Niente tasse per chi assume, trasporti pubblici gratis e salario minimo: le proposte dei partiti per i giovani

Niente tasse per chi assume, trasporti pubblici gratis e salario minimo: le proposte dei partiti per i giovani
di Giuseppe ANDRIANI
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Giovedì 15 Settembre 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:08

I giovani al centro dei programmi dei partiti verso il voto del 25 settembre. I giovani al centro, ma si defilano da soli se un under 30 su tre non si è mai informato di politica (il dato risale alle elezioni del 2018 e a un’indagine dell’Istituto di Statistica, ma è facile immaginare che la situazione non sia cambiata). Eppure si parla di giovani, politiche di avvicinamento al mondo del lavoro, decontribuzione, neet e così via. Nei programmi dei partiti, ancor prima che delle quattro grandi coalizioni, c’è un substrato comune, nel quale è difficile trovare differenze: attenzione ai giovani e alle politiche giovanili. Ognuno, poi, colora il concetto a modo proprio. Meloni mette tra le priorità il «potenziamento dei fondi per l’autoimprenditorialità giovanile e snellimento delle procedure d’accesso». Ma non manca nel documento di Fratelli d’Italia anche l’«istituzione del “diritto allo sport, all’arte e alla cultura”: ogni giovane deve avere la possibilità di accedere a qualsiasi disciplina artistica e sportiva, anche con sostegni diretti». «Programmare - prosegue FdI - investimenti sugli impianti sportivi di nuova generazione, per ogni disciplina. Aree attrezzate per fare sport nei parchi in tutti i Comuni italiani». 

Il centrodestra

Da destra e dalla Lega torna prepotente anche il tema della decontribuzione sulle assunzioni, comune a tutte le forze politiche: «La nostra proposta è di effettuare una riduzione dell’imponibile per i giovani lavoratori che vengono assunti, sulla falsa riga del provvedimento attuato per il rientro dei cervelli in fuga.

In questo modo i giovani lavoratori costerebbero di meno ai datori di lavoro che sarebbero maggiormente incentivati alla loro assunzione». Da Salvini anche l’inserimento, sul tavolo delle idee, della problematica del “mismatch”: «Si devono rivedere i piani formativi e di studio scolastici, concordandoli con le federazioni di coloro che rappresentano i potenziali datori di lavoro». Berlusconi va sul concreto: «Salario e stipendio minimo di 1000€ per apprendistato, praticantato e lavoro a tempo determinato», senza tralasciare neppure i sussidi alle imprese. 

Il terzo polo

Sul terreno comune degli aiuti ai giovani, il terzo polo (Azione-Italia Viva) propone di posticipare e rateizzare tutti gli adempimenti fiscali dei primitre anni nei periodi successivi per tutti i giovani under 35 che decidono di aprire una nuova attività». E sull’Irpef la «detassazione specifica per i giovani, totale fino a 25 anni, ridotta del 50% fino a 29 anni». Da Renzi e Calenda arriva anche un’idea forte sulla scuola: obbligo scolastico da 16 a 18 anni, al termine del percorso di scuola superiore, rivedendo i cicli e portando nel complesso gli anni di studio da 13 a 12 (superiori incluse). 

Il Movimento5Stelle

Il confronto dei programmi elettorali è un tetris nel quale si incastrano caselle dello stesso colore, differenziate da qualche sfumatura. Su cosa sono d’accordo Meloni e Conte? Sull’assistenza statale per il mutuo sulla prima casa dei ragazzi. Fratelli d’Italia scrive nel programma: «Rafforzamento del Fondo di garanzia statale per il mutuo sulla prima casa delle giovani coppie e riduzione delle imposte sull’acquisto della prima casa». E il Movimento 5 Stelle è sulla stessa falsa riga. E inserisce anche un altro concetto forte, anche per la terminologia utilizzata: «diritto a restare». È la battaglia contro la fuga dei cervelli. 

Il centrosinistra

Da sinistra ci si muove guardando al lavoro, ma con una particolare attenzione ai trasporti pubblici, «gratuiti per gli under 30», sia da parte del Partito Democratico che di Sinistra Italiana e Verdi. I dem ribadiscono con forza nel programma la necessità della decontribuzione e lanciano la sfida: «Zero tasse per le assunzioni a tempo determinato dei giovani fino a 35 anni». «Due devono essere - si legge nel programma di Letta - i protagonisti del rilancio del Paese: le donne e i giovani». E non è un caso che si parli di rilancio per due categorie nelle quali il tasso di disoccupazione è ai vertici a livello europeo. «Estenderemo - propone il Pd - a tutti gli appalti pubblici la clausola di premialità per l’occupazione giovanile e femminile che abbiamo fatto inserire in via sperimentale nel Pnrr, per sostenere le imprese che si impegnano a creare lavoro stabile e rafforzare l’inclusione sociale». E Sinistra Italiana cerca un modo per avvicinare i ragazzi alla politica (tema, a dir la verità, tanto caro anche ai pentastellati, che a più riprese ci tornano): votare - chiede il partito di Fratoianni - a 16 anni per la Camera e abbassare l’età di elegibilità a 18 anni per la Camera e 30 per il Senato. Questa sarà la prima tornata elettorale nella quale sarà possibile votare per il Senato a 18 anni (fino al 2018 il tetto era a 25) e si stimano, in Puglia, circa 288mila elettori in più (il 9% del totale). Il peso dei giovani si farà sentire nelle urna. Tutti parlano dei giovani, la vera sfida è parlare ai giovani. Con i giovani.
 

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