Scuola, la gran confusione in Puglia. Il Codacons di nuovo all'attacco: “Ordinanza esorbitante, va ritirata immediatamente"

Scuola, la gran confusione in Puglia. Il Codacons di nuovo all'attacco: “Ordinanza esorbitante, va ritirata immediatamente"
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Lunedì 5 Aprile 2021, 16:33 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 04:43

Emessa alle 20,30 della sera di Pasqua, nel pieno dei giorni di vacanza prima della riapertura delle scuole, quando la riorganizzazione se non impossibile è evidentemente complicata, l'ordinanza sulla scuola del governatore Michele Emiliano (la quindicesima della seconda ondata Covid, da ottobre ad oggi) fa discutere, chiama i dirigenti scolastici alla difficile interpretazione di una stesura complicata delle nuove norme e si attira nuovi propositi di immediato ricorso al Tar. Per il Codacons, il provvedimento eccede la deroga consentita dal governo e va "ritirato immediatamente".

ll conflitto tra decreto legge e ordinanza

Cosa prevede la nuova ordinanza regionale? Questo: con decorrenza dal 7 aprile e sino al 30 aprile le istituzioni scolastiche della scuola primaria, della secondaria di primo grado, di secondo grado e CPIA (istruzione per adulti) devono garantire la didattica digitale integrata a tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente di adottarla, in luogo dell’attività in presenza. Cosa aveva previsto il governo? Questo: dal 7 aprile al 30 aprile è assicurato in presenza sull'intero territorio nazionale lo svolgimento dell'attività scolastica e didattica della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e del primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado. Con questa aggiunta: la disposizione non può essere derogata da provvedimenti dei Presidenti delle regioni, tranne in casi di eccezionale e straordinaria necessità. Nello stesso decreto legge il governo dispone - da qui in poi senza alcuna possibilità di deroga, neppure in casi straordinari ed eccezionali - dalla seconda media in su la didattica a distanza per le zone rosse, mentre per le zone arancioni e gialle dispone la didattica in presenza per seconda e terza media e in presenza dal 50 al 75% per le superiori. La discrasia tra Regione Puglia di Michele Emiliano e il governo nazionale di Mario Draghi è evidente. Soprattutto lì dove disciplina le attività dalla seconda media in su che, come detto, riguarda ambiti scolastici che non rientrano in alcun modo nelle competenze della Regione (e la Corte Costituzionale, intervenendo su un contrasto normativo tra Valle d'Aosta e Stato ha fatto chiaramente capire - su un quadro più ampio e generale - quali sono i limiti delle Regioni in caso di pandemia).

L'intervento del Codacons

Per il Codacons, la discrasia è illegittima. Vediamo. Premessa del coordinatore dell'Ufficio legale della sezione di Lecce, avvocato Piero Mongelli: “Non possiamo non chiederci perché in Puglia non si possano semplicemente applicare le norme statali soprattutto alla luce della intervenuta massiva campagna di vaccinazione che ha interessato il mondo della scuola. E pur tuttavia, senza incautamente scomodare la letteratura internazionale, non possiamo che analizzare criticamente quanto scritto dalla Regione e chiedere la massima chiarezza sulla questione che è ben seria". 

La questione è tecnica, Mongelli prova a schematizzarla:  "Con Ordinanza del 04 Aprile la Regione Puglia ha disposto che dal 7 al 30 aprile tutte le attività didattiche di ogni ordine e grado si svolgano in applicazione dell’art. 2 del D.L. 44/2021 ma, in evidente deroga allo stesso (deroga che, ricordiamo, è consentita solo in situazioni di particolari e comprovate situazioni di emergenza) sempre con decorrenza dal 7 al 30 aprile 2021 “le istituzioni  della scuola primaria, della secondaria di primo grado, di secondo grado e CPIA devono garantire la didattica digitale integrata a tutti gli alunni le cui famiglie richiedano espressamente di adottarla, in luogo dell’attività in presenza”.
La lettura delle due diverse disposizioni rende chiaro come il Presidente della Regione Puglia, esorbitando dai propri poteri, abbia di fatto disposto la riapertura anche della seconda e terza media e della scuola superiore con obbligo da parte delle istituzioni scolastiche di accettare le richieste di didattica integrata". Laddove si ritenesse di interpretare diversamente l'ordinanza della Regione, "non avrebbe alcun senso il riferimento alla scuola media (secondaria di primo grado) ed alla scuola superiore (secondaria di secondo grado) che per legge, in zona rossa, sono integralmente svolte con didattica a distanza senza alcuna possibilità di scelta da parte dei genitori". Per Mongelli, "tale disposizione, con il solito modo “fai da te” della nuova “geniale” ordinanza della Regione Puglia, crea un ulteriore caos che gli studenti di Puglia non si meritano".

La richiesta finale

Ma c'è di più, in prospettiva. Spiega infatti il Codacons: "Parimenti, l’ordinanza regionale non avrebbe senso, nel caso in cui la Puglia dovesse diventare zona arancione, poiché, in quel caso le istituzioni scolastiche dovrebbero comunque rispettare le percentuali di partecipazione in presenza indipendentemente dalla volontà espressa dai genitori di svolgimento della didattica a distanza". Per questo il Codacons chiede "immediatamente il ritiro dell’Ordinanza n. 102/2021 e la sua calma rimodulazione in base ai numeri concreti dell’andamento epidemiologico, alla conseguente elaborazione statistica, ed al rigoroso rispetto delle disposizioni di Legge nazionale che, lo ricordiamo, è sempre e comunque sovraordinata rispetto a qualsivoglia Ordinanza Regionale". 

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