Niente tamponi prima della Maturità e in vista degli esami di terza media. I test invocati nelle scorse settimane dai sindacati della Scuola non si faranno. Secondo il ministero dell’Istruzione, “non sembrano necessari e oltretutto andrebbero ripetuti nelle varie fasi degli esami”. È molto probabile, invece, che in vista degli esami di Stato che in Puglia vedranno misurarsi più di 42mila studenti delle superiori, la seconda dose di vaccino Astrazeneca per i docenti impegnati come commissari agli esami sia posticipata. E qualora la seconda vaccinazione sia stata comunque eseguita, il docente potrà collegarsi alla sessione d’esame da remoto. Le indicazioni sono emerse sabato nel corso del confronto tra i sindacati della scuola e il ministero dell’Istruzione in vista del rinnovo del protocollo di sicurezza i per gli esami di maturità e di terza media. Un impianto di misure di sicurezza e regole anti-contagio che in linea di massima ricalca quello dello scorso anno.
Le regole per la Maturità
Alle superiori si comincia il 16 giugno. E nei fatti resta confermato l’arrivo a scuola 15 minuti prima della convocazione per il maxi-colloquio orale, la misurazione della temperatura e l’uscita subito dopo gli esami. Durante la discussione orale dell’elaborato - unica prova d’esame prevista - è consentita inoltre la presenza di un solo accompagnatore. Stessa misura che potrebbe essere adottata anche per l’esame di terza media che sarà ridotto, ma in presenza. Si dovrà mantenere, inoltre, la distanza di almeno due metri dalla commissione d’esame. E per la durata del colloquio sarà obbligatorio per tutti utilizzare la mascherina. A differenza dello scorso anno, tuttavia, non saranno sufficienti le mascherine di comunità considerate “fuorilegge”. Per l’esame è previsto solo l’uso di mascherine certificate fornite dalle scuole al personale scolastico e agli studenti oppure le mascherine Ffp2.
Ddi a scelta: ancora polemiche in Puglia
Nonostante all’ultima campanella manchino solo quattro settimane, in Puglia continua comunque a tenere banco la questione legata alla Ddi (Didattica digitale integrata) a scelta, prevista a mezzo ordinanza dal governatore di Puglia Michele Emiliano lo scorso 23 aprile. Opzione che di fatto ha “desertificato” le aule degli istituti scolastici della regione. Soprattutto quelle delle superiori. Dallo scorso 26 aprile, infatti, solo il 10% degli studenti del secondo ciclo – comprese le quinte classe delle superiori – ha optato per la didattica in presenza. Il resto, circa 90 su 100, ha preferito continuare a seguire le lezioni da casa in remoto. Percentuale di assenza dai banchi di scuola allarmante, secondo dirigenti scolastici e organizzazioni sindacali. Ma sul punto nei giorni scorsi sono intervenuti anche gli avvocati della Camera Minorile delle province pugliesi, i quali hanno inviato una lettera-aperta al ministro della Salute Roberto Speranza, dell’Istruzione Patrizio Bianchi e ai loro omologhi regionali, Pier Luigi Lopalco e Sebastiano Leo oltre al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «La Didattica a distanza prolungata, senza una comprovata necessità, sta producendo dei danni enormi - hanno denunciato - La Puglia è l’unica regione italiana che, in deroga alla normativa nazionale in tema di frequenza scolastica, consente ancora alle famiglie di optare o meno per la didattica a distanza». Dunque, l’istanza al governo: «Sospendere immediatamente l’ordinanza regionale sopra richiamata e di adoperarsi sin da ora affinché sia garantita, dal prossimo mese di settembre, la regolare ripresa delle attività didattiche».