambientale, soprattutto in zone costiere interessate da intensi traffici marittimi.
Non una scelta casuale
La scelta di Marina di Lesina non è stata casuale. Infatti la località balneare era già stata teatro, 35 anni fa, dello spiaggiamento della Eden V, ora un relitto sulla spiaggia, un ricordo indelebile di quell'incidente. «La Puglia, con i suoi 850 chilometri di costa, è una delle regioni più esposte a questi rischi - ha detto ancora Nicola Lopane - e una delle prime, anche come Protezione civile, a dotarsi delle attrezzature specifiche per questo rischio».
Il progetto
L'esercitazione "Oil Spill" è stata organizzata dalla sezione Protezione civile della Regione Puglia, partner del progetto "Interreg Italia-Croazia Firespill". All'evento hanno collaborato il Dipartimento della Protezione civile nazionale, la Prefettura Utg di Foggia, la Capitaneria di Porto di Manfredonia, la Direzione marittima della Guardia costiera di Bari.