Covid e decreto ristori, un miliardo alle imprese: in Puglia risorse per 13mila aziende

Covid e decreto ristori, un miliardo alle imprese: in Puglia risorse per 13mila aziende
di Pierpaolo SPADA
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Domenica 8 Novembre 2020, 08:49

Per un decreto che limita le libertà d'impresa e di circolazione, ce n'è un altro, anzi due che elargiscono denari a fondo perduto e agevolazioni fiscali e contributive per compensare le penalizzazioni derivanti dal sacrificio imposto. I primi ristori stanno già arrivando sul conto corrente di oltre 210mila imprese, a 9 giorni dall'emanazione del relativo decreto. Ammontano a un miliardo di euro. E, tra poco, scatteranno anche gli accrediti saranno disposti con il decreto-bis da oltre 2 miliardi approvato ieri. L'esperienza dettata dalla prima ondata pandemica, sul fronte economico, comincia, insomma, a produrre tempestive risposte.


L'intesa Governo-Agenzia delle Entrate ha bruciato, infatti, i tempi, anche quelli previsti dallo stesso esecutivo-Conte, che intendeva procedere non oltre il 15 novembre. L'imponente operazione di ristoro sta agendo, dunque, a pieno ritmo. E se con il primo decreto le polemiche sono affiorate simultaneamente, con il secondo si è pensato di ridimensionarle predisponendo una copertura pressoché totale del fabbisogno, che, tuttavia -, va detto anche questo - potrebbe ancora aumentare o decrescere in funzione dell'intensità della diffusione virale. Il miliardo con il primo decreto Ristori è destinato precisamente a 211.488 imprese italiane. Di queste 13.064 sono operative in Puglia, regione che, dunque, si colloca all'ottavo nella speciale graduatorie dei beneficiari, e davanti alla Sicilia (12.908), con la quale condivide il primato arancione, il colore delle zone distinte dal Dpcm del 3 novembre per rischio medio-alto. La maggiore concentrazione di imprese destinatarie del ristoro è concentrata in Lombardia (32.345) che è zona rossa, nonché nel Lazio e in Veneto, che, invece, sono zone gialle.

Dell'ammontare complessivo, 726 milioni di euro sono destinati a 154mila tra bar, pasticcerie, gelaterie e ristoranti; 106 milioni spettano, invece, a 25mila operatori dell'ospitalità. La restante parte è suddivisa tra chi opera nelle attività sportive, in quelle di intrattenimento e nei trasporti (9mila) nonché nelle attività artistiche (2.935), di supporto alle imprese (1.482) e in quelle professionali (1.206).

Attraverso il decreto Ristori bis il governo prova a dare un ulteriore aiuto. È disposto, nel dettaglio, oltre all'aumento dell'indennizzo erogato con il primo decreto (dal 150 al 200% di quanto percepito col Dl Rilancio), anche la sospensione di ritenute e pagamenti Iva di novembre per tutte le attività nelle zone rosse.

Nelle zone arancioni (come appunto la Puglia), la stessa agevolazione sarà concessa solo per le attività chiuse e si sommerà alla sospensione dei contributi previdenziali per due mesi. Basterà? Quel che per ora, secondo la Cgia di Mestre, è certo è che, causa Covid, quest'anno ogni italiano perderà quasi 2.500 euro. L'impatto economico della pandemia e delle misure governative a essa connesse, secondo la stessa Associazione, sarà ancora una volta più pesante per il Mezzogiorno, il cui Pil - è stimato - tornerà indietro di 31 anni, toccando dunque i livelli di quello rilevato nel 1989. Scenario non confortante e potenzialmente anche contenuto se si considera che tali stime sono state elaborate su dati aggiornati al 13 ottobre, in data dunque antecedente l'emanazione degli ultimi Dpcm.

Di fatto, anche i dati (elaborati e diffusi tre giorni fa da Quotidiano) sul numero di addetti già persi nei primi 9 mesi dell'anno (26mila in Puglia - fonte Osservatorio Aforisma) e sul fiume di cassa integrazione da settembre tornato in piena in tutta la regione (fonte Inps), purtroppo ne premettono la realizzazione. Secondo l'elaborazione della Cgia di Mestre (su dati Prometeia), in Puglia la perdita pro-capite ammonterà nel 2020 a 1.458 euro, il -8,8% a fronte del -9,7% nazionale e dell'8,7% attribuito al Sud. Quanto al Pil, le proporzioni sono simili: Puglia a -9%, contro il -9,7% dell'Italia e il -9% del Sud. L'andamento occupazionale? Non si discosta troppo dalla stima elaborata dall'Osservatorio economico di Aforisma, anche se il periodo di riferimento è più ampio: nell'ultimo anno la Puglia avrebbe, insomma, già perso 22mila addetti (-1,8% sul 2019), 474mila in tutta Italia.

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