«Ulivi infetti, carcere per chi non li abbatte»

«Ulivi infetti, carcere per chi non li abbatte»
di Nicola QUARANTA
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Martedì 22 Gennaio 2019, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 12:06
Obbligo di distruzione delle piante infette in deroga ad ogni disposizione vigente. E carcere per chi non rispetta le misure fitosanitarie ufficiali anti-Xylella. Pugno duro. E svolta. Un emendamento dei relatori al dl semplificazioni, sancisce un passo inedito nella lotta al batterio killer degli ulivi. Le misure fitosanitarie ufficiali anti-Xylella, o comunque derivanti da provvedimenti di emergenza fitosanitaria, ivi compresa la distruzione delle piante e dei prodotti delle piante contaminate, dovranno essere attuate in deroga ad ogni disposizione vigente, nei limiti e secondo i criteri indicati nel decreto di emergenza fitosanitaria e nella normativa Ue. Attività di contenimento che andrà rispettata alla lettera: La mancata attuazione delle misure ufficiali fitosanitarie necessarie ad evitare la diffusione della malattia, recita infatti l'emendamento, è punibile con la reclusione da 1 a 5 anni.
Regole e rigore che piovono nel giorno in cui la Regione Puglia prende conoscenza e coscienza anche della bozza del nuovo piano di contrasto alla diffusione dell'epidemia. Snellimento delle procedure per l'eradicazione delle piante infette, manuale per le buone pratiche e la prevenzione, tutela degli ulivi monumentali, programma di rinascita e rilancio del settore olivicolo e vivaistico, attraverso il reimpianto e il commercio delle cultivar resistenti, sostegno alla ricerca. Nero su bianco, i punti salienti del nuovo piano redatto dal Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea), sotto il coordinamento del ministero delle Politiche agrarie e forestali. La bozza del decreto, come già annunciato dal ministro Gian Marco Centinaio, sarà sottoposta al vaglio della Conferenza Stato-Regioni giovedì prossimo, primo passo verso la definitiva approvazione. Tra le righe, l'insieme delle misure che il governo intende adottare sull'intero territorio nazionale per contrastare la galoppata del batterio, in attuazione della Decisione di esecuzione (Ue) 2015/789 e del decreto ministeriale 13 febbraio 2018 (e successive modifiche), nonché gli interventi da attuare ai fini del rilancio del settore agricolo e agroalimentare delle aree colpite dal batterio in Puglia. Sul piatto, le risorse a disposizione per l'attuazione del Piano, da utilizzare attraverso apposito protocollo d'intesa tra ministero delle politiche agricole e Regione Puglia: ammontano a 100,65 milioni di euro (48,5 in carico al Mipaaft, 52,6 nel bilancio della Regione Puglia). Nell'ambito delle stesse, saranno ricavati anche i fondi per le esigenze della filiera vivaistica. Il Piano - si legge in premessa - nasce fondamentalmente dalla consapevolezza di due elementi fondamentali: innanzitutto, la gravità dell'epidemia in atto e l'enorme rischio potenziale di espansione in altre regioni del Paese; secondo, la necessità di uno stretto ed efficace coordinamento delle istituzioni e degli enti chiamati a gestire le azioni di contrasto sul territorio a tutti i livelli.
Partendo dalla consapevolezza che la comparsa e i successivi effetti del batterio sull'olivicoltura pugliese hanno rappresentato una vera calamità ed hanno contribuito notevolmente ad aggravare le condizioni di un comparto di per sé già caratterizzato da notevoli problemi di carattere strutturale ed economico.
La Xylella, infatti, ha modificato profondamente la filiera dell'olivicoltura pugliese in termini economici, spaziali e tecnico-agronomici. Il nuovo Piano terrà conto delle caratteristiche del settore, fatto di aziende orientate al mercato ma anche di piccole realtà di autoproduzione che sono per il territorio attività economica, occupazione ma anche cultura, paesaggio, identità.
Le azioni previste, si rimarca, dovranno necessariamente avere una dimensione legata a caratteristiche di urgenza che sono quelle tipiche delle calamità e delle emergenze. Basti pensare, per dare una idea della diffusione dell'epidemia, che dal 2013 al marzo del 2018 si sono registrati 11 interventi della Regione Puglia che a seguito dell'individuazione di nuovi focolai e delle conseguenti decisioni comunitarie hanno progressivamente spostato verso Nord, sino a Noci, la linea di demarcazione con la zona indenne.
Alla luce dell'esperienza di contenimento sembra evidente l'impossibilità della sola istituzione Regionale a gestire capillarmente sul territorio gli interventi.
Da qui la necessità, individuata nel nuovo piano, di coinvolgere direttamente e in modo coordinato in primo luogo le Amministrazioni locali (Comuni e Provincie) e in secondo luogo i soggetti locali quali il mondo dell'associazionismo, delle organizzazioni di rappresentanza agricole, i Gruppi di Azione Locale (Gal). Le novità principali, dunque. Partendo, non a caso, dallo snellimento delle procedure autorizzative di eradicazione degli ulivi infetti, al fine di assicurare il rispetto dei tempi imposti dalle pertinenti disposizioni dell'Unione europea.
Altro passaggio atteso dagli operatori, il capitolo legato ai reimpianti e alle riconversioni tramite cultivar di olivo resistenti: In ogni particella catastale in cui si è accertata la presenza di olivi danneggiati, si può intervenire con lo svellimento di tutte le piante di olivo in essa presenti, con la messa a dimora di nuove piante di olivo di varietà tolleranti e resistenti ai sensi della vigente normativa, in numero almeno pari a quelle danneggiate o distrutte.
Altrettanto significativo il capitolo legato alla ricerca. I gravissimi danni economici potenziali o già subiti dal comparto olivicolo e vivaistico, impongono di ridefinire le priorità ed avviare nuovi programmi di ricerca specifici per trovare soluzioni utili al vivaismo.
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