Il coronavirus rallenta gli screening per prevenire i tumori: oltre 40mila esami già saltati

Il coronavirus rallenta gli screening per prevenire i tumori: oltre 40mila esami già saltati
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 8 Novembre 2020, 08:43

Quasi 19mila screening mammografici e 21.680 screening cervicale (per il tumore della cervice uterina) sono andati persi durante il primo lockdown in Puglia, oltre 40mila esami di prevenzione non effettuati nei primi cinque mesi del 2020 rispetto all'anno precedente. Il coronavirus sta avendo ripercussioni drammatiche sulla capacità del sistema sanitario di assistere e tutelare la salute dei pugliesi, i numeri sono eloquenti e le conseguenze si paleseranno solamente tra qualche anno. Secondo un rapporto dell'Osservatorio nazionale screening, 18.906 esami mammografici in meno equivalgono a oltre 60 tumori non diagnosticati; mentre per quanto riguarda lo screening cervicale, si stimano circa 9 malattie non scoperte. Tutto questo in soli cinque mesi e senza contare che con la seconda ondata di contagi Covid la situazione non potrà che peggiorare.


La prevenzione, sostanzialmente, si è bloccata in una regione che già non brillava in questo settore: tutto questo avrà effetti negativi sulla salute dei pugliesi che si potranno osservare solo tra qualche anno. Lo scenario è preoccupante, a questo, inoltre, va aggiunto che, sempre durante il primo lockdown, in Puglia sono andati persi 514mila esami diagnostici e circa 176mila visite specialistiche. Parliamo, sostanzialmente, di circa 700mila pugliesi che hanno smesso di curarsi, che hanno rinunciato ad una visita cardiologica o endocrinologica, ad esempio. La pressione sul sistema sanitario del Covid è stata molto forte e ha provocato una sorta di blackout dell'assistenza, in tutte le sue declinazioni: dalle operazioni rinviate all'esame annullato, sino allo screening cancellato del tutto. La sospensione delle prestazioni di screening si è verificata, in particolare, nei mesi di marzo e aprile 2020. A partire da maggio i programmi sono stati riattivati, ma il terreno da recuperare è ancora molto.


Una situazione che, ovviamente, non riguarda solo la Puglia, basti pensare che su 20 Regioni solamente 13 (65%) hanno erogato mammografie di screening nel mese di maggio 2020 e tutte con volumi di attività nettamente inferiori a quelli dell'anno precedente.

Solo 5 Regioni (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Veneto e Valle D'Aosta) nel mese di maggio hanno eseguito almeno un numero pari al 20% degli esami eseguiti nello stesso mese del 2019. Per quanto riguarda lo screening cervicale, sono 11 le Regioni che hanno ricominciato a eseguire test a maggio. Analogamente allo screening mammografico, le Regioni che sono ripartite hanno registrato un numero ridotto di esami rispetto agli anni precedenti. Solo 2 Regioni/Province autonome (Bolzano e Toscana) nel mese di maggio hanno eseguito più del 20% degli esami eseguiti nel maggio del 2019.


Sulla base del Monitoraggio strategie di intervento per recupero liste d'attesa effettuato dal ministero della Salute con la collaborazione delle Regioni, in data 13 luglio 2020 la riduzione di prestazioni erogate registrata tra gli anni 2019 e 2020 è stimata in circa il 40 per cento, pari a 309.017 ricoveri, di cui 230.428 ricoveri chirurgici e 78.589 ricoveri medici. Con riferimento alle prestazioni specialistiche ambulatoriali, sulla base del confronto con l'anno 2019, si è stimata una perdita di circa 13,3 milioni di prestazioni per accertamenti diagnostici, e di circa 9,6 milioni di visite specialistiche, pari a circa il 36 per cento che, sulla base dei dati di tessera sanitaria relativi all'anno 2018, sono erogate presso strutture pubbliche nella misura del 59 per cento delle prestazioni di accertamenti diagnostici e l'86 per cento delle visite specialistiche. In Puglia, oltre alla prevenzione, il settore della cardiologia è quello più in affanno dopo il lockdown: sono migliaia le visite ancora da recuperare. Ma anche ortopedia, oculistica e pediatria hanno parecchio lavoro da smaltire, le liste di attesa si sono allungate nei tre mesi di emergenza Covid. Al 30 maggio, secondo i calcoli del dipartimento regionale delle Politiche per la Salute, erano 700mila le visite ed esami in stand-by e da recuperare, le Asl hanno adottato dei piani di smaltimento ma la macchina organizzativa non ha risposto come si sperava. Ora la seconda ondata di contagi Covid ha nuovamente bloccato tutto o quasi.

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