Coronavirus e ricoveri, cresce l'allarme negli ospedali. A Taranto niente più posti: il quadro, provincia per provincia

Coronavirus e ricoveri, cresce l'allarme negli ospedali. A Taranto niente più posti: il quadro, provincia per provincia
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Domenica 18 Ottobre 2020, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 17:34

Il rischio è talmente tangibile che ormai, giorno dopo giorno, comincia a manifestarsi. La Puglia, nell'ultimo report di ministero e Istituto superiore di sanità, è inserita tra le dieci regioni ad alto rischio per la tenuta dei reparti di Terapia intensiva. In tutto, sono 305 i posti letto a disposizione in Puglia: al momento ne risultano occupati 34, non tanti, ma comunque in ventiquattr'ore sono cresciuti di 8 unità i ricoverati in condizioni più severe (34 in tutto). Sono addirittura 49 in più (rispetto all'altroieri, 401 in totale) i ricoveri invece in Malattie infettive e Pneuomologia.


Numeri che confermano il trend: gli ospedali cominciano ad andare in affanno. Anzi: a Taranto il reparto di malattie infettive dell'ospedale San Giuseppe Moscati non sa più dove mettere i pazienti Covid con sintomi più o meno gravi.

La sua capienza di 23 posti è abbondantemente superata. Anche nella rianimazione dello stesso presidio (6 ricoverati ieri), il numero dei posti occupati da pazienti gravi positivi al virus è uguale a quello del periodo peggiore della prima fase dell'emergenza in Puglia. La curva dei positivi che continua a salire in tutta l'area jonica potrebbe costringere le autorità sanitarie a ridefinire la disponibilità dei posti ospedalieri. Il Moscati, sede dell'unico reparto per le malattie infettive della Asl di Taranto, per come è strutturato, non può sopportare l'onda d'urto che si teme. Nessuno può dimenticare, infatti, che quel presidio è il polo oncologico ed ematologico dell'intera provincia, quindi frequentato da pazienti sensibili e immunodepressi, facile bersaglio del virus. Proprio per scongiurare questo, nella prima fase dell'emergenza la direzione sanitaria decise di trasferire i due reparti ospitandoli in due strutture provate della città. Questo allontanamento a scopo profilattico permise l'ampliamento del reparto infettivi e l'istituzione di posti d'isolamento dedicati ai malati Covid nei reparti di pneumologia e di medicina.


A Lecce il quadro è al momento apparentemente confortante: 16 ricoverati nei reparti di Malattie infettive, solo 2 in Terapia intensiva (68 i posti letto). A Brindisi, dove il polo di riferimento è il Perrino, zero ricoveri in intensiva, occupati invece 16 posti letto su 20 a Malattie infettive. In caso di necessità, potrebbero essere attivati 28 posti letto Covid in Terapia intensiva.
In provincia di Bari - dove i contagi crescono ogni giorno a tripla cifra - è emergenza posti letto, tanto che la Regione è dovuta intervenire attivando due nuovi ospedali: il Miulli di Acquaviva delle Fonti e il Perinei di Altamura. Il Policlinico era l'unico, sino a venerdì, a ricoverare pazienti Covid ma i suoi posti letto erano ormai quasi esauriti, soprattutto in malattie infettive e pneumologia, mentre c'è disponibilità nelle terapie intensive. Alcuni pazienti, dopo il triage, sono stati trasferiti anche nelle altre province, soprattutto Taranto e Lecce. L'Asl Bari, mercoledì, ha disposto la sospensione dei ricoveri di medicina interna e lungodegenza all'ospedale di Altamura, per trasformare l'intero sesto piano in area Covid. Ora la valvola di sfogo è il Miulli di Acquaviva, dove entro mercoledì dovrebbero essere disponibili 100 posti: 20 di terapia intensiva, 40 di Malattie infettive e altrettanti di Pneumologia. Il Miulli da venerdì fa ufficialmente parte della rete Covid, così come la Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo. Nella Bat, invece, l'azienda sanitaria è stata obbligata ad attivare a Bisceglie il suo Covid Hospital, tutti i reparti sono stati chiusi e i pazienti trasferiti altrove per lasciare spazio solamente ai contagiati dal coronavirus che necessitano di assistenza ospedaliera.


La Puglia è ferma a 9 posti letto in terapia intensiva ogni 100mila abitanti (è 14 il parametro ministeriale). E restano fermi gli investimenti per il potenziamento della rete ospedaliera pugliese in ottica Covid: uno stop nell'ordine di 90 milioni. I progetti sono stati presentati a luglio dalla Regione, ma il ministero non è stato tempestivo nella nomina di Michele Emiiano a subcommissario (arrivata solo venerdì).


(hanno collaborato Nazareno Dinoi e Vincenzo Damiani)

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