Covid, hub vaccinali ancora chiusi: sette giorni per ripartire. In arrivo 445mila dosi: il programma

Covid, hub vaccinali ancora chiusi: sette giorni per ripartire. In arrivo 445mila dosi: il programma
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 16:15

Puglia ancora in sofferenza, tra vaccini esauriti e hub chiusi. Ma dopo quattro mesi di consegne a singhiozzo, dosi con il contagocce e stop and go continui, la campagna vaccinale pugliese questa volta potrebbe essere davvero ad una svolta con l'arrivo - da qui al 5 maggio - di oltre 445mila dosi.
Dopo Bari, Brindisi e Lecce, anche l'Asl Bat ha sospeso per oggi e domani le vaccinazioni in tutti gli hub per carenza di dosi (fatta eccezione per i richiami). La situazione si è aggravata, ma già da oggi si potrebbe cominciare a vedere la luce in fondo al tunnel. Lunedì sera alla Puglia sono state consegnate 24.500 dosi di vaccino anti Covid, nel dettaglio 15.700 di Moderna e 8.800 di Astrazeneca, una quantità sufficiente solo per un giorno. Oggi, però, è previsto l'arrivo di 152.100 vaccini Pfizer, si tratta solo del primo di cinque consistenti carichi nei prossimi sette giorni. È quanto riportato in una comunicazione inviata dal dirigente della Protezione civile, Mario Lerario, alle Asl pugliesi. Il 2 maggio, infatti, dovrebbe esserci la consegna di 124.400 dosi Astrazeneca, di 16.900 sieri Moderna e 10.500 J&J. Tre giorni dopo, il 5 maggio, Pfizer distribuirà in Puglia ulteriori 141.570 dosi; quindi, in una settimana, dal 28 aprile al 5 maggio, la Puglia dovrebbe ricevere 445.370 dosi, salvo rinvii o imprevisti dell'ultima ora.

Il cronoprogramma delle consegne

Rifornimenti che metteranno fine alla carenza di vaccini che sta costringendo le Asl a chiudere gli hub, provocando disagi e rabbia negli over 60 che si erano prenotati da settimane. Il cronoprogramma delle consegne poi prevede altre tappe: l'11 maggio sono attese 24.300 dosi Moderna; il 12 maggio 141.570 vaccini Pfizer; il 18 maggio 24.300 di Moderna; e il 19 maggio altre 139.230 dosi Pfizer. Quindi ulteriori 330mila dosi in otto giorni. Resta il problema Astrazeneca: al momento è in calendario una sola consegna da qui al 20 maggio e nei magazzini ormai sono rimaste poche migliaia di sieri, per la precisione 5.800 dosi.

Poco o nulla, considerando che sarà necessario fare i richiami a tutti i pugliesi tra 70 e 79 anni e quelli tra 60 e 69 anni che hanno già ricevuto la prima dose del siero anglo-svedese. L'impatto negativo è parzialmente assorbito dall'aumento di vaccini Pfizer: la distribuzione si è finalmente sbloccata e i carichi adesso si fanno più consistenti.


Le somministrazioni

Nonostante la carenza di vaccini che va avanti da quasi due settimane, la Puglia è terza regione in Italia per capacità vaccinale, con 1.188.971 somministrazioni su 1.271.185 dosi consegnate, pari al 93,5% (dato aggiornato alle ore 17 di ieri). In attesa dell'arrivo delle nuove dosi, la Regione ha deciso di dare priorità a pazienti fragili e alle seconde dosi per gli over 80, ma non sono mancati nemmeno ieri i disagi con anziani rimandati a casa per assenza di sieri. Il coordinatore della Rete oncologica pugliese Gianmarco Surico ha comunicato che è stata completata la somministrazione della prima dose a tutti i pazienti in terapia o che l'abbiano interrotta negli ultimi sei mesi. Sono iniziate le secondi dosi e sono state avviate le vaccinazioni anche ai pazienti in follow up che si rivolgono ai centri oncologici. La percentuale dei pugliesi che hanno ricevuto almeno una dose è del 22.69 %, mentre il 7.39 % ha ricevuto anche la seconda inoculazione. Intanto, i medici di famiglia che aderiscono all'organizzazione Fimmg hanno proclamato lo stato di agitazione per protestare contro «l'andamento della campagna vaccinale» e hanno chiesto al dipartimento Salute una convocazione «urgente». Secondo Fimmg Puglia, «l'esiguo numero delle dosi messe a disposizione della Medicina generale si legge nel verbale di assemblea regionale - non si concilia con gli obiettivi di priorità di copertura proprio per le categorie che sono in capo alla medicina generale. Il tutto in netto e stridente contrasto con le disposizioni ministeriali e regionali. La fornitura di scarsissime dosi e per giunta a singhiozzo e senza alcuna continuità impedisce una appropriata programmazione delle sedute vaccinali, fatto questo che si traduce in costanti contrapposizioni con gli assistiti con alterazione del rapporto di fiducia medico-paziente». Tra le altre cose i medici chiedono che «ogni Asl» fornisca ogni settimana le dosi, con «garanzia di continuità». Nodi che dovrebbero essere sciolti dalle nuove consegne.

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