Covid, casi in aumento anche tra i bimbi. Sanitari, sospesi altri 20 no vax

Covid, casi in aumento anche tra i bimbi. Sanitari, sospesi altri 20 no vax
Covid, casi in aumento anche tra i bimbi. Sanitari, sospesi altri 20 no vax
di Paola COLACI
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Lunedì 15 Novembre 2021, 08:29 - Ultimo aggiornamento: 18:10

Un caso accertato di Covid per un piccolo alunno di un asilo nido a Lecce. E altri 400 giovanissimi al di sotto dei 12 anni positivi in tutta la Puglia. L'11% del totale dei casi attualmente verificati in regione. Intanto sul fronte dell'obbligo di vaccinazione per il personale sanitario è ancora stretta delle Asl contro i no vax: altri 20 tra medici, infermieri e tecnici sospesi in questi giorni dalla Asl di Lecce.

Allerta alta

L'attenzione delle autorità sanitarie, dunque, continua a essere puntata sui numero del contagio. In Puglia come nel resto del Paese si teme una quarta ondata della pandemia perché ora il virus sembra diffondersi con maggiore rapidità anche tra i giovanissimi. Bimbi e ragazzini under12 per i quali la vaccinazione anti-Covid non è ancora autorizzata. Eppure un rapporto della Società italiana di Pediatria (Sip) e dell'Associazione ospedali pediatrici italiani (Aopi) sull'implementazione della strategia vaccinale nella fascia 5-11 anni parla chiaro: i casi di positivi tra i bambini sono in aumento. «Da un confronto con i dati pubblicati dall'Iss il 25 agosto, emerge che in poco più di due mesi, per la sola fascia di età 6-10 anni, c'è stato un incremento pari a 24.398 casi. Oltre all'aumento dell'incidenza dei casi in tutte le fasce di età, si rileva, in particolare un'incidenza più elevata nella popolazione di età sotto i 12 anni, attualmente non eligibile per la vaccinazione, hanno riferito gli esperti».
In relazione allo scenario pugliese, «ci stiamo avviando verso l'inverno con un numero di contagiati in aumento e una situazione epidemiologica in peggioramento in tutta Europa. