Pd, incognita Emiliano-Decaro nella corsa alla segreteria regionale

Pd, incognita Emiliano-Decaro nella corsa alla segreteria regionale
di Alessandra LUPO
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Martedì 27 Dicembre 2022, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 19:18

La sottile ma ormai innegabile tensione tra Michele Emiliano e Antonio Decaro, che sta investendo la Puglia tra giochi congressuali, equilibri di coalizione e norme allunga mandato, non risparmia la segreteria regionale del Pd per cui si voterà ormai a brevissimo. 
Ma sinora con l’attenzione totalmente catalizzata dalla sfida per dopo-Letta al Nazareno, quella per la guida del partito in Puglia si combatte in sordina. Ma non è per questo meno accesa. Il prossimo segretario regionale del Pd, infatti, dovrà poter contare su doti negoziali non comuni, che gli consentano di gestire da una parte il controverso rapporto tra il presidente e il suo candidato successore in pectore Antonio Decaro, dall’altra l’intesa con il M5s, che in Puglia al momento bypassa completamente il partito affidandosi al rapporto privilegiato tra Michele Emiliano e il presidente del Movimento Giuseppe Conte
Il tutto con una serie di appuntamenti cruciali che si avvicinano, dal Comune di Bari alle Europee fino alla madre delle sfide pugliesi: le Regionali del 2025, con il centrodestra al governo nazionale che ha tra i suoi obiettivi dichiarati “riprendersi la Puglia”. Il candidato dovrà quindi mettere tutti d’accordo, al di là delle mozioni che pure il loro peso lo avranno. Il borsino dei nomi in ballo oscilla quindi con le trasformazioni del contesto ma ha come comun denominatore Emiliano e Decaro. 

Il borsino dei candidati

L’ultimo “scossone” interno è stata l’adesione di Francesco Boccia alla mozione di Elly Schlein, scelta virtualmente nelle cose vista la corrente lettiana cui appartiene l’ex ministro pugliese ma che di fatto crea una (nuova) frattura nel cerchio magico attorno a sindaco di Bari e presidente della Regione, sostenitori di Bonaccini al congresso Pd. Nell’intricato scacchiere democratico, la scelta di Boccia è comprensibile anche in termini di spazio d’espressione e non è detto che a Emiliano - che per sostenere il governatore dell’Emilia-Romagna ha chiesto in cambio la presidenza del partito - mantenere un filo diretto con la Schlein risulti sgradito. Per questo la partita per la segreteria pugliese diventa difficile e la diffidenza è tanta che potrebbe ad esempio sbarrare la strada a Domenico De Santis, vice Capo Di Gabinetto con un curriculum di primo piano nel partito. De Santis piace parecchio all’area barese del Pd, di fatto la più forte in Puglia, ma deve scontare la vecchia rivalità con la frangia del partito del capoluogo vicina a Decaro, che alle ultime Regionali gli candidò contro Francesco Paolicelli (anche lui a un certo punto tra i nomi in circolazione per la segreteria). 
Tra i “big” in estate aveva preso quota anche l’ipotesi di Raffaele Piemontese, numero due di Emiliano in Regione, che avrebbe potuto contare su un accordo unitario poi saltato. Altro nome circolato quello del deputato barese Ubaldo Pagano.

Ma il Salento è pronto a far valere la sua forza. In provincia di Lecce, infatti, «i tesserati sono numericamente vicini a quelli del Barese», è stato più volte sottolineato e l’ultimo segretario regionale in arrivo dal Sud della Puglia fu Sergio Blasi, ex sindaco di Melpignano ed ex consigliere regionale, oggi schierato con Elly Schlein. 

Il Salento vuole contare: stessi tesserati di Bari

Nel Leccese i nomi in campo sono fondamentalmente due ed entrambi piacciono alla segreteria provinciale guidata da Ippazio Morciano: il primo è quello di Stefano Minerva, aperto sostenitore della mozione Bonaccini. Il sindaco di Gallipoli e presidente della Provincia ha dalla sua la molta esperienza e la giovane età ma si presterebbe solo a una candidatura unitaria, oggi da escludere. L’altro nome che prende sempre più quota è quello di Loredana Capone. Il suo gruppo è oggi molto laico sulle mozioni nazionali anche se lei stessa ha aperto (da moderatrice) l’incontro a Bari con Bonaccini. In giro si dice che ci stia lavorando da un po’. Per i leccesi, che hanno dovuto incassare l’imposizione di Claudio Stefanazzi (braccio destro del presidente in Regione) al suo posto alle ultime Politiche sarebbe una sorta di “risarcimento”. E in più è una donna, fattore non secondario in un momento che vede il partito apertamente accusato di maschilismo.

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