Dal caso Eriksen ai campetti di calcio e alla scuola: cosa insegna l'episodio per le realtà locali

Dal caso Eriksen ai campetti di calcio e alla scuola: cosa insegna l'episodio per le realtà locali
Dal caso Eriksen ai campetti di calcio e alla scuola: cosa insegna l'episodio per le realtà locali
di Alessio PIGNATELLI
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Lunedì 14 Giugno 2021, 05:00

Minuto 43 della partita tra Danimarca e Finlandia. Christian Eriksen va incontro a una rimessa laterale, anziché stoppare il pallone sembra incespicare. In realtà, crolla. Dopo qualche attimo, i suoi compagni in campo capiscono la situazione. Il talentuoso giocatore dell’Inter è esanime sul terreno di gioco. Privo di sensi. Il capitano della nazionale danese Kjaer si precipita dal compagno: gli apre la bocca per tirare fuori la lingua e non farlo soffocare. Cala il terrore nello stadio ma quella manovra del capitano risulterà fondamentale. E altrettanto decisivo sarà calare quell’esempio sulle realtà locali: tra i campetti di calcio, tra i giocatori della domenica, a scuola magari. La prevenzione e la formazione, insomma, diventano strumenti rilevanti negli ambienti quotidiani come sostengono il presidente di Coni Puglia, Giliberto e l’assessore regionale alla Scuola Leo.

Le immagini hanno fatto il giro di tutto il mondo. Angoscianti ma, fortunatamente visto l’esito, emozionanti. Quello che ha fatto Kjaer - altra conoscenza del nostro campionato in forza al Milan - è stato determinante. Lo hanno detto i principali esperti di materia sanitaria legata allo sport ma è, ovviamente, un caso che può capitare in vari contesti. La formazione, i riflessi, la prontezza hanno fatto la differenza. Piccolo particolare: Kjaer sposta il compagno Maehle che stava provando a fare la stessa manovra ma evidentemente con difficoltà. Insomma, la risolutezza è stata decisiva. Poi, chiaramente, sono stati i medici, il defibrillatore, la corsa in ambulanza a completare il quadro.

«Prevenzione è fondamentale»

 

Ma l’esempio è da calare anche nelle realtà locali e la formazione diventa basilare, come spiega Angelo Giliberto presidente Coni Puglia. «C’è la massima convergenza sulla formazione dei giovani medici, lo facciamo tramite la scuola regionale dello sport e lo facciamo con la medicina dello sport che è una delle 44 federazioni. Ci sono corsi frequenti di primo soccorso e negli ultimi quindici mesi parecchia attenzione è stata dedicata anche ai traumi post covid».

L’Italia è sempre stata molto severa per quanto riguarda la prevenzione e il caso Morosini - il 14 aprile 2012 moriva in campo il calciatore 25enne durante Pescara-Livorno - ha accentuato e innalzato la soglia d’attenzione: «Il ministero della Salute informa la medicina dello sport nazionale e a catena in nostri presidenti regionali recepiscono queste direttive per la formazione - prosegue Giliberto - poi ci sono le federazioni che agiscono di per sé ampliando e dando più capillarità sul territorio. La prevenzione cardiovascolare è sotto l’attenzione di tutti soprattutto a livello giovanile.

Viene applicata bene perché questa è una battaglia voluta anche da Coni Puglia da quando iniziavano le corse su strada. Si è data priorità al certificato medico sportivo, condizione primaria per poter accedere a qualsiasi tipo di sport. Poi ci sono altre certificazioni più specifiche ovviamente».

Un ragionamento che vale anche per altri contesti. A partire dalla scuola, comparto soggetto a possibili eventi e dove la velocità e la conoscenza possono fare la differenza. Per l’assessore regionale alla Scuola, Sebastiano Leo, l’episodio durante gli Europei può essere da sprone a fare ancora di più: «Gran parte delle scuole pugliesi è dotata di defibrillatore, il problema è che poi bisogna avere persone esperte che lo sappiano usare. Si dovrebbe fare di più, questo può essere un input per migliorare. Anche perché la scuola è il presidio più importante della Repubblica per l’inclusione, la legalità e deve essere un avamposto importante per la salute». La regione Puglia ha istituito dei progetti scolastici inerenti all’alimentazione, alla salute. «Già si fa tanto partendo dalle primarie - conclude Leo - Anche la formazione del personale scolastico è un obiettivo ma si tenga conto che è oberato di tante incombenze: certo è un tema importante che va affrontato ancora con più efficacia»

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