Edilizia, bufera sui bonus. Piccole imprese in rivolta: «Pronti a fermare i lavori»

Edilizia, bufera sui bonus. Piccole imprese in rivolta: «Pronti a fermare i lavori»
di Pierangelo TEMPESTA
4 Minuti di Lettura
Sabato 21 Maggio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:03

Crediti di imposta bloccati, prezzi dei materiali alle stelle, confusione legislativa sopratutto riguardo ai bonus. L’edilizia pugliese è sull’orlo del precipizio, e gli imprenditori sono pronti a consegnare le chiavi dei cantieri per protesta. Il grido di allarme arriva da Anaepa Confartigianato Puglia, l’associazione di categoria che rappresenta gli artigiani dell’edilizia, dai costruttori agli impiantisti, fino ai serramentisti. Con la situazione attuale, affermano gli imprenditori, il rischio è quello del blocco dei cantieri.

L'incertezza sulle regole per i bonus


Le aziende, infatti, vivono le incertezze derivanti dai continui cambi di regole nella disciplina dei bonus edilizi (Bonus facciate e Superbonus 110%), soprattutto per ciò che riguarda la cessione dei crediti. «Ci si trova a dover recuperare o monetizzare crediti già presenti nei propri cassetti fiscali per lavori eseguiti, senza nessuna certezza, ma con la sicurezza di dover pagare dipendenti, fornitori, Stato e Inps, dopo aver rischiato capitale proprio o aver assunto impegni con le banche.

Non è possibile programmare nuovi lavori perché gli istituti di credito si dichiarano oberati, indisponibili o semplicemente diffidenti perché non ritengono più profittevole acquisire crediti e men che meno quelli di piccolo importo».


Il clima di incertezza è palpabile soprattutto dopo le affermazioni del premier Mario Draghi, che qualche giorno fa a Strasburgo ha espresso la sua contrarietà al Superbonus 110% a causa dell’insostenibilità dei costi delle materie prime e dei rischi di frodi nella gestione delle opere. «A chiudere definitivamente ogni possibile opportunità di ripresa - aggiunge Confartigianato - dal prossimo anno è in arrivo un ulteriore vincolo: l’obbligo di chiedere alle imprese l’attestazione Soa, strumento usato per gli appalti pubblici, per lavori il cui importo complessivo sia superiore a 516mila euro». «I bonus - tuona Luigi Marullo, presidente di Anaepa Confartigianato Puglia - sarebbero dovuti essere il volano dell’edilizia, ma si sono rivelati un boomerang. Questo Governo ha dapprima generato un’enorme aspettativa di lavoro nel settore e poi ha deciso deliberatamente di tagliare fuori tutte le imprese micro e piccole, che rappresentano più dell’80 per cento del mercato e sono quelle che materialmente eseguono i lavori. Lo ha fatto cambiando le regole in corsa: imponendo vincoli, nuovi oneri e altra burocrazia, in palese contraddizione con la volontà, sempre dichiarata, di semplificare le procedure e ridurre gli adempimenti». 

A rischio anche i cantieri già iniziati


A rischio non sono solo i nuovi lavori, ma anche la gestione di quelli già iniziati. E questo a causa delle difficoltà nella cessione del credito. «Speravamo in un adeguamento vero dei prezzari, visto il periodo di enorme difficoltà che stiamo vivendo. Se non si cambia subito rotta, siamo destinati al fallimento in tempi brevi, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di contraccolpi occupazionali per i nostri collaboratori».
Si pensi che in Puglia, al 30 aprile scorso, grazie al Superbonus 110% sono stati eseguiti 9.421 interventi edilizi, per 1 miliardo e 519 milioni di euro di investimenti. Numeri che hanno spinto le imprese ad attrezzarsi con investimenti e assunzioni per rispondere alle richieste del mercato. «Prima ci hanno illuso - afferma Luigi Ficelo, presidente degli impiantisti di Confartigianato Puglia - e poi ci hanno messo nelle condizioni di non poter materialmente più lavorare con i bonus. Non siamo più disposti a restare in silenzio: siamo imprenditori che lavorano nella legalità e danno reddito a migliaia di famiglie. Non accettiamo di essere un capro espiatorio. Occorre colpire chi ha organizzato le grandi truffe e non i piccoli imprenditori onesti per i quali le agevolazioni messe in campo rappresentano davvero lavoro e grazie ai quali la ricchezza accresce l’economia dei territori». 
In segno di protesta, gli imprenditori sono pronti a consegnare le chiavi dei cantieri e delle imprese. «Chiederemo ai nostri dipendenti di unirsi a noi - afferma Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia - perché siamo stanchi di essere presi in giro: il “motore dell’Italia” è pronto a rivendicare il ruolo che merita».

© RIPRODUZIONE RISERVATA