Puglia, nelle ultime settimane il covid miete vittime, ma tra i non vaccinati

Puglia, nelle ultime settimane il covid miete vittime, ma tra i non vaccinati
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Venerdì 20 Agosto 2021, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 09:08

I decessi delle ultime settimane per Covid hanno riguardato soprattutto pazienti non vaccinati, immunizzati parzialmente o non responder. Si tratta di un dato consequenziale, che non deve sorprendere, poiché nei reparti Covid degli ospedali di tutta Italia ad essere ricoverate sono soprattutto persone che non hanno ricevuto il vaccino per scelta o impossibilità.

I dati in Puglia


Lo stesso Istituto Superiore di Sanità nella terza settimana di luglio aveva segnalato che dei casi di Covid-19 registrati, la maggioranza riguardava soggetti non vaccinati. Gli esperti spiegano che «il parametro dei decessi è evidentemente legato a quello dei contagiati ricoverati». Quindi, se a ricorrere alle cure ospedaliere sono nella grande maggioranza persone non immunizzate, gli eventi fatali riguarderanno proprio loro. I dati specifici sui pazienti deceduti sono già stati forniti dalle singole Regioni all'Iss, che li sta elaborando in queste ore e li renderà noti nelle prossime ore.


Le informazioni aggregate riguardano non solo l'avvenuta o mancata vaccinazione, ma anche l'età media, l'eventuale presenza di patologie, l'incidenza della variante Delta. I numeri che quotidianamente vengono forniti dal ministero della Salute mostrano un andamento sostanzialmente stabile dei decessi da dopo Ferragosto: nelle ultime 24 ore se ne sono contati 55, ieri 69, martedì 54. Dato non basso in cui rientrano anche - dicono dagli ospedali - pazienti ricoverati già da mesi.


Intanto, se a pesare sugli ingressi in ospedale sono soprattutto le mancate vaccinazioni, l'Organizzazione mondiale della Sanità ha preso la sua posizione sull'eventualità della cosiddetta terza dose, affermando che al momento i dati non ne indicano il bisogno. A dirlo in una conferenza stampa Soumya Swaminathan, chief scientist dell'Oms, secondo cui la priorità al momento deve essere quella di aumentare le coperture nei Paesi che ancora non hanno avuto accesso ai vaccini. Secondo l'esperta iniziare con i booster con buona parte del mondo ancora non immunizzata potrebbe essere addirittura controproducente: «Ci opponiamo fermamente alla terza dose per tutti gli adulti nei paesi ricchi, perchè non aiuterà a rallentare la pandemia. Togliendo dosi alle persone non vaccinate i booster favoriranno l'emergere di nuove varianti», ha detto. La dichiarazione non ha mancato di suscitare pareri discordanti pur restando una necessità la copertura vaccinale globale. «Prima di tutto bisogna vedere se il booster funziona e se è necessario. Tra tre settimane dovrebbero arrivare all'Ema i primi studi seri. Ma il mondo è grande e non è certo risparmiando la terza dose per chi ne ha bisogno che il vaccino arriverà a chi non ne ha avuto neppure una», commenta l'ex direttore dell'Agenzia europea del farmaco Guido Rasi. «È chiaro che il virus si ferma vaccinando tutti in tutto il mondo - aggiunge - ma quella dell'Oms è un'affermazione politica, condivido il messaggio. Ma il grande nemico nella distribuzione dei vaccini è la logistica, non è riempiendo i nostri ospedali di contagiati che si svuotano quelli dei Paesi che non ricevono il vaccino».
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