Primarie Pd del 2017, indagati Emiliano e il suo capo di Gabinetto

Michele Emiliano
Michele Emiliano
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Mercoledì 10 Aprile 2019, 21:13 - Ultimo aggiornamento: 21:21
Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, è indagato con il suo capo di Gabinetto Claudio Stefanazzi e altre tre persone per una vicenda che riguarda la campagna per le primarie nazionali del Pd del 2017. I reati ipotizzati sono di abuso d'ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità e false fatture.
L'indagine della Guardia di Finanza di Bari, coordinata dal procuratore aggiunto Lino Giorgio Bruno, coinvolge tre imprenditori, due di una azienda barese che avrebbe finanziato con 65mila euro parte della campagna elettorale per le primarie del Pd del 2017 e un altro, titolare della agenzia di comunicazione, creditrice della somma, che curò quella campagna. Nell'ambito dell'indagine, i finanzieri baresi oggi hanno acquisito documentazione nella sede della presidenza della Regione Puglia. Ai pubblici amministratori la magistratura barese contesta i reati di induzione indebita in concorso con gli imprenditori e abuso d'ufficio, ai soli imprenditori le false fatture fatte per giustificare quel pagamento.

Emiliano. «Ho denunciato ieri alla Procura della Repubblica una violazione del segreto istruttorio». Lo annuncia il governatore pugliese. «Lunedì 8 aprile sono infatti venuto a conoscenza che giovedì 11 sarei stato oggetto di una attività di acquisizione di documenti e dati da parte della GdF in relazione ai finanziamenti percepiti in occasione della mia campagna per le primarie del Pd del 2017. La fuga di notizie in piena violazione del segreto istruttorio precisava ulteriori fatti e circostanze». «Abbiamo fornito piena collaborazione al fine di consentire l'acquisizione di tutti gli elementi utili, nella convinzione di avere operato con assoluta correttezza e rispetto delle leggi».«Questa mattina alle ore 9, come anticipato dalla fonte indicata al Procuratore della Repubblica il giorno prima - precisa il governatore - la Guardia di finanza di Bari mi chiedeva di potere verificare alcune chat del mio telefono e mail relative agli scambi di messaggi con alcuni soggetti di interesse dell'ufficio. Contemporaneamente identica acquisizione è stata effettuata al mio Capo di Gabinetto».
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