Puglia alle urne, per votare basta una croce: tutti gli errori da non fare

Puglia alle urne, per votare basta una croce: tutti gli errori da non fare
di Paola ANCORA
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Martedì 23 Agosto 2022, 20:42

Il 25 settembre prossimo si tornerà alle urne per eleggere - per la prima volta dopo il taglio dei parlamentari deciso con legge costituzionale - 400 deputati e 200 senatori della Repubblica. Fra mille tecnicismi, collegi uni e plurinominali, listini e leggi elettorali cambiate tante volte nel corso degli ultimi anni, orientarsi può rivelarsi impresa ardua per i cittadini e il popolo sovrano chiamato a esprimersi e a scegliere i propri rappresentanti. Ecco tutto quello da sapere.

La legge elettorale in vigore: il Rosatellum

Ecco allora, semplificando, come funziona la legge elettorale in vigore dal 2017: il Rosatellum. Il sistema elettorale è rimasto lo stesso utilizzato nel 2018, ma quel che è cambiato sono i collegi, ovvero le aree geografiche in cui ciascun territorio è diviso, ridimensionate e riviste dopo il taglio dei parlamentari.
Il Rosatellum è un sistema elettorale misto, che fonde insieme maggioritario e proporzionale. Ogni collegio plurinominale rappresenta un territorio che è la somma di collegi uninominali più piccoli. E i candidati uninominali sono strettamente legati ai partiti che li sostengono: non esiste, dunque, la possibilità di voto disgiunto.
Un terzo dei parlamentari sarà eletto con sistema maggioritario. Al netto degli otto deputati che saranno eletti nella Circoscrizione estero, per la Camera l'Italia è suddivisa in 147 collegi uninominali. La Puglia ne conta dieci: Foggia, Cerignola, Andria, Molfetta, Bari, Altamura, Brindisi, Taranto, Lecce e Galatina. Collegi, questi, nei quali i partiti devono coalizzarsi attorno al candidato ritenuto più forte, in grado di vincere il duello con gli sfidanti. Al Senato - quattro i senatori eletti all'estero - gli uninominali sono 74, cinque dei quali in Puglia: Foggia, Bari-Bat, Bari-Molfetta, Taranto-Brindisi, Lecce-Galatina. I restanti due terzi dei parlamentari ovvero 245 deputati e 122 senatori - saranno eletti in proporzione ai voti ricevuti dai singoli partiti.
Nei collegi uninominali sempre associati a un sistema maggioritario - si presentano singoli candidati, uno contro l'altro: vince e risulta eletto il più votato fra loro.

Nei collegi plurinominali si presentano invece liste di candidati composte da quattro nomi: in questo caso vale il sistema proporzionale. Significa per semplicità - che saranno eletti i candidati nelle liste che, in proporzione, avranno ottenuto più voti.

In Puglia 27 deputati e 13 senatori


Quanti parlamentari elegge la Puglia? Nella nostra regione la posta in palio è di 27 deputati e 13 senatori, molti meno che alle ultime elezioni. Per questo comporre le liste si è rivelato, in queste settimane, un vero e proprio risiko, che ha scatenato malumori, divorzi chiacchierati, scissioni e addii in Puglia come nel resto del Paese. Dei 27 deputati pugliesi complessivi, 10 saranno eletti nei collegi uninominali, dunque al termine dei duelli corpo a corpo, all'ultimo voto. I restanti 17 seggi saranno ripartiti fra i candidati nei collegi plurinominali proporzionalmente ai voti ottenuti da ciascuna lista a livello nazionale. Ragionamento analogo per i 13 senatori da eleggere: 5 conquisteranno il seggio se otterranno un solo voto in più degli sfidanti nello stesso collegio; per gli altri 8, da pescare nei collegi plurinominali, i seggi scatteranno con il sistema proporzionale e andranno ai partiti che avranno ottenuto più voti a livello regionale.
Tuttavia questa spartizione, per la parte proporzionale, avverrà soltanto tra le liste che otterranno almeno il 3% delle preferenze. Ognuna delle liste depositate nel corso delle ultime 48 ore alle cancellerie delle Corti d'Appello territoriali, infatti, dovrà superare uno sbarramento nazionale del 3% per trovare rappresentanza in Parlamento, mentre per le coalizioni la soglia è fissata al 10%. I partiti che fanno parte di una coalizione e che otterranno fra l'1 e il 3%, faranno confluire i loro voti - proporzionalmente - nel paniere di preferenze ottenute dalle altre liste della stessa coalizione che avranno superato la soglia di sbarramento del 3%. Andranno persi, invece, i voti delle liste che resteranno sotto l'1%.

Come si vota


Ma come si dovrà votare? Sulla scheda (una di colore rosa per la Camera, l'altra di colore giallo per il Senato) l'elettore troverà i nomi dei candidati all'uninominale e, a loro collegati, ci saranno il listino o i listini (in caso di coalizione) a sostegno. Sarà possibile esprimere un voto valido in tre modi. Il primo: barrando il simbolo di una lista, e a quel punto il voto sarà assegnato sia al partito (per la quota proporzionale) che al candidato collegato all'uninominale (per il maggioritario). Il secondo: tracciando un segno sul nome del candidato uninominale, e in questo caso il voto andrà anche al listino o ai listini collegati, in proporzione ai voti ottenuti nel collegio. Il terzo: è considerata valida anche la doppia croce su candidato all'uninominale e sul simbolo di una lista collegata. Semplificando: la prima strada (segno sul simbolo di lista e stop) è la più agevole e sicura.
Quando il voto è nullo? Non solo nel caso di voto disgiunto di cui si è già detto, ma anche quando la preferenza venisse espressa per due simboli. Non sarà possibile nemmeno tracciare un segno su un singolo nome del listino (perché renderebbe la scheda tracciabile e riconoscibile). Il voto sarà ovviamente nullo se sulla scheda dovesse esserci qualunque altro segno.
 

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