Dai Casanova agli orfanelli del Salento: la prima mappa delle baby gang in Italia

Dai Casanova agli orfanelli del Salento: la prima mappa delle baby gang in Italia
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Venerdì 7 Ottobre 2022, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 09:18

Dalla Banda di Casanova a Bolzano, agli Orfanelli nel Salento, per arrivare alle MS13 a Milano e Genova e alle paranze di Napoli. Il tratto comune è la violenza, spesso contro coetanei. E una componente frequente sono chat e social, servono per organizzare il branco e anche come palcoscenico, danno senso di coesione e, in alcuni casi, rafforzano l'identità di gruppo. Un report realizzato dal Centro di ricerca Transcrime dell'Università Cattolica, dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza e quello per la Giustizia Minorile, ha cercato di inquadrare meglio il fenomeno della baby gang, spesso negli ultimi anni protagoniste di azioni inquietanti. È la prima mappatura di questo tipo.

E dal report "Le gang giovanili in Italia" emerge che aumentano negli ultimi cinque anni in Italia le baby gang che sono attive nella maggior parte delle regioni con una leggera prevalenza al Centro Nord. 

I crimini che più spesso vengono attribuiti loro sono reati violenti, come risse, percosse e lesioni, atti di bullismo, disturbo della quiete pubblica e atti vandalici.

Meno frequenti e di solito commessi da gruppi più strutturati sono lo spaccio di stupefacenti o reati appropriativi come furti e rapine. Le vittime più frequenti di questi gruppi sono altri giovani tra i 14 e i 18 anni.

Risse, bullismo, atti vandalici

La definizione di baby gang comprende comportamenti e gruppi molto diversi tra loro. Ma è possibile rintracciare tratti ricorrenti. Sono per lo più prive di una struttura gerarchica, più presenti a Nord e più strutturate a Sud. Mediamente hanno una decina di componenti, quasi sempre maschi e tra i 15 e i 17 anni, nella maggior parte dei casi italiani. I fatti più comuni sono risse, bullismo, atti vandalici. Alcuni gruppi strutturati si dedicano a spaccio, furti e rapine. Solo in rari casi è stato possibile ipotizzare o accertare l'associazione per delinquere. Perché i ragazzi entrano in una baby gang? «La ricerca d'identità, l'importanza di appartenere ad un gruppo, il senso d'onnipotenza tipico della giovane età», sono alcune delle caratteristiche inquadrate del vice capo della Polizia Vittorio Rizzi, e «il nostro compito è intercettare i fenomeni di disagio sul nascere». Lo studio tratteggia quattro diverse categorie. I gruppi più diffusi, e presenti in tutta Italia, sono quelli senza una gerarchia chiara, tenuti insieme dallo scopo comune di compiere azioni violente. Viene citata, a titolo di esempio, la Banda dei Casanova di Bolzano, un gruppo di giovanissimi (con meno di 14 anni) segnalati per piccoli furti nei confronti di coetanei, o gli Orfanelli, gang del Salento nota per le azioni violente, anche contro disabili.

I legami con le organizzazioni criminali

Poi ci sono le bande con legami con organizzazioni criminali: sono composte quasi totalmente da italiani e presenti soprattutto al Sud. Tra questi le «paranze» dedite alle «stese», le incursioni in motorino, sparando raffiche radenti di proiettili. Il terzo tipo censito comprende i gruppi composti in prevalenza da ragazzi di prima o seconda generazione che si ispirano alle gang straniere, sono minoritari e presenti soprattutto nelle città del Nord e Centro, come la MS13, prevalentemente composta da salvadoregni, sia maschi che femmine, e sempre a Milano i Barrio Banlieue. Infine, le bande con una struttura definita, senza riferimento con altre organizzazioni, e dedite soprattutto a furti e rapine. Secondo i dati della Giustizia minorile, nel 50% dei casi i membri delle gang che hanno commessi reati usufruiscono della sospensione del procedimento con messa alla prova. Il ricorso alla detenzione in Istituti Penali per Minorenni avviene solo in casi isolati. Nella maggioranza vengono predisposti piani con attività di studio e lavoro.

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