Disoccupazione, in Puglia un 2023 da dimenticare: i dati provincia per provincia

Disoccupazione, in Puglia un 2023 da dimenticare: i dati provincia per provincia
di Pierangelo TEMPESTA
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Giovedì 15 Dicembre 2022, 05:00

Anno nuovo, nuovi disoccupati. In Puglia, nel 2023, le persone senza lavoro saranno oltre quattromila in più: un incremento del 2,4 per cento rispetto al 2022. È la previsione, per nulla rosea, che la Cgia di Mestre ha elaborato analizzando i dati Istat e le previsioni Prometeia. Nella top ten delle province con gli aumenti più significativi c’è Bari, al sesto posto dopo Napoli, Roma, Caserta, Latina e Frosinone. Ma anche le altre province pugliesi non se la passeranno bene. Solo nel Brindisino e nella Bat ci sarà, in controtendenza, una diminuzione del numero di disoccupati. In totale, sull’intero territorio regionale si stima la perdita del lavoro (o, comunque, l’impossibilità di trovarne uno) per 4.045 cittadini in più rispetto a quest’anno. Se, infatti, nel 2022 i disoccupati sono stati 171.535, nel 2023 saranno 175.580. Un incremento che, come spiegano gli analisti della Cgia, sarà determinato dalla mancata crescita del Pil e dei consumi delle famiglie e che, a livello nazionale, raggiungerà quota +63mila unità (oltre due milioni di disoccupati in più). Lo scorso mese di ottobre, secondo l’Istat, l’occupazione ha toccato il suo record storico. Grande risultato, ma effimero: il trend, infatti, potrebbe invertirsi nel giro di qualche mese. E le situazioni più critiche si verificheranno al Centro-Sud. 

I dati per provincia

«Nel 2023 - spiega Cgia - il tasso di disoccupazione è destinato a salire all’8,4 per cento.

Un livello, comunque, che torna ad allinearsi con il dato del 2011, anno che ha anticipato la crisi del debito sovrano del 2012-2013». La provincia pugliese che subirà l’incremento maggiore sarà quella di Bari, con 2.554 disoccupati in più (+5,9 per cento rispetto al 2022). Si passerà da 43.570 a 46.124 cittadini senza lavoro. A seguire c’è Foggia: la provincia dauna dovrà fare i conti con 1.269 disoccupati in più (l’incremento sarà del 3,2 per cento e si passerà da 39.877 a 41.146 senza lavoro). Non se la passerà bene neanche il Leccese, con 1.044 unità in più senza lavoro (+2,9 per cento rispetto a quest’anno): nel Tacco il balzo sarà da 36.492 a 37.5369. Quasi stabile il dato della provincia di Taranto, dove l’incremento sarà solo del 0,3 per cento (da 21.699 a 21.759, 61 disoccupati in più). Ci sono, poi, province che faranno registrare un dato negativo, andando in controtendenza rispetto al dato nazionale: a Brindisi sono previsti 498 disoccupati in meno rispetto al 2022 (-3,3 per cento, da 15.278 a 14.780), mentre nella Bat le stime ipotizzano un calo della disoccupazione del 2,6 per cento (-384 senza lavoro, da 14.620 a 14.236). Non è facile, al momento, stabilire quali saranno i settori più in difficoltà.

La crisi, settore per settore

Secondo Cgia, tuttavia, i comparti manifatturieri, specialmente quelli energivori e legati alla domanda interna, potrebbero subire contraccolpi più duri rispetto agli altri, mentre le imprese più attive nel mercato globale, tra cui quelle che operano nella metalmeccanica, nei macchinari, nell’alimentare e nell’alta moda saranno meno esposte. Si prevedono difficoltà anche nel settore dei trasporti, nella filiera automobilistica e nell’edilizia (quest’ultima penalizzata dalle modifiche legislative relative al superbonus). «Il rischio di mettere a repentaglio la coesione sociale del Paese è molto forte», è l’allarme lanciato da Cgia. «Le chiusure stanno interessando sia i centri storici sia le periferie delle nostre città, gettando nell’abbandono interi isolati, provocando un senso di vuoto e un pericoloso peggioramento della qualità della vita per chi abita in queste realtà. Meno visibile, ma altrettanto preoccupanti, sono le chiusure che hanno interessato i liberi professionisti».

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