Discoteche chiuse, la rivolta parte da Gallipoli. In campo anche il sindaco: «Basta scuse, hanno diritto di lavorare». Appello del Silb al Governo

Discoteche chiuse, la rivolta parte da Gallipoli. In campo anche il sindaco: «Basta scuse, hanno diritto di lavorare». Appello del Silb al Governo
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Venerdì 2 Luglio 2021, 19:02 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 07:41

Riaprire subito le discoteche: è questa la richiesta del sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva, che arriva a dare manforte ai sindacati dei titolari dei locali da ballo. Una questione, quella delle piste ancora chiuse, che tiene banco da tempo senza che, tuttavia, dal Governo siano arrivate indicazioni precise sul da farsi e un orizzonte chiaro cui guardare per stabilire l'apertura delle discoteche.

Le parole del sindaco

«Terminato il lockdown l’amministrazione gallipolina, congiuntamente a quelle del territorio - ha scritto MInerva in una nota - ha iniziato a lavorare in funzione dell'imminente stagione estiva. Attività commerciali, ristoranti e strutture ricettive hanno fin da subito avuto modo di rimettersi in moto. Come loro, tanti imprenditori e professionisti, ad esclusione di una sola categoria, attualmente ed incredibilmente ferma. Sono fortemente convinto che le discoteche e i locali da ballo abbiano il diritto di ripartire. Ora. È passato troppo tempo, è trascorso quasi un mese da quell’evento pilota che avrebbe visto Gallipoli protagonista e che sarebbe stato da volano per il settore. È ormai luglio, piena estate, non possiamo permettere che alcune attività restino ferme. Tutti hanno diritto alla ripartenza, a dover lavorare, a garantire un servizio che ormai la società richiede. I casi Covid-19 sono in netta diminuzione, il numero dei vaccinati - grazie allo straordinario lavoro di medici, tecnici e operatori sanitari e amministrativi - ha superato la metà della popolazione: non ci sono scuse, non possiamo aspettare che passi altro tempo. Mi unisco alla richiesta corale di dare un'accelerata al sistema burocratico per permettere alle discoteche di riaprire.

Un settore fermo vuol dire migliaia di lavoratori immobili, a casa, e questo non lo posso, non lo possiamo accettare. Ognuno ha il diritto di lavorare, ognuno ha il diritto di ripartire».

Il sindacato 

Intanto, Silb-Confcommercio - che riunisce i titolari di locali da ballo del Paese - torna all'attacco. E se ieri è stato Maurizio Pasca, salentino e presidente nazionale, a invocare un poco di ascolto mettendo in guardia da una estate «di feste abusive, di assembramenti fuori controllo e di nomadismo alcolico», oggi è Massimo Roger Greco del Silb Brindisi a firmare «l’ennesimo appello al Governo affinché si risolva un problema che oggi penalizza proprio chi, come noi gestori di locali da ballo e discoteche, offre un contributo in termini di rispetto della legalità e di salvaguardia della salute dei nostri giovani».

«La costante diminuzione di contagi e l’allentamento della pressione sugli ospedali - scrive Greco - ha determinato le condizioni per una graduale ma costante riapertura del paese. Allo stato attuale, pertanto, si registra un “via libera”, reso ancora più tale dalla cancellazione del coprifuoco. Le piazze delle nostre città pullulano di locali in cui si registrano sistematicamente assembramenti e dove c’è un gran consumo di alcol. Il tutto, senza alcuna forma di controllo. Proprio per questo, appare ancora più incomprensibile la decisione di continuare a tenere chiuse le discoteche e cioè l’unico luogo in cui i giovani possono divertirsi in totale sicurezza. Del resto, proprio noi del Silb abbiamo fatto delle proposte concrete al Governo, suggerendo la riapertura in sicurezza con il green pass. Ad oggi, però, continuiamo a non essere ascoltati. La conseguenza è che anche in provincia di Brindisi andiamo incontro ad un’estate fatta di feste e di assembramenti fuori controllo». 

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