Emergenza cambiamenti climatici: «Agricoltura e turismo a rischio in Puglia»

Emergenza cambiamenti climatici: «Agricoltura e turismo a rischio in Puglia»
di Massimiliano MARTUCCI
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Mercoledì 22 Marzo 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 21:07

Si è ancora in tempo a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, ma solo se si prendono ora decisioni efficaci e coraggiose. Lunedì è stato presentato il sesto rapporto, quello di sintesi, realizzato dall’Ipcc, il gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, in cui si presentano le ricerche, e le relazioni tra esse, dei cinque rapporti precedenti, in cui si analizzano gli scenari che si verranno a creare. Nel 2018, l’Ipcc ha evidenziato la portata senza precedenti della sfida necessaria a contenere il riscaldamento entro 1,5°C. Cinque anni dopo, questa sfida è diventata ancora più grande a causa del continuo aumento delle emissioni di gas serra. Il ritmo e la portata di ciò che è stato fatto finora, e i piani attuali, sono insufficienti per affrontare il cambiamento climatico. Più di un secolo di utilizzo di combustibili fossili e di un uso spesso iniquo e non sostenibile dell’energia e del suolo ha portato a un riscaldamento globale di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali. Da questa situazione sono scaturiti eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi che hanno causato impatti sempre più pericolosi sulla natura e sulle persone in ogni regione del mondo. 

I dettagli

«Emerge dal rapporto l’importanza di mantenere l’aumento della temperatura al di sotto di 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali, e questo sarà cruciale per molte popolazioni ed ecosistemi. Al di sopra di questo livello, molti ecosistemi e popolazioni non potranno più essere in grado di adattarsi ai cambiamenti - spiega la scienziata Lucia Perugini, tra le relatrici italiane del rapporto -. Siamo sulla strada che porta a un aumento della temperatura media globale che può raggiungere i 3,5°C, e questo rappresenta una minaccia per l’umanità nel suo complesso». 
«In termini di mitigazione e di adattamento, gli strumenti e le strategie che consentono il contenimento del cambiamento climatico e dei suoi effetti negativi ci sono», spiega il professor Piero Lionello, docente di Oceanografia e Fisica dell’atmosfera presso l’Unisalento e membro del working group II dell’Ipcc, che si occupa degli impatti e delle vulnerabilità. Il docente fa esempi concreti sugli scenari che si verranno a creare in Puglia: «È una regione con poca acqua e, dal punto di vista climatico, anche se non in maniera accentuata, se ne prevede una riduzione in futuro. Quindi occorre un utilizzo più efficiente delle risorse esistenti, sia in termini di distribuzione che di accumulo, nella stagione in cui relativa abbondanza di pioggia in Puglia. Dal punto di visto agricolo c’è un’enorme potenzialità per il risparmio idrico». 
I cambiamenti però impatteranno anche sulle coste: «A causa dello scarso accumulo dei sedimenti, determinati da fattori anche di origine antropica, queste sono tendenzialmente a rischio.

Un rischio che può essere gestito a vari livelli, sia con interventi diretti sia pianificando politiche intelligenti di utilizzo della zona costiera che consenta di adattarsi ai piccoli cambiamenti del livello del mare. Verso la metà del secolo la differenza tra i vari scenari è relativamente contenuta: si passa dai 15 ai 33 centimetri di aumento. A fine di secolo, l’incertezza aumenta, e si potrebbe passare dai trenta centimetri al metro». 

Come invertire il trend

Dipende, appunto, da quanto verrà fatto: «Assolutamente sì, ed è uno dei messaggi del rapporto: siamo in tempo, ma dobbiamo agire subito, per evitare conseguenze pesantemente negative. Ma ci si muove in un contesto globale, e di questo dovrebbero tener conto i settori produttivi pugliesi. Il cambiamento climatico non penalizza solo direttamente alcune attività caratteristiche della Puglia, ad esempio le ondate di calore potrebbero scoraggiare i turisti estivi, soprattutto se in aggiunta alla mancanza di servizi idrici adeguati, oppure entrambi questi fenomeni potrebbero impattare sull’agricoltura, aumentando notevolmente i costi di produzione. Ma si agisce in un contesto globale e quindi alcune colture che sono ora tipiche della Puglia, potrebbero diventare vantaggiose in altre aree. E pure alcune destinazioni turistiche potrebbero sostituirsi alla Puglia. Il contesto globale costringe a guardare non solo quello che avviene localmente. Ma può creare anche opportunità». «Per esempio tutti abbiamo osservato una - prosegue - stagione balneare che si è estesa. Se gestita, può essere una opportunità per il turismo pugliese. Altre opportunità potrebbero esserci in agricoltura».

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