Edilizia scolastica: solo otto progetti finanziati in un anno

Edilizia scolastica: solo otto progetti finanziati in un anno
4 Minuti di Lettura
Sabato 28 Dicembre 2019, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 13:19

Maddalena MONGIÒ
I soldi per scuola e università ci sono o non ci sono? È il dilemma che tiene banco dopo che l'ormai ex ministro dell'Istruzione, dell'Università, della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, ha messo sotto l'albero del governo il pacco delle sue dimissioni. E non solo. La madre di tutte le domande riguarda il destino dei concorsi per la scuola che potrebbero registrare una battuta d'arresto. Siamo al chi più ne ha più ne metta e le dimissioni di Fioramonti hanno raffreddato gli entusiasmi di chi pensava si potesse aprire una nuova stagione dove scuola e università avrebbero avuto un podio speciale.
La situazione del Sud Italia è notoriamente più critica per ragioni che affondano le loro radici in tempi non certo recenti. Il ventre molle della spesa per la scuola si poggia su due pilastri: edilizia scolastica e risorse umane che vanno dai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale tecnico amministrativo. Da qui si diramano poi le spese per i servizi che, nel caso del Mezzogiorno, registrano pesanti penalizzazioni per il tempo pieno che vede percentuali risibili rispetto al Centro Nord in quanto gli organici non prevedono il personale sufficiente a garantire questo servizio.
Eppure non è solo questione di soldi. Per l'edilizia scolastica la Regione Puglia ha avuto un riparto, sul Piano 2018/2020 di oltre 160 milioni eppure per il 2018 i progetti finanziati sono solo 8 e per il 2019 una ventina. Un rallentamento che si determina per la scarsa capacità di Comuni e Province di presentare progetti esecutivi che possano essere immediatamente finanziati. Basta questo elemento per chiarire che servirebbe una visione larga: se ci sono i soldi e poi, magari, non le risorse umane che possano gestire i progetti il rischio è di centinaia di milioni che stazionano senza produrre gli effetti attesi. È evidente, dunque, che sarebbe quantomeno opportuna una valutazione delle necessità degli enti locali per metterli in condizione di portare a compimento la fase progettuale che consenta di partecipare ai bandi con finanziamenti celeri. La Task force per l'edilizia scolastica ad aprile scorso ha pubblicato un report che vede la Puglia terza, tra le regioni, per difficoltà incontrate nell'andamento dei cantieri.


Nella stragrande maggioranza dei casi le criticità sono connesse alla fase di esecuzione dei lavori (58%) e alla progettazione esecutiva dell'intervento (22%). I due talloni di Achille non sempre legati a responsabilità dirette delle amministrazioni, ma per quanto riguarda la fase esecutiva anche alla vita delle imprese. Non è infrequente negli appalti pubblici che fallimenti, scarsa liquidità dell'impresa o altro tipo di casistiche rallentino i lavori, quando non li bloccano addirittura. La Task force ha certificato che, per le Regioni monitorate Puglia compresa, al 31 dicembre 2018, su 2.533 interventi il 32% risultavano conclusi con certificato di fine lavori emesso. Della restante parte il 42% degli interventi era in fase di realizzazione dell'opera, il 43% in progettazione mentre per il 15% in fase di procedura per l'affidamento dei lavori. Con il Piano triennale 2018/2020, l'assessore regionale alla Formazione Sebastiano Leo ha cercato di supportare Comuni e Province con la Task force regionale, ma dando anche possibilità di utilizzare fondi che anticipano le somme per coprire le spese di progettazione. Uno sforzo importante, quello della Regione, ma i Comuni in pochi casi si sono avvalsi dei fondi di rotazione visto che ce ne sono diversi in dissesto o pre dissesto e quindi con le casse vuote. Le università del Sud hanno poi da dolersi per i criteri di riparto del Fondo di finanziamento ordinario troppo sbilanciati verso gli atenei del Nord. Servono soldi per la ricerca, in particolare quella di base che non avendo possibilità di rapido impiego non ha altre risorse se non quelle pubbliche, ma i fondi sono indispensabili anche per l'acquisto di strumentazione, piuttosto che di manutenzione straordinaria degli edifici o reclutamento di personale tenuto conto che i ricercatori continuano a supplire alla carenza di prof per garantire la sostenibilità dei corsi di laurea senza vedere all'orizzonte la possibilità di carriera. Intanto sono stati ammessi a finanziamento i Progetti di Rilevante Interesse Nazionale relativi al bando 2017. Si tratta di 4.551 progetti, 975 dei quali finanziati, per un ammontare complessivo di circa 386 milioni di euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA