Crescita della mortalità. Puglia prima in Italia: dati peggiori a Bari e Taranto

Crescita della mortalità. Puglia prima in Italia: dati peggiori a Bari e Taranto
di Paola COLACI
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Lunedì 20 Settembre 2021, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 15:30

Oltre 24.700 morti in sei mesi: circa 4mila in più rispetto alla media degli anni 2015-2019 (20.652 decessi) calcolata nello stesso periodo. La Puglia è la prima regione italiana con il peggior incremento di mortalità nella prima metà del 2021.

Didascalia


Un triste primato certificato dalla rilevazione e dall'analisi dell'Istat che in buona parte è riconducibile all'effetto diretto della notevole circolazione del Covid nei primi mesi dell'anno. Da gennaio a giugno, infatti, il numero dei decessi in tutta la regione ha toccato quota 24.787. Nello stesso periodo la media degli ultimi cinque anni pre-pandemia faceva segnare 20.652 morti. A conti fatti, dunque, il numero dei decessi è salito di 4.135 unità rispetto a un anno normale. Il 20% in più, dunque.
Dato quasi del tutto sovrapponibile a quello relativo ai morti per Covid (e con Covid) in Puglia dall'inizio dell'anno: a causa del virus dall'inizio di gennaio alla fine di giugno, infatti, il bollettino regionale ha fatto registrare 4.171 decessi.

Più morti anche rispetto al 2020

E dal punto di vista della mortalità per Covid il 2021 si è rivelato un annus horribilis anche in confronto al 2020. Se durante la prima fase della pandemia e sino al 30 settembre 2020 in Puglia il virus aveva fatto registrare 595 decessi, la seconda ondata dei contagi ha presentato alla regione un conto amaro sul fronte dei morti per Covid. L'anno si è chiuso, infatti, con 2.481 decessi. E lo stesso bollettino di guerra sembra essere confermato anche nel primo semestre del 2021 con le 6.652 morti registrate sino al 30 giugno scorso.
Il report dell'Istat, tuttavia, nel calcolare le percentuali di incremento della mortalità, prende a riferimento anche i decessi aggiuntivi per i quali non è stato dichiarato il Covid come causa.

E complessivamente - sommando il numero di morti per il virus e quello relativo ad altre cause - il mese nero per la Puglia è stato sicuramente gennaio con 4.685 morti registrati in tutte le province. A febbraio il numero dei cessi è sceso a 4.014 unità per tornare a salire a marzo (4.637 unità) e confermarsi anche ad aprile (4.487 unità). Nei mesi di maggio e giugno, invece, si è registrato un calo di mille unità in media.

La geografia dei decessi


Cattive notizie per la Puglia anche sul fronte della distribuzione territoriale dei decessi. Guardando ai dati provinciali, infatti, nei primi sei mesi dell'anno Bari è stata la provincia con il peggiore eccesso di mortalità in Italia e una variazione rispetto alla media 2015-19 del +31.4%. In tutto 7.886 i decessi tra gennaio e giugno. Se il mese di gennaio si è aperto con 1.491 morti, il picco nel Barese è stato rilevato a marzo (1.589 casi) anche ad aprile la situazione si è mantenuta pressoché stabile (1.501 casi). In flessione il dato di maggio e giugno (rispettivamente 1.061 e 1.049 casi).
A seguire, al secondo posto della classifica delle 107 province italiane si colloca Taranto con il +28.8% di incremento e 3.802 morti in sei mesi. A livello nazionale seguono Prato con il +28%, Udine con il +26% e Ancona e Foggia con il +23%. A metà classifica, invece, si colloca Lecce con un +8.2% di decessi nei primi sei mesi dell'anno rispetto alla media degli anni passati. Il conto complessivo tra gennaio e giugno è pari a 4.862 decessi e la media mensile dei morti si attesta a 800 casi. Buone notizie, infine, per la provincia di Brindisi agli ultimi posti della classifica delle province con appena l'1% di incremento della mortalità rispetto al 2015-2016 e 2.177 decessi registrati dall'inizio dell'anno. A conti fatti, una media di 350 casi al mese.
Rispetto alla classifica delle regioni, infine, al triste primato della Puglia segue il Friuli Venezia Giulia (+17%). A seguire le Marche (+14%), il Molise (+13%), il Trentino-Alto Adige (+12%) e l'Emilia Romagna (+11%). A metà classifica si collocano, poi, la Campania con un +10% e il Lazio con un +6%.
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