Eolico offshore in Puglia: tanti progetti e istanze nel mar Adriatico e nello Ionio. La mappa

Eolico offshore in Puglia: tanti progetti e istanze nel mar Adriatico e nello Ionio. La mappa
di Alessio PIGNATELLI
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Giovedì 19 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:00

Una corsa per conquistare l’Eldorado. Il nuovo Eldorado. È l’oro blu, il mare che bagna la Puglia da entrambi i lati e che fa gola a diversi big player dell’energia per la realizzazione dei parchi eolici offshore. Nel segno dell’energia green, Adriatico e Ionio - e non solo, perché anche le altre coste italiane sono interessate dal fenomeno - sono presi d’assalto con richieste di autorizzazioni, progettazioni e realizzazioni di impianti.

Un paio di premesse sono d’obbligo. Innanzitutto, solo nel corso del 2022 sono arrivati al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica progetti per parchi eolici galleggianti per poco più di 19 gigawatt.

Questo per spiegare come la questione sia talmente in divenire che - e si arriva al secondo punto - tracciare una mappatura definitiva è parecchio complesso. In più, in alcuni casi, nelle richieste presentate la documentazione non consente di chiarire la localizzazione esatta e la tecnologia scelta. E la stragrande maggioranza è rappresentata ancora da presentazioni di progetti: l’iter dunque è ancora lungo per la realizzazione effettiva.

I progetti

Partiamo dall’ultimo progetto che è anche uno dei più imponenti. Plenitude (gruppo Eni) e Simply Blue Group hanno presentato alle autorità competenti “Messapia”, situato a circa 30 chilometri dalla costa di Otranto: avrà una capacità complessiva di 1,3 Gw e potrà fornire annualmente una produzione di energia di circa 3,8 Twh (Terawattora). “Lupiae Maris” è l’altro eolico offshore al largo delle coste della Puglia, fra Brindisi e Lecce: il 30 dicembre scorso la joint venture italo-svizzera ha depositato richiesta di Valutazione di Impatto ambientale al ministero dell’Ambiente per ottenere il rilascio dell’autorizzazione unica alla costruzione e all’esercizio dell’impianto. L’obiettivo è dar vita a un progetto eolico offshore galleggiante in Puglia, con 35 turbine e una potenza complessiva di 525 megawatt, fra le coste di Brindisi e Lecce.

«La questione cruciale dello sviluppo delle rinnovabili e dell’eolico offshore in mare è che queste ultime sono meno impattanti dell’eolico a terra - osserva Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia - è importante che ci sia una partecipazione ampia della cittadinanza attraverso una corretta informazione sull’impatto ambientale e sociale. E poi è importante che ci sia una pianificazione delle opere».

Spostandosi più verso Brindisi, la società Iron Solar ha formalizzato la richiesta di concessione demaniale di un’area a mare che si estende su una superficie di un milione e 710mila metri quadri al largo dei comuni di Brindisi, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Squinzano, Trepuzzi, Lecce e Vernole: 40 aerogeneratori flottanti da 14 megawatt ciascuno, una potenza complessiva di 560 megawatt. Falck Renewables con BlueFloat Energy vorrebbe realizzare di fronte alle coste che vanno da Brindisi a San Cataldo (a distanze comprese tra 8,7 e 21,9 chilometri) il parco eolico offshore galleggiante “Kailia” con 98 aerogeneratori, per una capacità complessiva di 1,2 gigawatt. La stessa società realizzerebbe un parco gemello “Odra” di fronte alle coste leccesi, tra Porto Badisco e Santa Maria di Leuca. Altro parco eolico molto importante è quello ideato da Tg Energie Rinnovabili: prevede 95 aerogeneratori per una potenza complessiva di 1.425 megawatt, da realizzarsi oltre le 12 miglia nautiche dalla costa tra Brindisi, Torre Cavallo e Cerano. Più piccolo l’impianto della società Geoambiente che immagina 60 aerogeneratori, per una potenza complessiva di circa 600 megawatt, al largo delle coste di Brindisi, Savelletri, Monopoli, Bari, Giovinazzo, Molfetta e Bisceglie. Il progetto targato Fred Olsen Renewables conta 39 turbine eoliche a circa 25 chilometri dal litorale brindisino. Più grande, invece, l’altro parco eolico offshore, denominato “Bluwind Brindisi”, previsto dalla società Wind Energy Brindisi. In questo caso, si tratta di «56 aerogeneratori di potenza nominale di 15 megawatt cadauno per una potenza nominale complessiva totale installata pari a 840 megawatt ad una distanza compresa tra i 22,5 chilometri e 26 chilometri dalla costa di Brindisi».

Tra Bari e Bat sono diverse le richieste a partire dall’impresa salentina “Recupero Ecologico Inerti” che vorrebbe realizzare 60 turbine eoliche galleggianti per una potenza complessiva di 840 megawatt oltre le dodici miglia nautiche dalla costa. C’è poi “Hope s.r.l.” di Bari con un impianto da 80 aerogeneratori per potenza complessiva di 600 megawatt da Barletta a Bari per un’estensione di 400 ettari di superficie marina). Ulteriori 930 megawatt potrebbero arrivare da “Apeneste”, con 61 aerogeneratori flottanti da disporre tra i territori di fronte Andria e Barletta. C’è poi il procedimento firmato “Regolo Rinnovabili” tra Giovinazzo e Barletta: riguarda la costruzione di 34 aerogeneratori eolici a 12 miglia dalla costa, per una capacità complessiva di 504 megawatt. Si sale fino al Gargano e si arriva a Vieste: a ottobre 2022 una richiesta di concessione demaniale è stata depositata dall’azienda “Nereus Srl”, società del gruppo Nexta Capital Partners. L’area individuata si trova nello specchio di acqua a Sud del Gargano, a est di Vieste, e il parco occuperà uno specchio acqueo di circa 6,7 milioni di metri quadri e punta ad ospitare 147 aerogeneratori con una potenza complessiva di ben 2.205 megawatt.

Infine, il Mar Ionio. Anche davanti a Taranto si staglia il parco eolico di “Renexia” che fa capo al gruppo Toto: è costituito da dieci turbine da 3 megawatt installate in prossimità di una diga frangiflutti situata davanti alla banchina del porto industriale. L’installazione è stata ultimata lo scorso aprile ed è in grado di assicurare una produzione annua di energia elettrica di oltre 58 Gwh, sufficiente a soddisfare la domanda di circa 60mila persone.

La politica

Su questo quadro si interroga ovviamente anche la politica. Secondo il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani, «siamo sotto assedio, la Regione si batta per delimitare le aree marine da interdire alle centrali del vento»; mentre di diverso avviso è Fratelli d’Italia che invita la Regione a non fare battaglie ideologiche. Infine, la proposta del capogruppo consiliare di Forza Italia, Paride Mazzotta: «Non siamo iscritti al partito del “no” a prescindere, ma ogni dubbio diventa granitico se le rinnovabili ci pongono dinanzi al bivio se devastare o meno dei tratti costieri di straordinario pregio paesaggistico. Serve aggiornare e riformare il Piano Energetico Ambientale Regionale e la mappatura dei siti idonei che ben potrebbero mettere al riparo le zone più di pregio del territorio».

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