Turismo, futuro nero: «Difficile fare proposte se mancano certezze»

Turismo, futuro nero: «Difficile fare proposte se mancano certezze»
di Rita DE BERNART
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Sabato 11 Aprile 2020, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 19:35
Non sarà una stagione di grandi strategie, sempre che si riesca a ripartire. A fare la differenza sarà più che altro il senso di sicurezza che si riuscirà a trasmettere ai potenziali clienti, oltre che un'offerta più ampia che aggiunga un plusvalore sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della godibilità.

Tra le ultime proposte giunte sul tavolo del Governo c'è quella dello stato di crisi avanzata sia dall'assessorato al turismo della Regione Puglia che da Federturismo nazionale, al fine di ottenere un pacchetto di provvedimenti concreti che possano rilanciare le attività e tamponare il mancato fatturato di questa stagione. Sempre Federturismo chiede inoltre lo stanziamento di fondi per una cabina di regia che attraverso Enit provveda al rilancio e alla vendita della destinazione Italia. Ma a parlare di rilancio e idee per il futuro non sembrano ancora pronti gli imprenditori alle prese giornalmente con problemi e preoccupazioni concrete e pressanti alle quali per il momento non sembrano esserci soluzioni veloci.

«Abbiamo già investito gran parte delle risorse che normalmente ci consentono di proseguire l'attività da ottobre a marzo quando si ricomincia ad incassare con le caparre per la nuova stagione», commenta Raffaele De Santis di Federalberghi Lecce titolare di Serra degli Alimini. «Difficile pensare al futuro. Qui c'è in ballo non solo la sorte delle imprese ma anche di centinaia di lavoratori che rischiano di rimanere senza reddito; ci vorranno mesi prima di poter accedere alle somme messe in campo, per avviare un'istruttoria anche per poche migliaia di euro ad esempio ci vogliono mesi. In questo momento l'unica preoccupazione è per poter far fronte a tutto e almeno anticipare le somme di cassa integrazione ai nostri dipendenti annuali».

Le perplessità sono per tutti le medesime e qualcuno si interroga sull'opportunità di aprire una struttura che comporta costi altissimi per gli elevati standard di qualità rispetto alla prospettiva degli incassi ridotti. «Navighiamo al buio e in alto mare», commenta Marisa Melpignano di Borgo Egnazia. «Come facciamo a riprogrammare se non sappiamo quando effettivamente possiamo ripartire? In tanti forse non riapriranno più e c'è davvero da chiedersi se valga la pena di aprire una struttura per due mesi sapendo di non incassare neppure la metà. Ma soprattutto siamo preoccupati per i tanti dipendenti che nei mesi estivi assumiamo e che con quel reddito vivono tutto l'anno. Abbiamo bisogno di certezze».

Qualcosa però si inizia a pensare sul come incoraggiare i clienti. «Di sicuro quest'anno non avremo stranieri e anche gli italiani benestanti di solito sono meno ben disposti a spendere. In ogni caso stiamo pensando già ad invogliare la clientela, soprattutto per i soggiorni lunghi, con alcuni servizi come il percorso Spa, o la pensione completa per chi volesse uscire il meno possibile dalla struttura, e ancora il distanziamento degli ombrelloni e dei tavoli. Ma è tutto basato sul nostro buon senso, ancora non c'è alcuna direttiva in prospettiva futura».

Una piccola nota positiva sembra venire dal settore della balneazione. «Per fortuna - dice Vincenzo Portaccio di Masseria Torre Pizzo e Lido Pizzo - per quanto riguarda la spiaggia finora le prenotazioni hanno avuto un calo del 30% che non è così male considerato tutto. Dobbiamo contare sulla voglia di mare e di sole delle persone dopo questo periodo. Non ci sono grandi strategie ma avrà la meglio chi riuscirà a trasmettere maggiore senso di sicurezza e tranquillità con una serie di accorgimenti e sfruttando gli spazi in modo che siano più godibili e vivibili evitando l'eccessivo contatto».

Altro punto a favore potrebbe essere la comunicazione. «Abbiamo aumentato tutti i budget di marketing e comunicazione web e social, gli unici uffici attivi sono quelli - dice Vincenzo Gentile, amministratore delegato del gruppo Greenblu che gestisce 8 strutture 5 stelle tra Puglia e Basilicata. Ma se manca la domanda è tutto inutile. La vacanza mare ad esempio è divertimento, aggregazione spensieratezza. Ma ora la gente è terrorizzata e reticente. Al momento l'unica strategia è finalizzata a mettere in sicurezza le aziende, i lavoratori e tutto il sistema; per poter parlare davvero di ripartenza e riorganizzare il lavoro occorre avere una data certa».
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