Il personaggio/Dal Bis-Conte al gran biscotto cegliese: la regia di Casalino, più di un portavoce

Il personaggio/Dal Bis-Conte al gran biscotto cegliese: la regia di Casalino, più di un portavoce
di Francesco G. GIOFFREDI
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Sabato 16 Gennaio 2021, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 15:22

Dal Bis-Conte dimezzato al governo del gran biscotto cegliese. Impastato, cotto e apparecchiato in tavola anche dal manovratore di Palazzo Chigi: Rocco Casalino da Ceglie Messapica, il grande fratello che passo dopo passo ha plasmato l'identità pop e populista, rassicurante e spavalda di Giuseppe Conte, il premier che sembrava così anonimo, protocollare, dimenticabile. E che invece è ancora lì, saldo, prima con la Lega, poi col Pd e avanti il prossimo, che differenza c'è. Casalino fa e disfa, tanto che Matteo Renzi ne aveva chiesto la testa, o perlomeno un depotenziamento, dettando le condizioni prima del lungo e velenoso addio. Risposta: è intoccabile, Conte si fida ciecamente. Anzi: c'è chi sostiene che sia Casalino a controllare il premier. E che in queste ore proprio Rocco da Ceglie sia uno dei principali registi e tessitori dell'operazione responsabili, o costruttori, o trasformisti - chiamateli come vi pare. In pratica: la quintessenza del parlamentarismo da Prima e Seconda Repubblica s'incarna così nel più esatto prodotto del laboratorio Casaleggio, nell'ingegnere cegliese ed ex concorrente del Grande Fratello che più di chiunque altro riassume contraddizioni e spirito del tempo.


Casalino è il consigliere spietato, l'uomo che sussurra spregiudicate veline ai giornalisti e a pezzi di maggioranza, lo spin doctor del contismo. E per contismo qui s'intende quel fritto misto di post-grillismo e trucchetti da antiche epoche Dc, reality show e ammiccamenti populisti, buoni sentimenti e capacità camaleontiche. Rocco Casalino è il portavoce del premier che più di qualsiasi altro collega di ieri e di oggi "fa" la voce, ma del resto quell'appellativo (portavoce) il grillismo l'aveva destinato a senatori e deputati del Movimento, che avrebbero dovuto aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e dovevano essere solo il megafono della gente, dei Meetup, o di Casaleggio&Casalino. Rocco da Ceglie è voce che fuori dal Palazzo poco si sente, ma che in quelle mura sa come cucire, scucire, incidere. Il grande occhio (per stare su George Orwell) che tutto vede. È lui l'ufficiale di collegamento tra Conte e un bel pezzo dei cinque stelle, oltre che il dispensatore di messaggi Whatsapp esplosivi durante i vertici dei capidelegazione o i Consigli dei ministri. Ed è lui - raccontano dal Pd e da Italia viva, sotto stretto anonimato - che brigava da tempo per il terzo capitolo del contismo, senza renziani e con altri innesti. «Un avvelenatore di pozzi», borbottano i detrattori. «Un professionista», frena qualche pentastellato.

Un saggio di sé l'ha dato a luglio, facendo lo spin doctor di se stesso, quando ha gestito la mini-bufera sulla «ludopatia da trading online» (parole sue) del compagno Carlos Alvarez: si è tuffato nella vicenda, non l'ha elusa, e ha controllato così il flusso delle informazioni.


Nel 2020 della pandemia Casalino ha ulteriormente verniciato l'immagine di Conte. La crisi come opportunità: le campagne social (manifeste o anche no) per ingrassare gradimento e consensi del premier, i discorsi agli italiani in prima serata e a reti unificate, la lettera strappalacrime del piccolo Tommaso preoccupato per Babbo Natale, l'arruolamento di Chiara Ferragni e Fedez, i toni paternalistici in piena pandemia e gli scatti estivi "rubati" (tra molte virgolette) che ritraevano Conte in costume da bagno con la first lady Olivia Paladino, il miglior modo per empatizzare con gli italiani vogliosi di sole e mare. Rocco sempre più ingombrante, in questi mesi. Anche fisicamente, e chi se lo dimentica ritto a gambe larghe, petto in fuori e braccia incrociate a marcare stretto le conferenze stampa del premier: la postura rivela tante cose, spesso.


Casalino s'è pure tolto la soddisfazione di portare Conte per ben tre volte a Ceglie (per inciso: è la città natale anche di Teresa Bellanova), con un altro cegliese, Angelo Maria Perrino, direttore di Affaritaliani.it: estate 2018, 2019 e 2020, interviste torrenziali in piazza. Un crescendo per il premier, studiato a tavolino: abbottonato e un po' scialbo, il primo anno; più spigliato, dodici mesi dopo; decisamente in controllo di palco, platea e messaggi trasversali, disinvolto, "politico", pochi mesi fa. Magari quest'anno, al prossimo round, Conte su imbeccata di Casalino annuncerà il partito del contismo di cui tanto si chiacchiera. E dovevate vedere Rocco a Ceglie, gomito a gomito col presidente: padrone di casa e della serata, un sole perché raggiante e perché tutto sembrava ruotasse attorno a lui. Con tanto di selfie, e abbracci e baci dei cegliesi orgogliosi di Rocco che «vedono in televisione», che sia il Grande Fratello (prima), Buona Domenica (dopo) o la conferenza sul dpcm (ora).
Adesso, Casalino sta rastrellando responsabili, o costruttori o trasformisti e, sì, scegliete cosa preferite. Il governo come un biscotto cegliese, antica a preziosa tradizione: la pasta di mandorle, nel cuore la confettura, un profumo di limone e poi ad avvolgere tutto, per chi lo vuole, c'è la glassa. Ecco: Rocco ci mostra la glassa, ma il resto della ricetta del governo e del contismo è un segreto.

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