Csm, elezione per Chiarelli e Carbone. Bene le correnti tradizionali

Csm, elezione per Chiarelli e Carbone. Bene le correnti tradizionali
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Venerdì 23 Settembre 2022, 12:15 - Ultimo aggiornamento: 21:33

Due giudici pugliesi nel Csm, Consiglio superiore della magistratura. Uno è il giudice della Sezione Penale del Tribunale di Brindisi Genantonio Chiarelli, conosciuto come Geno, (324 voti). L'altro è Maurizio Carbone, procuratore aggiunto a Taranto, che ha ottenuto invece 687 preferenze. Il primo è stato eletto tra i magistrati giudicanti, il secondo tra i requirenti. Entrambi fanno parte della corrente Area Democratica.

I collegi

Chiarelli è stato eletto nel Collegio 4 dei magistrati giudicanti di merito, che include i distretti di Bari, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Lecce, Messina, Palermo, Potenza, Reggio Calabria, per un totale di 2.215 elettori. Carbone è stato invece eletto nel Collegio 2 dei magistrati del pubblico ministero, che include i distretti di Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Catania, Catanzaro, L’Aquila, Lecce, Messina, Napoli, Palermo, Potenza, Reggio Calabria, Salerno, per un totale di 4.564 elettori.

In base alla legge elettorale introdotta dalla riforma Cartabia, oltre ai due candidati in testa in ciascuno dei due collegi passa infatti anche il terzo più votato, che è risultato Carbone: nel collegio 2 ha avuto 686 voti.

Chiarelli, nato a Martina Franca, ha ottenuto 324 voti, mentre il secondo più votato, Antonino Laganà, di Unicost, consigliere alla Corte d'Appello di Reggio Calabria, ne ha avuto 244. Chiarelli, molto stimato nel palazzo di giustizia di Brindisi, presiede da anni il collegio giudicante della sezione penale unica e la Corte d'Assise. Un magistrato anche apprezzato dagli avvocati. Prima di lui, fra i colleghi brindisini, a centrare l'obiettivo era stato l'attuale presidente del Tribunale, facente funzioni, Valerio Fracassi.

Cambia la composizione del Csm


Cambia composizione, non più 16 ma 20 togati, e cambia la legge elettorale. Ma nonostante la riforma Cartabia abbia spinto per le candidature indipendenti, nelle elezioni del Csm vincono i candidati delle correnti tradizionali. La riforma aveva l'intento di allargare la partecipazione e c'è stato - questo sì - un boom di candidati, 87 in tutto, che non ha paragoni con il passato. Ma a prevalere sono i candidati sostenuti dai gruppi maggioritari anche nell'Associazione nazionale Magistrati. In attesa che in Cassazione si ultimi lo spoglio, nel prossimo Consiglio siederanno oltre a Chiarelli e Laganà, anche Maria Luisa Mazzola, Bernadette Nicotra ed Edoardo Cilenti di Magistratura Indipendente, Mariafrancesca Abenavoli, Marcello Basilico, Roberto D'Auria, eletti nei collegi con un sistema maggioritario. Altri cinque seggi verranno ufficializzati oggi, assegnati con il proporzionale a candidati sostenuti da Magistratura Democratica, AltraProposta (che ha scelto i candidati con il sorteggio), Unicost, Area e MI.


La riforma non ha dunque inciso sul peso delle correnti? Il segretario di uno dei gruppi associativi confessa: «Non è superabile con nessun sistema, nemmeno con il sorteggio. Anche il quel caso individueremmo il candidato più vicino alle nostre istanze. Delle correnti si vede la parte peggiore, la struttura di potere, ma noi ci riuniamo attorno a delle idee». Non è stupito dell'esito Eugenio Albamonte, ex presidente dell'Anm e segretario di Area, gruppo delle toghe progressiste: «Eravamo stati i primi a dire che non avrebbe consentito spazi per le candidature indipendenti. Almeno non c'è stata la forte bipolarizzazione che ci si poteva aspettare». Nella settimana delle elezioni politiche, qualcuno prevedeva una svolta a destra nella magistratura, anche perché le toghe di sinistra si sono presentate divise, tra Area e Magistratura Democratica. «L'avvicinamento delle categorie di destra e sinistra alla magistratura - continua Albamonte - è sempre un azzardo, sicuramente c'è una presenza forte di una magistratura più conservatrice». «Destra e sinistra è una narrazione sbagliata - è netto Angelo Piraino, segretario di Magistratura Indipendente il gruppo delle toghe moderate - quello che ci distingue è il da farsi. Noi crediamo nell'indipendenza non solo verso l'esterno ma anche all'interno, nei confronti dei capi degli uffici. E crediamo nei criteri predeterminati, con un punteggio, per assegnare gli incarichi. E sono queste le cose che ci distinguono, non l'essere di destra o sinistra».

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