Elogio in piazza a Salvini, Emiliano sotto tiro. Il centrosinistra: chiarisca. Vendola: «Lo abbiamo sostenuto perché fosse argine ai razzisti»

Elogio in piazza a Salvini, Emiliano sotto tiro. Il centrosinistra: chiarisca. Vendola: «Lo abbiamo sostenuto perché fosse argine ai razzisti»
di Antonio BUCCI
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Martedì 31 Agosto 2021, 11:38 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 15:46

«Che Matteo Salvini stia facendo un grande sforzo per delineare una visione di Paese mi pare abbastanza evidente. Ma quella visione è totalmente alternativa alla nostra. E su questo spero che nessuno nel Pd abbia dubbi». Non è una scomunica ma, dalla Capitale, interviene persino Matteo Orfini. Sarà pure stata un'uscita istituzionale ma gli elogi del governatore Michele Emiliano dalla piazza di Ceglie Messapica all'indirizzo del leader leghista hanno finito ugualmente per riaccendere una polveriera.

I malumori e i dubbi


Complimenti senza sponda politica? Quanto basta per rinfocolare più di un malumore: «Il presidente Emiliano pian piano sta delineando la sua visione politica. Prima il sostegno al sindaco di Casa Pound, poi gli elogi a Matteo Salvini. In Puglia l'alleanza si sta allargando?». Il cinguettio su Twitter è del dem Dario Stefàno senatore e presidente della Commissione politiche Ue - e la dice lunga sull'aria che tira nel centrosinistra. Tanto più, a pochi giorni dalla consegna delle liste per le Comunali.
Federico Massa chiede un chiarimento e si interroga: «Ma il voto non era stato chiesto per arginare la destra sovranista?».
Molto critica anche Italia Viva, che ha preso posizione sulla vicenda attraverso le parole di Teresa Bellanova: «L'elogio sperticato di Michele Emiliano a Salvini non ha nulla di stupefacente, come d'altra parte solo gli ingenui possono meravigliarsi del sostegno di Emiliano a Pippi Mellone», ha detto il viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. «Mi chiedo cosa ne pensi il Pd pugliese e poi quello nazionale, che poco più di un anno fa aveva accusato Italia Viva di voler consegnare la Puglia alle destre. Diciamo che questo lavoro lo sta già facendo il Presidente della Regione Puglia magnificamente, e non da ora. Naturalmente è una domanda retorica: so bene che non arriverà né una parola di condanna né tantomeno un richiamo a un minimo di decenza. Noi invece continuiamo a pensare che a tutto questo si risponde con un più di impegno politico e lavorando con pazienza, umiltà, tenacia, per aggregare un fronte riformista, che esiste ed è politicamente criminale continuare ad umiliare».
«Per me Salvini resta l'uomo politico che ha sottratto forze dell'ordine al Sud da ministro degli Interni, che ha lasciato donne e bambini in alto mare, senza alcun concetto di umanità, che ha ripudiato persino la valenza del distanziamento sociale, nel pieno dell'emergenza sanitaria, offrendo un disesempio drammatico. Con una visione politica attenta solo al populismo. Non è stata una dichiarazione opportuna», si smarca anche Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto ma pure big e vice nazionale di Italia in Comune, uno di quei mondi ai quali l'ex sindaco di Bari non nasconde di guardare, nella costruzione di una realtà che faccia da collante tra dem e 5 Stelle, in vista delle Politiche che verranno. Va in quella direzione, non a caso, la promozione a Movimento della lista Con, in via Gentile sotto le insegne gialle e con tanto di doppietta di assessori nell'esecutivo. «Una sorta di polline», l'aveva definita il titolare della poltrona più alta di Lungomare Nazario Sauro, con l'obiettivo di «resistere al vento delle destre più deteriori», una volta arrivati alla prova del voto. Sì, ma come e con chi? Nessun endorsement ai leghisti, rassicura lui, ma neppure dall'ala sinistra della coalizione fanno i salti di gioia: «Non so a quale visione di Paese si riferisca Emiliano. Forse quella dello sblocco dei licenziamenti? O a quella dei condoni? O a quella che liscia il pelo ai No vax che picchiano i giornalisti? O forse a quella di un partito che deve restituire 49 milioni di euro di soldi pubblici? Questo sono Salvini e la Lega. Non voglio pensare che Emiliano apprezzi questa visione di Paese». E allora penso che Emiliano non avesse ancora avuto modo di ringraziare Salvini per la scelta di candidare Fitto in Puglia», mastica amaro il numero uno dei vendoliani, Nico Bavaro, tornando a fare aleggiare l'ombra lunga del flirt sull'asse Bari-Roma.

