«La scienza non può essere piegata a tesi politiche precostituite». A sostenerlo lo scorso 20 luglio era l'epidemiologo Pier Luigi Lopalco. Lo stesso scienziato dapprima nominato da Michele Emiliano alla guida della task force pugliese anti-Covid e poi candidato alla Regione, proprio in una delle civiche del governatore. Ora però, a sette mesi di distanza, a finire sotto accusa non solo le sue tesi politiche ma anche e soprattutto le scelte, gli atti e le delibere di Lopalco, assessore alla Sanità in Puglia. E a invocare le dimissioni immediate dell'epidemiologo per «manifesta incapacità di gestire la sanità in Puglia» sono proprio i gruppi politici. Quelli di centrodestra, naturalmente.
In testa Forza Italia che ieri in conferenza stampa, a poche ore dal pasticcio della mancata comunicazione a Roma dei nuovi posti letto di terapia intensiva attivati in Puglia - errore che avrebbe determinato il mancato passaggio della regione in zona gialla già da lunedì - ha puntato il dito contro la mala gestio a opera dell'epidemiologo prestato alla politica.
«Siamo la regione che fa meno tamponi in assoluto per le teorie di Lopalco, che ha fatto la lotta alla tamponite - ha aggiunto D'Attis - Così, abbiamo un elevatissimo rapporto tra positivi e tamponi effettuati e questo è uno dei fattori che ha portato la Puglia a restare in zona arancione, con gravissimi riverberi per la nostra economia. Lopalco è stato capace di giocare a Risiko con una serie di piroette continue e di cambi di idee che hanno generato solo confusione». Ecco perché, secondo gli azzurri, ora: «Deve tornare a casa». Del resto, incalza il senatore Dario Damiani: «Le scellerate scelte politiche del duo Emiliano-Lopalco stanno avendo riverberi drammatici sul nostro tessuto economico». Di daltonismo parla, ancora, il deputato Paolo Sisto: «Più che alla tutela della salute dei cittadini, Lopalco, per non essere da meno di Emiliano, si preoccupa del consenso politico che potrebbe discendere dalle sue scelte. La Puglia, intanto, è precipitata agli ultimi posti per terapie anti-Covid e la responsabilità non è certo dei cittadini». Stesso piazzamento in fondo alla classifica nazionale - e anche in questo caso al terz'ultimo posto - sul fronte delle vaccinazioni. Secondo la Fondazione Gimbe, infatti, in Puglia solo l'1,08% della popolazione ha completato il ciclo (la media italiana è dell'1,36%). Un ulteriore elemento che nei giorni scorsi aveva fatto finire Lopalco sul banco degli imputati, bersagliato dalle accuse.
E l'assessore alla Sanità? Mentre ieri andava in scena la conferenza stampa di Forza Italia, era impegnato a difendersi in Consiglio regionale. Al centro del dibattito in Assise a Bari la mozione presentata dal gruppo consiliare di Fratelli d'Italia e illustrata dal consigliere Ignazio Zullo su Piano per riportare in sicurezza gli studenti alla didattica in presenza. Sollecitazioni alle quali Lopalco ha replicato: «Stiamo per stringere un accordo con le farmacie per il tampone gratuito agli operatori scolastici. Ma la Puglia è la prima regione italiana ad aver previsto l'attivazione dei Toss (Team operatori sanitari) a scuola». Peccato, però, che due settimane dall'approvazione della delibera di Giunta che porta proprio la sua firma di infermieri nelle scuole pugliesi ancora non vi sia traccia. «L'unico caso in cui la locuzione Verba volant, scripta manent (Le parole volano, gli scritti restano) non ha alcun valore, dunque, resta ancora quello pugliese» ha concluso Zullo dai banchi dell'opposizione.