Covid, dopo sei settimane di calo tornano ad aumentare i contagi in Puglia

Il presidente Cartabellotta: serviranno 7-10 giorni per capire se c'è una nuova ondata

Covid, dopo sei settimane di calo tornano ad aumentare i contagi in Puglia
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Giovedì 10 Marzo 2022, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 09:37

Dopo sei settimane di calo, tornano ad aumentare in Puglia i contagi Covid-19. Lo rileva il monitoraggio della fondazione Gimbe. Nella settimana dal 2 all'8 marzo i nuovi casi sono lievitati del 12% rispetto a sette giorni prima, segnale di una ripresa della pandemia. E lo conferma anche il trend nazionale: in una settimana i casi sono aumentati nella metà delle province.

La Puglia

La provincia di Lecce ha anche registrato il record di incremento in Italia con 1.035 nuovi contagi ogni 100mila abitanti, +22% rispetto ad una settimana fa.

Nonostante l'aumento, in Puglia i casi attualmente positivi per 100.000 abitanti sono leggermente diminuiti, attualmente sono 1.900). Dopo la provincia di Lecce, quelle con il maggior numero di casi ogni 100mila abitanti sono quelle di Foggia (579, -0,2%), Bari (559, +17,3%), Taranto (518, +2%), Brindisi (491, +4%) e Bat (472, +6,6%). 

La copertura vaccinale in Regione

Sale ancora la copertura vaccinale in Puglia, dove l'88,4% della popolazione ha ricevuto almeno una dose anti Covid. La Puglia è prima in Italia, segue la Toscana con l'88,3%. La Puglia è prima anche nella fascia 5-11 anni con un tasso di copertura del 53,5%, al secondo posto c'è il Molise con il 48,4%. Per quanto riguarda le terze dosi, il tasso di copertura vaccinale pugliese è del 84,6% contro una media nazionale dell'82,8%. Infine, la copertura con quarta dose in Puglia è pari all'1,1%, contro una media italiana del 2,4%.

I vaccini novavax

Dal 28 febbraio al 9 marzo in Italia sono state somministrate quasi 11.600 (11.595) dosi di vaccino Novavax, di cui il 59,2% in persone over 50, la maggior parte delle quali in età lavorativa. Ma sul fronte dei nuovi vaccinati non si registra «nessun boom». Lo rileva il monitoraggio della fondazione Gimbe. «La speranza che questo vaccino, basato su una tecnologia più tradizionale rispetto agli innovativi vaccini a mRNA, potesse convincere gli indecisi è stata disattesa», sottolinea il presidente Gimbe Nino Cartabellotta.

Nella settimana dal 2 all'8 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati contro il Covid-19: sono stati 29.474 rispetto ai 39.036 della settimana precedente, ovvero -24,5%. Di questi il 17,9% è rappresentato dalla fascia 5-11: 5.290, un numero dimezzato rispetto alla settimana precedente (-50,1%). Nonostante l'obbligo vaccinale e l'obbligo di Green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora, attestandosi a quota 9.682, con il -11,5% rispetto alla settimana precedente. E' quanto emerge dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.

L'allarme di Cartabellotta

«E' pura follia pensare di abbandonare l'utilizzo delle mascherine al chiuso, indipendentemente dalla scadenza dello stato di emergenza», tuona il presidente Cartabellotta, commentando il nuovo rapporto indipendente settimanale sull'andamento del Covid in Italia e sottolineando che «la circolazione del virus è ancora molto elevata: quasi 40 mila nuovi casi al giorno, oltre 1 milione di positivi e un tasso di positività dei tamponi all'11,4%». Serviranno 7-10 giorni, dice, «per capire se la risalita della curva dei nuovi casi è un semplice rimbalzo o l'inizio di una nuova ondata».

«Il recente incremento dei nuovi casi consegue verosimilmente all'interazione di vari fattori: rilassamento della popolazione, diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso, verosimile calo della protezione vaccinale nei confronti dell'infezione dopo qualche mese dalla dose booster», riferisce Cartabellotta che sul fronte delle vaccinazioni, considerato che un'ampia fetta della popolazione è suscettibile al contagio «rimane prioritaria la somministrazione del ciclo primario a 4,67 milioni di persone e del booster a 2,8 milioni, in particolare agli over 50 a rischio elevato di malattia grave».

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