Terapia monoclonale a domicilio: a Bari il protocollo operativo. E' la prima Asl di Puglia: ecco chi può curarsi così

Terapia monoclonale a domicilio: a Bari il protocollo operativo. E' la prima Asl di Puglia: ecco chi può curarsi così
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 12:05

Farmaci monoclonali somministrati direttamente a domicilio. Dopo l'avvio dei primi trattamenti ospedalieri il 31 marzo scorso nell'Ospedale Di Venere, la Asl di Bari è tra le prime aziende sanitarie in Italia e prima in Puglia ad avviare cure anti Covid dei pazienti positivi anche a casa con la terapia degli anticorpi monoclonali. «La Puglia in questo momento è una delle pochissime regioni italiane ad aver messo a punto un innovativo protocollo operativo per aiutare i pazienti positivi a curare la patologia da Covid ricorrendo ai farmaci monoclonali somministrati direttamente a domicilio - commenta l'assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalco - è un'opportunità in più rispetto alle somministrazioni che vengono già eseguite in ambiente ospedaliero».

Chi può essere curato 

 

La terapia con monoclonali è riservata per i pazienti affetti da Covid di recente insorgenza definiti ad alto rischio di sviluppare forme gravi, secondo linee guida ministeriali. Il trattamento a casa è un ulteriore passo in avanti della Asl di Bari sempre più orientata a potenziare l'attività sanitaria sul territorio. «La possibilità di curare i pazienti a casa come se fossero in ospedale, e con la stessa sicurezza, si innesta in quel processo mirato a rafforzare i servizi sanitari territoriali ed essere sempre più vicini ai bisogni delle persone - conferma il diretto generale della Asl Antonio Sanguedolce - siamo partiti dalla diagnosi della patologia Covid oggi migliore grazie alla recente dotazione di ecografi portatili, saturimetri palmari e kit tamponi per i medici Usca fino ad arrivare ora al trattamento terapeutico con monoclonali».

La squadra di medici


Ad eseguire le somministrazioni domiciliari sarà una equipe di medici specialisti in Anestesia e Rianimazione, della Unità operativa di fragilità e complessità assistenziale della Asl, coordinati dal dottor Felice Spaccavento, in accordo con il dottor Enrico Lauta, anestesista, responsabile del Centro territoriale Malattie rare.
«I pazienti vengono individuati secondo i criteri selettivi indicati da Aifa che tengono conto di parametri quali età, stato di avanzamento della patologia da Covid e patologie concomitanti - spiega Spaccavento - il trattamento è sicuro e viene eseguito con tutti i dispositivi e le attrezzature necessari in caso di emergenza».

Il protocollo - elaborato in accordo con il dottor Enzo Gigantelli, direttore del Dipartimento di assistenza e cura territoriali - prevede che l'iniezione del farmaco possa avvenire soltanto dopo la valutazione, da parte della stessa equipe di specialisti - della proposta di eleggibilità di un paziente al trattamento con anticorpo monoclonale anti-Covid 19 richiesta dal medico di Medicina generale, dal medico Usca o dal pediatra di libera scelta. Una volta approvata, il paziente viene contattato per comunicare data e orario di somministrazione del farmaco e modalità operativa domiciliare della somministrazione, vincolata al consenso scritto del paziente stesso. La durata della somministrazione è di circa un'ora: lo stesso tempo dedicato alla osservazione post iniezione.

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