Esame di maturità, si cambia di nuovo: commissari esterni e seconda prova. Tutte le novità

Esame di maturità, si cambia di nuovo: commissari esterni e seconda prova. Tutte le novità
di Giuseppe ANDRIANI
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Venerdì 6 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 04:36

L’esame di maturità torna al pre-covid. Giuseppe Valditara lo aveva annunciato prima di Natale, e qualche giorno fa ha poi inviato una circolare ai dirigenti scolastici e ai direttori generali degli Uffici scolastici regionali per spiegare le linee guida dell’esame di Stato del 2022/23. La nota informativa chiarisce che «l’esame tornerà a essere configurato secondo le disposizioni normative vigenti», che furono aggiornate nel 2018. L’unica eccezione dovrebbe essere quella legata ai Pcto, la vecchia “alternanza scuola-lavoro”, «per i quali la pandemia - si legge nell’informativa del ministro - ha creato difficoltà nello svolgimento delle attività e in taluni casi il mancato raggiungimento del target orario previsto». Non si toccano, invece, gli Invalsi, propedeutici all’ammissione all’esame. 
L’attuale legge sulla maturità fu varata dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli nel 2017. Da allora a oggi i ministri che si sono susseguiti sono cinque, Valditara più che fare un passo indietro è il primo a tirar fuori la scuola dall’emergenza della pandemia. L’esame sarà strutturato in due prove scritte (torna quindi la seconda prova, che era mancata nell’era covid) e una orale. La prima prova sarà quella di Italiano, da “notte prima degli esami” e tracce nazionali. La seconda sarà «su una o più materie caratterizzanti» che verranno annunciate dal Ministero nel giro di una ventina di giorni al massimo. Per il voto (massimo 100, minimo per essere promossi 60) 20 punti a testa per prima, seconda prova e colloquio orale e quaranta invece derivanti dal credito scolastico. L’altra grande novità è sulla commissione, che torna anche in questo caso alla normativa pre-pandemia: un presidente sempre esterno all’istituto scolastico, tre commissari (docenti) interni e tre esterni. Negli ultimi anni, invece, la commissione era interamente interna anche per evitare complicate situazioni di contagio. 
Sull’orale qualche indicazione arriva dalla nota informativa ma il tutto verrà chiarito anche in una prossima lettera alle scuole: «Il colloquio si svolgerà in chiave multi e interdisciplinare al fine di valutare la capacità dello studente di cogliere i nessi tra i diversi saperi collegandoli opportunamente tra loro e sarà finalizzato ad accertare il conseguimento del profilo culturale, educativo e professionale».

I commenti

La “nuova vecchia” formula della maturità, però, non soddisfa a pieno studenti e docenti. «Non si può essere d’accordo - spiega Andrea La Mura (studente di Statte, al quinto anno al Tito Livio di Martina Franca) -. Non è possibile giudicare il percorso scolastico di uno studente attraverso un esame finale decisivo che prende il via da documenti estratti a sorte, per giunta con una commissione giudicatrice composta per la metà da esterni che dell’esaminato conoscono solo i voti. È un ritorno al passato che tuttavia non tiene conto del periodo pandemico e delle relative difficoltà didattiche che la scuola ha attraversato e che noi studenti abbiamo subito, ritrovandoci spesso con lacune su parti importanti dei programmi didattici. Inoltre è inaccettabile che come requisito di acceso all’esame ci sia lo svolgimento delle prove invalsi». Gli studenti auspicavano un mantenimento della prova del giugno 2022, che sembrava una via di mezzo tra il vecchio e il nuovo esame di maturità. 
«Il ministro non ha fatto i conti con il covid ancora presente nelle scuole, con il mondo studentesco e con il sindacato. Pertanto tutto mi sembra in alto mare», dice Vito Cristofaro, ex docente dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Panetti Pitagora” e attuale vice preside del paritario “Volta” di Bari. 
«Io credo che giudicare un ragazzo da un esame sia fuori dal tempo - aggiunge Nicoletta Lattanzio, docente di lettera dell’Itis Giorgi di Brindisi -. Secondo me andrebbe abolito, ma in ogni caso trovo non corretto un esame con dei componenti esterni in commissione, che dei ragazzi che valuteranno conoscono davvero poco. E poi c’è anche un fattore di merito: l’esame di due anni fa era evidentemente più semplice, quindi chi ha sostenuto la maturità due anni fa magari ha preso 100 più facilmente e adesso troverà lavoro prima rispetto a chi quest’anno prenderà 90. C’è un governo nuovo, mi aspettavo una nuova legge sull’esame, non il ripristino della vecchia». Ma Valditara va spedito sulla sua strada: entro fine mese annuncerà quali saranno le materie caratterizzanti scelte per la seconda prova.
 

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