Protesta anche il mondo sindacale: «Se la visione di Paese di Salvini è: autonomia differenziata e briciole al sud più povero; egoismo sociale; meno tasse per chi ha di più; attacco ai diritti del lavoro e xenofobia, noi pensiamo che chi sta a sinistra deve con forza e senza equivoci contrastare e rigettare questa visione di Paese che invece per noi è solidarietà, diritti civili e sociali, centralità del Lavoro, lotta alle diseguaglianze a partire dal riscatto Mezzogiorno», sono le parole del segretario regionale Cgil Pino Gesmundo.
E ieri sera, durante il programma di Rete 4 Controcorrente, in cui era ospite assieme a Salvini, Emiliano ha poi precisato: «Domenica sera ho portato il saluto istituzionale della Regione a un segretario di un partito che è nella maggioranza di governo e siccome lui ha fatto uno sforzo molto complesso per portare la sua cultura politica dentro il governo, io l'ho incoraggiato ad andare avanti.

Questo non è un endorsement, io non sono leghista e lui non poteva equivocare su questo». E ha aggiunto: «Sento da lui posizioni molto diverse sull'euro, sull'Europa, su Draghi e chiedo: tutti questi elementi sono per il Pd un buon risultato? Non bisogna rivendicarlo?». Salvini ha quindi replicato: «A me spiace che in una certa sinistra rimanga tanta faziosità e arroganza, da Emiliano mi dividono tante idee ma lui è stato rispettoso, educato e sincero».

Il post di Vendola

«Caro Emiliano, la tua esplorazione ti ha portato in una terra proibita. Non è vero che in politica tutto è lecito. Con Salvini non si possono sbagliare i gesti e le parole: lui sta da una parte ed è naturale e giusto, per noi, stare dalla parte opposta»: lo scrive in un lungo post su Facebook l'ex governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola. «Faccio fatica - esordisce - a capire il senso degli elogi che Michele Emiliano ha rivolto al capo dei sovranisti italiani, a Matteo Salvini, al campione del populismo para-fascista, al leader che ha sepolto le bandiere della Padania e del separatismo nordista per innalzare i vessilli di un nazionalismo clericale, oscurantista, illiberale». «E' vero - aggiunge - che Salvini si sforza di costruire una visione dell'Italia, ma si tratta di una visione terrificante, che capovolge i fondamenti della nostra idea di civiltà, si tratta di una ideologia che, al netto dell'ebrezza dei cocktail, mutua dal radicalismo della destra le sue pulsioni repressive e securitarie, la sua ossessione per la protezione fiscale dei ricchi, l'uso e lo stimolo delle paure e delle fobie sociali come core business della sua azienda politica. Emiliano ci ha abituati alle sue peregrinazioni in territori lontani e nemici dei nostri valori e della nostra storia. Il suo ecumenismo non ha confini e i suoi sconfinamenti sono uno stile a cui forse ci siamo assuefatti».

Vendola alle ultime Regionali di un anno fa è sceso in campo nelle battute finali della campagna elettorale in favore di Emiliano: «Noi - ricorda - lo abbiamo sostenuto e votato perché fosse un argine agli imprenditori della paura e dell'intolleranza, un muro contro i razzisti e gli omofobi, un presidio per la nostra storia di democrazia, di accoglienza, di convivialità». 

Dalle file della Lega, un commento arriva dal commissario regionale del partito di Salvini, il senatore Roberto Marti: «La reazione di alcuni autorevoli esponenti del PD alle dichiarazioni di Emiliano su Salvini rasenta la censura sovietica alla libertà di pensiero e parola. Siamo opposizione a Emiliano e distanti dalla sua visione su tante cose,  ma non possiamo che difenderlo per la libertà e la sincerità con la quale ha apprezzato la leadership e l’azione di Matteo Salvini, nel sostenere e indirizzare le importanti riforme del Governo Draghi, resesi necessarie dopo i  fallimenti di Conte. Sui grandi temi che interessano il futuro dei cittadini a livello nazionale come a livello regionale la Lega c’è e ci sarà sempre per senso di responsabilità, aprendo un confronto franco e sempre senza pregiudizi».

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