La Dia: «Mafia pugliese impresa politico-criminale»

La Dia: «Mafia pugliese impresa politico-criminale»
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Giovedì 7 Aprile 2022, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 17:27

La mafia pugliese viene definita “impresa politico-criminale" nella relazione sullo stato della criminalità organizzata del primo semestre 2021 della Direzione investigativa antimafia (Dia). Vengono citati a questo proposito i Comuni sciolti per mafia o nei quali è stata istituita la commissione di accesso agli atti amministrativi: Foggia, Carmiano (dove a novembre dell'anno scorso ci sono state le nuove elezioni), Squinzano, Ostuni e Carovigno. Citata in questo filone anche l'operazione condotta dalla Procura di Lecce e che ha visto la settimana scorsa l'ex giudice del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, e l'ex avvocato penalista Giancarlo Chiariello, condannati a 9 anni ed 8 mesi di reclusione a testa con l'accusa di corruzione in atti giudiziari con l'aggravante di avere agevolao i clan mafiosi del Nord della Puglia con provvedimenti di revoca delle misure cautelari.

Mafia e amministrazioni pubbliche

«La mafia pugliese intesa quale summa di varie realtà che annoverano clan e sodalizi tra loro in altalenanti rapporti di conflittualità ed alleanze continuerebbe a presentare un’eterogeneità caratterizzata da differenti strategie operative», l'incipit della parte riguardante la Puglia delle 537 pagine della relazione della Dia . «Anche nel semestre di riferimento lo scenario che emerge costantemente è quello di un’organizzazione criminale che oltre a mirare al controllo del territorio e al mercato degli stupefacenti punterebbe a infiltrarsi nell’economia legale condizionandone i flussi finanziari e il libero mercato.

In tale prospettiva la fluidità delle formule organizzative riflette una spiccata connotazione imprenditoriale della criminalità organizzata pugliese che conduce ad un allentamento dei tratti predatori e militari lasciando spazio a profili e condotte economiche che tenderebbero a invadere i mercati. La sempre più accentuata configurazione di “impresa politico-criminale” dei sodalizi comporta la necessità di acquisire quelle imprescindibili risorse sociali qualificate che provengono dalla realizzazione di legami con l’area grigia attraverso la quale gli attori mafiosi possono esprimere al meglio la loro governance imprenditoriale del territorio. Il reticolo di cointeressenze si intreccia ricorrendo a sistemi corruttivi anche con esponenti delle pubbliche amministrazioni».

Area grigia

Circostanze attuali poiché citate ed approfondite nel corso delle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario 2022 dei distretti di Corte d'Appello di Bari e di Lecce. Foggia al centro della relazione, ma ampio spazio anche al Salento ed al Brindisino. «L’humus ottimale per la crescita dell’area grigia si può ritrovare anche nel territorio salentino dove forme di ingerenza della criminalità organizzata hanno portato all’insediamento, il 15 febbraio 2021 della commissione straordinaria per la gestione del comune di Squinzano  e con Dpr del 24 marzo 2021 alla proroga per 6 mesi dello scioglimento del consiglio comunale di Carmiano. Gli elementi informativi e gli accertamenti hanno messo in luce la sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi in ordine a collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con esponenti della locale criminalità organizzata riferibili agli storici sodalizi della sacra corona unita De Tommasi e Pellegrino. A nord della provincia di Brindisi invece analoga sorte si è avuta peri comuni di Carovigno e di Ostuni entrambi coinvolti da dinamiche di infiltrazione mafiosa che hanno determinato lo scioglimento del primo il 12 marzo 2021 e l’insediamento della commissione d’indagine il 26 febbraio 2021 per l’altro».

Interdittive

Si parla anche del pericolo di infiltrazione nel tessuto economico. «L’ effervescente strategia operativa della Sacra corona unita tenderebbe a permeare in modo silente anche il tessuto economico. Ne sono conferma le misure interdittive prefettizie adottate nel mese di aprile nei confronti di alcune imprese operanti nel settore edile e agricolo che hanno evidenziato collegamenti dei membri della compagine societaria e degli amministratori con una famiglia di origine calabrese legata alle ‘ndrine Arena-Nicosiadi Isola di Capo Rizzuto (Crotone) a loro volta alleate con la cosca Grande Aracri di Cutro».

Giudice ed avvocato

Infine il caso del giudice e dell'avvocato che avrebbero favorito i clan. «La lungimiranza nel perseguimento degli obiettivi illeciti della criminalità organizzata pugliese sembra rivolgersi anche all’amministrazione della giustizia estendendo il sistema corruttivo al “deplorevole mercimonio della funzione giurisdizionale” esercitata da un appartenente all’ordine giudiziario del capoluogo pugliese che tramite gli accordi con un avvocato del Foro di Bari e dietro corrispettivo in denaro avrebbe emesso provvedimenti di scarcerazione in favore di alcuni elementi di spicco delle compagini criminali baresi e foggiane già indagati in importanti operazioni di polizia giudiziaria anche per reati aggravati dal metodo e fine mafioso».

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