Energia, senza gas l'alternativa del carbone. Il ministro: «Agiremo sulle centrali già in funzione». Il futuro della centrale di Brindisi

Energia, senza gas l'alternativa del carbone. Il ministro: «Agiremo sulle centrali già in funzione». Il futuro della centrale di Brindisi
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Mercoledì 9 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 14:16

Il governo continua a valutare un ritorno al carbone in caso di problemi di approvvigionamento energetico per la guerra in Ucraina. E il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani si sbilancia sul possibile futuro della centrale di Brindisi. «Non riapriremo le centrali chiuse - ha detto -, ma per quanto riguarda quelle già in funzione come Brindisi o Civitavecchia, si potrebbe mandarle a pieno regime».
La posizione del governo sul possibile ritorno al carbone era stata già annunciata dal premier Mario Draghi alcuni giorni fa, durante la sua prima informativa in Parlamento sulla guerra in Ucraina. «In caso di emergenza non escludiamo il ritorno al carbone», aveva detto il presidente del Consiglio. E ieri è stato lo stesso Cingolani a tornare sull’argomento, rispondendo alle domande sulle prospettive sul fronte energetico in caso di prolungamento del conflitto e, soprattutto, in caso di problemi di approvvigionamento dal gas russo. 

L'obiettivo del governo


«Stiamo lavorando per affrancarci dal gas russo in 24-30 mesi», afferma il ministro. «Noi dalla Russia importiamo ogni anno all’incirca 29 miliardi di metri cubi di gas, che sono approssimativamente poco più del 40% del gas che importiamo. Questi vanno sostituiti e al momento abbiamo fatto un’operazione estremamente rapida ed entro la primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altri fornitori in altre zone del mondo», spiega Cingolani. Quindi, prosegue, «rimane poco meno della metà e su questo stiamo lavorando con degli impianti nuovi di rigassificazione, altri contratti di lungo termine, rinforzo delle nostre infrastrutture e quindi ragionevolmente 24-30 mesi dovrebbero consentirci di essere completamente indipendenti per sostituire questi 29 miliardi di metri cubi che arrivano dalla Russia».  
L’obiettivo del governo è insomma quello di essere più rapidi possibile nel diventare autonomi rispetto alle forniture attuali. Ma «se dovesse, per qualche motivo, essere interrotta completamente la fornitura di gas dalla Russia le nostre riserve attuali e il piano di contingenza di emergenza che abbiamo fatto ci darebbero comunque un tempo sufficientemente lungo per arrivare alla stagione buona», ha ricordato Cingolani. «Abbiamo ancora un po’ di stoccaggio, abbiamo altre situazioni che possono essere messe in funzione».

Il ruolo del carbone

Ed è qui che entra in gioco il carbone, ed è qui che  entra in gioco anche Brindisi. «Stiamo ragionando in un’emergenza epocale», premette il ministro. «Le centrali a carbone? Parliamo solo di quelle centrali, come Civitavecchia e Brindisi che sono ancora in funzione e si potrebbero mandare a pieno regime.

Non riapriamo nulla, non riapriamo le centrali che sono chiuse perché l’impresa non varrebbe la spesa. Si tratta semplicemente di una possibilità in caso di emergenza molto più forte di quella attuale e limitata nel tempo, perché io penso che se stacchiamo la luce alle persone, a un certo punto anche le persone cominciano a dire che forse per un certo periodo è possibile procedere in contingenza». 

L'Europa


Anche l’Europa, intanto, pensa alle contromisure. La Commissione Europea presenta lo schema di un piano per rendere l’europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, a cominciare dal gas. Il piano “RePOwerEu”. Per la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, «dobbiamo diventare indipendenti da petrolio, carbone e gas russo. Semplicemente non possiamo fare affidamento su un fornitore che ci minaccia esplicitamente. Dobbiamo agire ora per mitigare l’impatto dell’aumento dei prezzi dell’energia, diversificare la nostra fornitura di gas per il prossimo inverno e accelerare la transizione verso l’energia pulita. Prima si passa alle energie rinnovabili e all’idrogeno, combinati con l’efficienza energetica, prima saremo veramente indipendenti e potremo gestire il nostro sistema energetico».

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