Covid, su i contagi in Puglia, ma meno rispetto al trend nazionale

Covid, su i contagi in Puglia, ma meno rispetto al trend nazionale
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Giovedì 4 Novembre 2021, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 11:30

Aumentano ancora in Puglia i nuovi casi Covid-19 settimanali ma la crescita è più attenuata rispetto al resto d'Italia. È quanto emerge dal rapporto della fondazione Gimbe che ha monitorato l'andamento della pandemia dal 27 ottobre al 2 novembre. Anche il trend nazionale registra un aumento dei casi e l'occupazione delle terapie intensive sale a +12,9% in 7 giorni.

In numeri della regione Puglia

In Puglia dunque in una settimana i nuovi contagi sono saliti del 5,1% rispetto alla settimana precedente, mentre in Italia la crescita è pari al 16,6%; i casi attualmente positivi ogni 100mila abitanti sono adesso 79, in aumento. Negli ospedali la situazione resta sotto controllo: restano, infatti, sotto soglia di saturazione i posti letto in area medica, 5%, e in terapia intensiva, 4%, occupati da pazienti Covid-19.

Il trend in Italia

Aumentano ancora nuovi casi di Covid-19 in Italia (+16,6%) ed i ricoveri (+14,9%) e s'inverte la tendenza delle terapie intensive (+12,9%). Secondo il reporto della Fondazione Gimbe, nella settimana 27 ottobre-2 novembre, rispetto alla precedente, si è registrato un ulteriore aumento dei nuovi casi settimanali: da 25.585 a 29.841. L'aumento si riflette anche sugli ospedali: aumentano i ricoveri in area medica (+388) e in terapia intensiva (+44). Sono stabili i decessi (257 vs 249). A livello nazionale il tasso di occupazione rimane comunque molto basso (5% in area medica e 4% in intensiva).

Nessuna Regione, rileva il monitoraggio Gimbe, supera le soglie del 15% per l'occupazione dei reparti di area medica e del 10% per l'area critica di terapia intensiva. In aumento i casi attualmente positivi (84.447 vs 75.046), le persone in isolamento domiciliare (81.070 vs 72.101), i ricoveri con sintomi (2.992 vs 2.604) e le terapie intensive (385 vs 341). In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni: decessi: 257 (+3,2%), di cui 15 riferiti a periodi precedenti; terapia intensiva: +44 (+12,9%); ricoverati con sintomi: +388 (+14,9%); isolamento domiciliare: +8.969 (+12,4%); nuovi casi: 29.841 (+16,6%); casi attualmente positivi: +9.401 (+12,5%). «Nell'ultima settimana - dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE - si conferma a livello nazionale un incremento dei nuovi casi settimanali, seppure più contenuto rispetto alla precedente (+16,6%)». L'aumento della circolazione virale è ben documentato dall'incremento registrato nelle ultime due settimane sia del rapporto positivi/persone testate (da 3,6% a 8,2%), sia del rapporto positivi/tamponi molecolari (da 2,4% a 4,3%). «Sul fronte ospedaliero - afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe - si registra un incremento dei posti letto occupati da pazienti Covid: rispetto alla settimana precedente +14,9% in area medica e +12,9% in terapia intensiva».

In termini assoluti, il numero di pazienti Covid in area medica è passato da 2.371 del 16 ottobre a 2.992 del 2 novembre (+26%) e quello nelle terapie intensive da 338 del 25 ottobre a 385 del 2 novembre (+14%). Si registra inoltre un lieve aumento degli ingressi giornalieri in terapia intensiva, spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe, «con una media mobile a 7 giorni di 26 ingressi/die rispetto ai 23 della settimana precedente».

I vaccini

Scendono ancora i nuovi vaccinati contro Covid-19 (-39,6%). Sono infatti in calo del 5,1% nell'ultima settimana il numero di somministrazioni (1.066.374), con una media mobile a 7 giorni di 134.604 dosi/die.  Per quanto riguarda i nuovi vaccinati, dopo aver sfiorato quota 440mila nella settimana 11-17 ottobre, il loro numero nelle ultime due settimane, sottolinea Gimbe, è crollato prima a 239mila (-45,7%) e poi poco sopra 144mila (-39,6%). I nuovi vaccinati scendono a circa 20mila al giorno. 

 Al 3 novembre, secondo il monitoraggio Gimbe, il 78,7% della popolazione (n. 46.656.290) ha ricevuto almeno una dose di vaccino (+130.795 rispetto alla settimana precedente) e il 75,7% (n. 44.864.608) ha completato il ciclo vaccinale (+357.441). Dei 144.258 nuovi vaccinati nella settimana 25-31 ottobre il 76,2% appartengono a fasce anagrafiche che includono persone in età lavorativa. Rispetto alle persone ancora da vaccinare preoccupano in particolare, rileva la Fondazione, gli oltre 2,7 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione e gli oltre 1,3 milioni nella fascia 12-19 che riducono la sicurezza nelle scuole.

Le coperture vaccinali con almeno una dose di vaccino sono inoltre molto variabili nelle diverse fasce di età: dal 97,1% degli over 80 al 73,5% della fascia 12-19. In generale, rispetto alla settimana precedente, gli incrementi sono sempre più modesti: il numero di vaccinati con almeno una dose cresce dello 0,6% nella fascia anagrafica 12-19, dello 0,4% nelle fasce anagrafiche 20-29 e 30-39, dello 0,3% nella fascia 40-49, dello 0,2% nella fascia 50-59, mentre negli over 60 l'incremento non supera lo 0,1%. Quanto, infine, alle forniture di vaccini, al 3 novembre risultano consegnate 99.784.168 dosi: «In assenza di nuove forniture, per la terza settimana consecutiva si riducono le scorte di vaccini a mRNA, che si attestano a quota 9,9 milioni di dosi. La necessità di accelerare la somministrazione delle terze dosi e la progressiva estensione della platea dei candidati alla dose booster - spiega Gimbe - richiedono un numero consistente di dosi: per questo è fondamentale conoscere il piano delle forniture per i prossimi mesi, di cui al momento non esistono dati ufficiali»

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