Da Dior a Gucci: la Puglia passerella della moda internazionale. Ma c'è chi storce il naso: ecco perché

Da Dior a Gucci: la Puglia passerella della moda internazionale. Ma c'è chi storce il naso: ecco perché
di Leda CESARI
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Domenica 17 Aprile 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 18:02

Prima Dior, ora Gucci. E nel mezzo di questi due giganti del fashion del lusso una pletora di eventi, intrecci, relazioni virtuose che da tempo legano la Puglia al mondo della moda internazionale per via del suo fascino un po’ magico e un po’ retrò, un po’ ancestrale e un po’ esoterico che per qualcuno è vera gloria, per altri solo marketing ben orchestrato. La verità? Nel mezzo, come sempre. 
Ma la realtà ha la forza dei dati; ed è un dato di fatto che nel luglio 2020, alla fine del primo lockdown causa pandemia, la spiritualità barocca piazza di Duomo e il paganesimo trascinante della Notte della Taranta hanno avuto una ribalta mondiale e congiunta grazie alla cruise collection ivi voluta da Dior, e per esso della “salentina” di Tricase Maria Grazia Chiuri. Direttrice creativa della maison parigina che qualche mese dopo scelse di insistere sull’idea inscenando le proposte natalizie di Dior tra i trulli di Alberobello, altro atout di una Puglia magica e un po’ Circe che evidentemente non irretisce solo i semplici turisti, ma pure i creativi fashion di ogni latitudine. Ed infatti, neanche a dirlo, la notizia dei giorni scorsi: il prossimo 16 maggio sarà Gucci a sfilare in quel di Castel del monte, altro “presidio” magico - e magico è dire poco, per l’enigmatica struttura voluta da Federico II nella campagna di Andria: la letteratura “alternativa” al riguardo si spreca - di una Puglia che non a caso costituisce in Italia una delle mete preferite del turismo esoterico. Che spesso e volentieri confina con quello religioso, in una commistione un po’ New Age da inizio millennio: ambito in cui pure la Puglia, grazie a Dio (è il caso di dire), non si fa mancare niente, a cominciare dai visitatori che vanno in pellegrinaggio alla Basilica celeste di Monte Sant’Angelo, voluta e consacrata direttamente dall’Arcangelo Michele, e poi a celebrare il solstizio d’estate 300 e passa chilometri più giù: magari al dolmen “Li Scusi” di Minervino di Lecce, tra i monoliti di Giuggianello, tra i menhir di Giurdignano e dintorni, o vicino alla chiesetta templare di Santa Maria del Casale a Brindisi.

Il legame con la moda

Un legame, quello tra la Moda e la Magic Puglia - laddove “magic” può assumere tanto le sfumature dell’arcano quanto quelle dell’estremamente attraente - che non è neppure una grandissima novità, a ben vedere: perché in una regione che ha dato per esempio i natali al tarantino Riccardo Tisci, direttivo creativo del brand inglese Burberrry (che non per niente ha celebrato nei giorni scorsi la sua collaborazione a Trani con “Nugnes 1920”, con l’amministratore unico Beppe Nugnes a dire che si tratta di un’amicizia “magica”), sono storia nota la folgorazione di Lisetta Carmi per Cisternino (luogo in cui la fotografa volle fondare un ashram, centro di spiritualità orientale divenuto famoso in tutto il mondo, e nido d’amore all’epoca del modello di fama internazionale Raz Degan e Paola Barale), l’amore per le vacanze salentine tra Leuca e Gallipoli della stilista Lella Curiel, le case ostunesi della decana delle giornaliste di moda italiane Mariella Milani e di Meri Marabini, bolognesissima art director di sfilate per brand decisamente importanti. E poi le sortite estive di Guillermo Mariotto, anima del brand Gattinoni, con il responsabile della comunicazione della maison romana Edoardo De Giorgio e il salentino Rossano Giuppa, storico regista di “Lecce Fashion Weekend”, rassegna di moda per stilisti emergenti inventata più di vent’anni fa dalla creativa Elisabetta Bedori, recentemente scomparsa, con il suo compagno Vincenzo Longo; e gli eventi “smart” correlati di “futuroRemoto” e del suo guru creativo Gianni De Benedittis. E ancora, andando più indietro nel tempo, le sfilate di alta moda organizzate nei luoghi più belli di Lecce, dall’Anfiteatro romano allo splendore congiunto di Palazzo dei Celestini-Santa Croce, da Antonio Bruno: in passerella Balestra, Marras, Lorenzo Riva, Marella Ferrera, giusto per citarne alcuni. Insomma, una vera e propria “connection” che per Anna Dello Russo, giornalista barese e icona ella stessa del fashion internazionale (con super fotografato multi-trullo in Valle d’Itria), trae linfa dall’essere la Puglia una regione ancora tutta da scoprire: «Dopo due anni di reclusione abbiamo tutti voglia di esplorare luoghi nuovi e di sperimentare messe in scena spettacolari, luoghi mitici in cui restare affascinati non solo dai vestiti, ma anche dal contesto.

E la Puglia gode di grandissima attenzione perché è una terra magica e ancora poco battuta, un luogo vergine e affascinante capaci di enfatizzare la voglia di stare insieme e di condividere messaggi positivi. Può poi contare sia sul mare che sull’entroterra, sulla campagna e sulla collina: ha un clima pazzesco, è la California d’Italia, come diceva mio padre», conclude la giornalista barese, «e un posto che offre una qualità della vita altissima». 

Il parere dell'antropologo


Meno ispirato invece Eugenio Imbriani, docente di Antropologia culturale presso l’Università del Salento: «Io credo molto laicamente che sia solo una questione di marketing e di restyling territoriale, di un racconto ben impostato su un esotismo di facciata un po’ patinato che ha funzionato, perché è chiaro che a presentare i problemi di inquinamento, il disastro delle coste, la Xylella e la desertificazione in atto non si vende nulla, mentre costruendo l’immagine di una Puglia solare e festaiola, affascinante ed anche un po’ esotica, il messaggio colpisce», e spuntano fuori gli investitori, aggiunge il docente, e i set dei film. Ma se è vero che Ernesto De Martino aveva indagato le connessioni tra i fenomeni “magici” di Puglia e Basilicata, conclude il docente, «non ha mai tifato per il tarantismo: anzi, lo considerava l’emblema di un’arretratezza di cui dava colpa alle classi dirigenti».

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