L'sos delle discoteche ferme da un anno: «Il governo decida in fretta»

L'sos delle discoteche ferme da un anno: «Il governo decida in fretta»
di Paola COLACI
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Martedì 4 Maggio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 20:06

Il desiderio di ripartire c’è. E così anche la voglia e tornare in consolle a far ballare il “popolo della notte”. Di contro, il timore che la stagione estiva alle porte possa essere irrimediabilmente compromessa da un stop improvviso – analogo a quello del 17 agosto dello scorso anno quando su decisione del governo la musica in tutti i club d’Italia si spense - frena però gli entusiasmi. E spinge il mondo della night life – imprenditori, titolari di locali e discoteche ma anche dj e operatori del settore dell’intrattenimento – a invocare maggiori certezze da parte del governo e degli enti territoriali. Il mood resta lo stesso: «Riaprire in sicurezza e senza il rischio di un nuovo stop».

L'ipotesi del protocollo sanitario

E allora ben venga il protocollo sanitario per le discoteche e i locali Covid-free, redatto dal Silb-Fipe (Sindacato italiano locali da ballo e di spettacolo), presentato dal presidente Maurizio Pasca sottoscritto dall’infettivologo Matteo Bassetti, dall’epidemiologo e assessore regionale alla Sanità Pier Luigi Lopalco e da una equipe di esperti che è attualmente al vaglio del Comitato tecnico scientifico e del ministero della Cultura. E ben venga anche l’ipotesi di realizzare già a maggio a Milano ed entro la fine di giugno in Puglia - al Praja di Gallipoli, al Cromie di Castellaneta Marina oppure al Divinae Follie di Bisceglie - eventi-test sul modello di quelli già organizzati a in Spagna, nel Regno Unito e in Olanda come ha anticipato a Quotidiano il direttore di Musica e Parole Francesco Susca. «Ma ora è necessario accelerare.

Ed evitare di tenere lo stesso atteggiamento approssimativo e negativo riservato lo scorso anno a tutto il comparto della night life e dell’intrattenimento». Il giudizio di Fernando Proce rispetto alle misure adottate dal governo centrale di club e discoteche è sferzante. Il dj, produttore e speaker radiofonico tra i più noti in Italia non ha dubbi: «La crisi che ha colpito il settore è drammatica - insiste il conduttore del programma “Procediamo” su R101 - Conosco professionisti diplomati al conservatorio i quali per tirare avanti ormai sono costretti a consegnare pasti a domicilio.

Il duro colpo agli imprenditori

Ma dopo un anno e mezzo di stop hanno già accusato il colpo anche i grandi imprenditori. Ecco perché ora non c’è più tempo da perdere. Il governo, il Cts e le Regioni facciano tutte le verifiche del caso, valutino questo protocollo che mi sembra scrupoloso e dettagliato, indichino ulteriori misure di prevenzione se lo ritengono necessario. Ma decidano in fretta. Se ripartenza deve essere, che sia decisa, condivisa e definitiva soprattutto. Rispetto alla stagione estiva siamo già in forte ritardo. E organizzare un calendario di eventi nei club è impegnativo e oneroso».

La questione del coprifuoco


A suscitare notevoli perplessità c’è, poi, la questione “coprifuoco”. Nonostante gli annunci del governo di voler rivedere già a fine maggio la misura che impone limitazioni alla mobilità dalle 22 alle 5, nei fatti il divieto per ora resta. «Ma ritengo che rappresenti per certi versi un autogol». La stroncatura porta la voce di Tommy Vee, al secolo Tommaso Vianello, top dj e producer tra i più noti nel panorama musicale internazionale. «Date le riaperture di ristoranti, bar e locali piuttosto che concentrare l’utenza serale in un paio d’ore, sarebbe forse più opportuno prevedere turnazioni utili a evitare gli affollamenti - scende nel dettaglio il dj - Se poi il problema sono gli assembramenti, qualcuno ci spieghi perché domenica in Piazza Duomo a Milano è stato consentito a migliaia di tifosi di festeggiare lo scudetto dell’Inter». In relazione al protocollo Silb-Fipe e all’ipotesi di realizzare eventi-test anche in Italia, Tommy Vee non ha dubbi: «Ritengo sia necessario individuare soluzioni che ci garantiscono di coniugare le esigenze di salute con la ripartenza del comparto della night life. E il protocollo in questione mi sembra un’ottima soluzione - rimarca - Se poi vogliamo fare riferimento alle realtà estere, non possiamo prescindere dal ritardo italiano sul fronte delle vaccinazioni rispetto ad altri Stati quali il Regno Unito per esempio. Se si vuole scongiurare un tracollo del settore, dunque, ritengo che sia indispensabile confrontarsi sui tavoli nazionali e individuare soluzione efficaci». Dello stesso avviso Alan Palmieri, direttore artistico di Radionorba e dal 2018 alla guida artistica e alla conduzione della trasmissione televisiva “Battiti Live” in onda su Italia Uno. «Se il coprifuoco dovesse essere confermato, anche per Battiti a cui stiamo già lavorando si dovrebbe riconsiderare l’organizzazione. È auspicabile che anche il settore dei club e dell’intrattenimento proponga protocolli e valuti l’ipotesi dei test per ripartire - sottolinea - Il mondo dello spettacolo del resto è in particolare sofferenza. Ma questa è una fase sperimentale per ogni settore della vita sociale e che richiede la massima cautela, comunque». Fiducioso in una ripartenza “responsabile” è, infine, Maurizio Macri noto dj tra i più amati del Salento e della Puglia. «Il nostro è un settore che ha necessità di programmazione - riflette Macrì - Ed è giusto che si studino tutte le soluzioni per ripartire in maniera responsabile. Sulla professionalità e la scrupolosità degli imprenditori salentini e pugliesi non ho dubbi. Auspico, però, che anche tra i giovani e giovanissimi ora ci sia quella responsabilità dettata proprio dai rischi della pandemia».
 

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