Puglia nella morsa del fuoco, tutti gli incendi visti dai satelliti della Nasa

Puglia nella morsa del fuoco, tutti gli incendi visti dai satelliti della Nasa
di Paola COLACI
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Mercoledì 18 Agosto 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17:30

Dal Capo di Leuca nel Salento al Monte Cornacchia a Biccari, nel Foggiano. E da Acque Chiare a Brindisi sino alle porte di Modugno nel Barese. La Puglia brucia ancora. Una grande macchia rossa di fuoco visibile anche dallo spazio e dai satelliti in orbita della Nasa. E solo nelle ultime 24 ore le immagini del monitoraggio dell’agenzia spaziale statunitense mostrano una regione devastata dagli incendi. Analoga situazione nelle altre regioni del Sud Italia.

Dall'inizio dell'anno 11mila roghi: Puglia seconda solo alla Sicilia

Secondo gli ultimi dati raccolti dal corpo nazionale dei vigili del fuoco, tuttavia, la Puglia è seconda solo alla Sicilia per numero di roghi divampati 2021. Nei primi 8 mesi dell’anno e sino al 15 agosto sono, infatti, 10.940 gli incendi registrati nel report dei Vigili del Fuoco. Roghi che, solo nel Salento e solo negli ultimi mesi, hanno devastato la zona degli Alimini, di Porto Badisco, Santa Cesarea Terme, il Ciolo a Santa Maria di Leuca e poi centinaia di ettari di uliveti disseccati dalla xylella.  E proprio nelle scorse ore il ministro agli Affari regionali nell’attuale governo Draghi Mariastella Gelmini, in questi giorni in vacanza in Puglia, ha postato su Instagram un video da Porto Badisco, «una località bellissima del Salento» ha scritto.

E sullo sfondo il terreno bruciato dopo l’incendio della scorsa settimana che ha devastato la zona. «Ci sono anche in Puglia territori da salvaguardare, occorre modificare la legge sugli incendi con pene esemplari e di messa in sicurezza dei territori», ha aggiunto. Emergenza “immortala” anche dai satelliti della Nasa, come si diceva. E confermata su tutto il territorio nazionale dai dati dell’European Forest Fire Information System (Effis) della Commissione europea. In Europa, è l’Italia il Paese dove solo quest’estate sono divampati più incendi. Ma dall’inizio dell’anno a oggi sono bruciati 102.933 ettari di terreno. Un’area grande quanto 140mila campi da calcio. Si tratta del quadruplo rispetto ai 28.479 ettari arsi, in media, ogni anno dal 2008 al 2020. E complice il caldo record e la mano criminale dei piromani, dunque, i roghi durante l’estate sono cresciuti del 256%. 

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Coldiretti: «Per ogni ettaro bruciato 10mila euro a carico dei contribuenti»

Una escalation di fuoco che è già costata all’Italia circa un miliardo di euro fra opere di spegnimento, bonifica e ricostruzione. Lo rileva Coldiretti su dati Effis rispetto alla media storica 2008-2020. «In questo contesto - evidenzia la Coldiretti - è importante l’opera di sorveglianza dei cittadini per segnalare subito eventuali incendi come ha giustamente sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ribadito la sua condanna per atti di criminalità che colpiscono la comunità civile e ha ringraziato i cittadini che hanno segnalato l’attentato incendiario a Castelporziano che si aggiunge ai roghi che hanno devastato l’Italia nell’estate 2021». Una situazione angosciante lecui cause vanno ricercate innanzitutto nella mano dell’uomo. «6 incendi su 10 sono di origine dolosa con i piromani in azione - denuncia Coldiretti - Ma sull’emergenza pesa la chiusura delle aziende agricole e la maggioranza dei boschi nazionali si trova senza sorveglianza». Di notevole rilevanza è, infine, l’impatto economico degli incendi sui territori. Il conto economico a carico della collettività supera, infatti, i 10mila euro a ettaro tra operazioni di spegnimento, danni a flora e fauna e attività agricole, ambiente e biodiversità ai quali vanno aggiunti quelli a lungo termine per la bonifica delle aree e per far rinascere tutto l’ecosistema forestale e tutte le attività umane tradizionali. E a giudicare dalle centinaia di ettari di macchia mediterranea, boschi e campagna pugliesi, c’è da aspettarsi che il conto a carico della regione e del Salento ammonti ad alcuni milioni di euro.
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