Dad a seconda dell'età, mascherine ffp2 e niente ore di educazione fisica: le proposte delle Regioni. E' scontro sul rientro in classe

Dad a seconda dell'età, mascherine ffp2 e niente ore di educazione fisica: le proposte delle Regioni. E' scontro sul rientro in classe
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 5 Gennaio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15:31

Mezzo milione di studenti pugliesi torneranno a scuola il 10 gennaio, come previsto. Lo stesso accadrà nel resto d’Italia. Il governo tira dritto, nessuno slittamento sulla data del rientro, il calendario scolastico resta confermato. Ma le Regioni avanzano una proposta all’esecutivo in vista del Consiglio dei ministri decisivo di oggi: in classe senza le ore di ginnastica e di musica, con l’uso delle mascherine Ffp2, una costante aerazione delle aule e nuove regole sulla quarantena. 

Il rientro in sicurezza


Per garantire la presenza in sicurezza a scuola, come auspicato dallo stesso ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi, sarà necessario rimettere mano ai protocolli sulla didattica a distanza, eliminando la distinzione tra vaccinati e non vaccinati e aumentando la soglia di casi positivi oltre la quale si finisce a casa. Sembra questa la linea che si appresta ad adottare il governo nel Consiglio dei ministri programmato, appunto, per oggi, anche se resta ancora in piedi la proposta di alcune regioni - Campania in testa - di far slittare la riapertura delle scuole e contenere dunque l’ondata del virus molto diffuso anche tra gli under 20. Secondo i governatori, potrà essere solo il Comitato Tecnico Scientifico a dire l’ultima parola sul ritorno in classe. «Deve essere la comunità scientifica - ha affermato il presidente del Veneto, Luca Zaia - a certificare la possibilità» di riaprire le scuole il 10 gennaio. E sul rientro sembra essere aperto lo scontro tra i sindacati e il ministero, accusato di «sgarbo istituzionale» per non aver portato al tavolo di ieri le misure previste per il ritorno in classe. Esprimono «preoccupazione» anche i presidi (Anp) che sposano la proposta delle Regioni di rivedere i protocolli sulle quarantene. La fascia che tiene più in apprensione sia palazzo Chigi che i governatori è quella tra i 5 e gli 11 anni, quella cioè che per ultima è entrata nella campagna vaccinale.

Il braccio di ferro

Continua, dunque, il braccio di ferro tra chi sceglie la cautela e chi, invece, sostiene che un ritorno in modalità da remoto sarebbe solo l’ennesimo disastro. Intanto, dalle Regioni arriva la nuova bozza su contagi e quarantene, nella quale alle scuole dell’infanzia si finirebbe in quarantena per sette giorni con un solo caso, mentre per le elementari e la prima media la quarantena e l’interruzione della frequenza si avrebbero in presenza di almeno due contagiati. Nel caso di un solo positivo si attiva, invece, l’autosorveglianza, con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing. 
Per le scuole secondarie di primo (per i soggetti di età uguale o superiore ai 12 anni) e secondo grado, lo stop alla frequenza e la quarantena scatterebbero con un minimo di 3 casi.

L’ultima parola, hanno ribadito i governatori, dovrà però essere quella del Cts che in qualche modo dovrà garantire sulla stabilità sanitaria di tali decisioni. Le questioni messe sul tavolo sembrano trovare d’accordo anche palazzo Chigi che già oggi potrebbe dare il via libera alle nuove procedure. Nell’incontro di ieri tra il premier Mario Draghi e i ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è stata ribadita la volontà di preservare quanto più possibile le lezioni in presenza rivedendo il numero di contagi che fa scattare la Dad per tutta la classe. Lo stesso Bianchi, durante l’incontro con i sindacati, ha sottolineato che la scuola sarà «in presenza e in sicurezza».

I sindacati

Parole che trovano d’accordo i presidi e un po’ meno alcune sigle sindacali, tra cui l’Anief, secondo la quale il ritorno in presenza «è folle». «L’anno scorso - ha spiegato il presidente, Marcello Pacifico - con una curva di contagi dieci volte inferiore si ritornava al 50% a fare la didattica a distanza. Quest’anno con i casi in crescita esponenziale decidiamo che i contatti stretti non contano più nulla». Anche secondo lo Snals è «inevitabile lo slittamento della data di ripresa delle lezioni in presenza» e, quindi, si rende necessaria «l’attivazione di un periodo di lezioni in Dad. Se l’obiettivo è quello di preservare la didattica in presenza, bisogna rendersi, però, conto che senza interventi specifici le scuole non potranno che trovarsi di fronte ad un aumento incontrollato dei contagi e ad un totale caos organizzativo». Oggi, nel corso della riunione del Consiglio dei ministri per sciogliere il nodo del super green pass per tutto il mondo del lavoro, potrebbero arrivare ulteriori chiarimenti anche sulla scuola.

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