Dalla "Blue Whale" al "Plaking": quando il pericolo di morte corre sui social. Adolescenti nella trappola delle challenge

Dalla "Blue Whale" al "Plaking": quando il pericolo di morte corre sui social. Adolescenti nella trappola delle challenge
di Paola COLACI
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Sabato 6 Febbraio 2021, 20:25 - Ultimo aggiornamento: 20:52

In principio è stata la “Blue whale” (la balena azzurra). Una folle sfida partita dalla Russia nel 2016 e dilagata come una piaga sui social, rimbalzando sugli smartphone degli adolescenti di tutto il mondo. Una prova estrema fatta di 50 regole tanto pericolose quanto assurde: arrampicarsi sui cornicioni, saltare giù dai palazzi e persino tagliarsi le vene. E dietro le quinte di questo macabro palcoscenico social un “curatore” pronto a incitare i più giovani a misurarsi con il proprio coraggio. Un folle studente russo di psicologia, il reo confesso Philip Budeikin, che durante l’interrogatorio definì le sue vittime: «Scarti biologici che meritavano di morire perché avrebbero solo procurato danni a loro stessi e alla società». E di suicidi sulla scia della “balena azzurra” tra giovani e giovanissimi se ne sono contati a centinaia in tutto il mondo. Italia compresa.

Ma da quattro anni  i casi di minorenni che decidono di abbracciare macabri rituali e immortalarli con lo smartphone per pubblicarli in rete sono cresciuti in maniera esponenziale. Denominatore comune: la simulazione spettacolarizzata della morte attraverso lo strumento delle “challenge”.
"Black out", "Chocking game", "Pass-out game" quelle più in voga tra giovani e giovanissimi negli ultimi tempi. Ma se i nomi cambiano, la folle sfida che rimbalsa dalle chat ai social (Tik Tok in testa) è la stessa: comprimersi la carotide sino a soffocare. Proprio come ha fatto la bimba di 10 anni, morta poche settimane fa a Palermo dopo essersi provocata l’asfissia con la cintura del papà. Voleva sfidare i suoi coetanei alla “Black out” su Tik Tok per dimostrare di essere la “regina delle challenge”. E invece è morta in ospedale dopo giorni di agonia.

Ma c’è anche chi al gioco della morte preferisce la sfida del dolore. E anche in questo caso le regole del gioco le detta una “challenge”. A voler essere precisi la "Knock out challenge", che consiste nel dare un pugno a uno sventurato che passa per strada. Solo per il gusto di fare del male e vedere cosa succede.

Ma nel 2020 a diventare virale sui social è stata la "Skullbreaker challenge". In poche parole, una vittima al centro e altri due ragazzi che sgambettano lo sfortunato che cade rovinosamente con la schiena per terra. Tutto rigorosamente a favore di videocamera o in diretta sui social. E proprio su Facebook e Telegram nei mesi scorsi si è diffusa anche "Jonathan Galindo", la challenge con protaginista il personaggio di fantasia che le cui sembianze ricordano quelle di Pippo della Disney. Una maschera dietro cui si nasconderebbero più individui che in rete adescano giovani vittime, inducendole a partecipare a un pericoloso gioco social. Una challenge che induce i giovanissimi frequentatori di internet ad atti di autolesionismo. Sino a gesti estremi come quello verificatosi nei mesi scorsi a Napoli dove un bimbo di soli 10 anni si è lasciato cadere dal balcone della sua cameretta, lasciando un bigliettino nel quale parlava di un uomo con il cappuccio da seguire.

 Ci sono, ancora, le challenge che si ispirano ai personaggi di film come la spettrale Samara di "The Ring". E i casi di giovani e giovanissimi che lo scorso anno vagavano in camicia da notte bianca col volto coperto da lunghi capelli spaventando ignari passanti non sono mancanti anche nel Salento. Ma c’è anche chi si appende a testa in giù ai cartelli stradali per sfidarsi alla “Batmanning” o si getta la vodka negli occhi come impone la “Eyeballing”. E ancora, chi guida a occhi chiusi sfidando la morte per vincere la folle sfida dettata dalla “Bird box Challenge”.

Infine c’è la “Plaking”. L’ultima frontiera della follia sui social partita proprio qualche giorno fa dal Salento.

Il meccanismo è semplice quanto assurdo e pericoloso: gruppi di ragazzini si nascondono dietro le macchine in sosta e si piazzano improvvisamente davanti quando le auto sono pronte a partire. E il rischio di finire investiti, naturalmente, è altissimo.

COME EVITARE I PERICOLI: I CONSIGLI DELLA POLIZIA POSTALE

E in tutti i casi, quando il peggio accade, a pagare il prezzo più alto sono proprio i genitori e le famiglie assalite da rabbia, impotenza, senso di fallimento. Come evitare, dunque, pericoli del genere ai figli? Che abbiano 10 o siano adolescenti, cambia certo ma non elimina preoccupazione. A 9 anni si può evitare di dare il cellulare, a 15 no, ma l'ansia di come venga usato resta al di là dell'età, specie se l'uso per la comunicazione e per la navigazione  procede con disinvoltura da nativi digitali superiore alla dimestichezza spesso meno smart dei grandi.

La polizia postale impegnata in prima linea sul tema offre questi consigli ai grandi, ai genitori:

• Parlate ai ragazzi delle nuove sfide che girano in rete in modo che non ne subiscano il fascino se ne vengono al corrente da coetanei o sui socialnetwork;
• Assicuratevi che abbiano chiaro quali rischi si corrono a partecipare alle challenge online. I ragazzi spesso si credono immortali e invincibili perché “nel fiore degli anni”: in realtà per una immaturità delle loro capacità di prevedere le conseguenze di ciò che fanno potrebbero valutare, come innocui comportamenti letali.
• Alcune challenge espongono a rischi medici (assunzione di saponi, medicinali, sostanze di uso comune come cannella, sale, bicarbonato etc), altre inducono a compiere azioni che possono produrre gravi ferimenti a se’ o agli altri (selfie estremi, soffocamento autoindotto, sgambetti, salti su auto in corsa, distendersi sui binari, etc);
• Monitorate la navigazione e l’uso delle app social, anche stabilendo un tempo massimo da trascorrere connessi. Mostratevi curiosi verso ciò che tiene i ragazzi incollati agli smartphone: potrete capire meglio cosa li attrae e come guidarli nell’uso in modo da essere sempre al sicuro.
• Se trovate in rete video riguardanti sfide pericolose, se sui social compaiono inviti a partecipare a challenge, se i vostri figli ricevono da coetanei video riguardanti le sfide segnalateli subito a  www.commissariatodips.it
• Tenetevi sempre aggiornati sui nuovi rischi in rete con gli ALERT che vengono pubblicati sul portale www.commissariatodips.it e sulle pagine Facebook Una Vita da Social e Commissariato di PS Online

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