Draghi: «Sud coraggioso. Ogni ritardo nella spesa una tassa sul futuro»

Il premier in visita ieri a Bari

Draghi: «Sud coraggioso. Ogni ritardo nella spesa una tassa sul futuro»
di Antonio BUCCI
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Mercoledì 27 Ottobre 2021, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 16:08

BARI - «A voi giovani spetta il compito di trasformare l'Italia. Il nostro compito è mettervi nelle condizioni di farlo al meglio. Il vostro è cominciare a immaginare il Paese in cui vorrete vivere. Preparatevi a costruirlo, con passione, determinazione e perché no un pizzico di incoscienza».

La prima visita di Draghi in Puglia

La prima visita di Mario Draghi a Bari da presidente del Consiglio è tutta racchiusa tra l'invito ai ragazzi dell'ITS Cuccovillo e il monito ai più grandi a spendere «con onestà e rapidità» i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza. «La responsabilità è del Governo, ma anche dei Comuni e degli altri enti territoriali. I ritardi nella spesa, che per troppo tempo hanno colpito il Mezzogiorno, sono un ostacolo alla vostra libertà e una tassa sul vostro futuro», spiega, aprendo idealmente un tour che lo porterà a girare l'Italia per raccontare i contenuti del programma concordato con Bruxelles, tour che si aprirà, per il Sud, proprio a Bari, il prossimo 15 novembre.

La platea degli studenti


Ad ascoltarlo, c'è chi ha studiato da geometra e poi si è cimentato con l'automotive, chi ha trovato lavoro prima ancora di finire il ciclo di studi e chi ha scoperto, strada facendo, la passione per la programmazione informatica e rivendica: «Chi ha detto che è un lavoro da uomini?». Il 92% dei diplomati lì trova un lavoro attinente alla propria specializzazione, entro i 12 mesi dal conseguimento del titolo. Il 95% ottiene un'occupazione, senza bisogno di lasciare il territorio regionale. L'inquilino di Palazzo Chigi ci arriva dopo aver aperto la mattinata in un'azienda della vicina area industriale: la Masmec di Michele Vinci, specializzata in tecnologie di precisione, robotica e meccatronica, applicate all'automotive e ai dispositivi biomedicali.

Le due facce della transizione 


Nessuno strappo al protocollo: si mostra regolarmente il green pass (cartaceo, nel caso del premier) e poi si prosegue, parlando di diagnostica Covid e macchine per processare i tamponi, prima di vedere la nuova sede in costruzione. Sono le due facce della stessa medaglia: «Le due transizioni - quella digitale e quella ambientale - richiedono un'ampia e ambiziosa programmazione, che deve coinvolgere anche il nostro sistema educativo. Secondo alcune stime, l'Unione Europea dovrà investire circa 650 miliardi all'anno fino al 2030 per affrontarle. Dovremo costruire nuove infrastrutture, riconvertire il nostro tessuto industriale. E riallineare la domanda e l'offerta di competenze, soprattutto per le professioni ad elevata specializzazione», spiega dal palco dell'Istituto nel quartiere Japigia.
«Non vogliamo risorse sparse in maniera indistinta, ma laboratori per formare i ragazzi, la possibilità di programmare e di far conoscere questo pezzo di formazione», mette in fila le necessità il direttore dell'ITS, Roberto Vingiani. Dalla Capitale, ci hanno messo un miliardo e mezzo di euro. E una riforma attualmente al Senato e già passata alla Camera. «Vogliamo sia approvata definitivamente nel 2022, insieme alla riforma degli istituti tecnici e professionali», serra i ranghi il capo del Governo. La Regione ha investito sull'intero sistema una cifra che si aggira sui 40 milioni di euro, che hanno dato vita a 109 corsi, segnando la leadership nazionale a tema. Tra le sfide prossime, l'incremento degli iscritti al Sud, ma anche il divario di genere: «A oggi, solo il 28% dei diplomati ITS sono donne. Questo riflette un problema più ampio, che riguarda la presenza limitata delle ragazze e delle donne nelle materie tecnico-scientifiche. È nostro dovere abbattere i pregiudizi e gli ostacoli che ancora ostacolano il talento femminile», scandisce. Ha incontrato Nao, il robot programmato dal team Phoenix di studenti e professori dell'IISS Bachelet Galileo di Gravina, ha stretto mani e si è fatto raccontare i dettagli dei singoli progetti.
Da Roma fanno quadrato: «Il governo non fa promesse, ma indica una strada ed è la via della serietà che sostituisce ai sussidi le opportunità, alle concessioni i diritti», si allinea l'azzurra Mara Carfagna, titolare della Coesione territoriale, come pure la sottosegretaria Dalila Nesci.

A fare da padrone di casa è Antonio Decaro.

Emiliano e Decaro padroni di casa

Primo cittadino, ma anche sindaco dei sindaci, fuori dalla retorica del «Paese spaccato in due, in cui noi del Sud cerchiamo sempre di rincorrere un treno che non riusciamo a prendere mai». «In realtà non è così», gli ribadirà. Michele Emiliano lo disegna come un allenatore, che sprona i suoi nello spogliatoio: «Noi siamo con lei, la sosterremo fino in fondo, senza se e senza ma, perché crediamo in questo Paese», gli garantisce - tutto d'un fiato - candidando Taranto a capitale dell'idrogeno. A Roma, è il giorno della manovra finanziaria e del vertice con i sindacati. In mezzo una full immersion in quello che, prima di andar via, Draghi definisce un Mezzogiorno coraggioso. D'altro canto, glielo ha detto il capo della Giunta di via Gentile: «I pugliesi sono nati pronti».
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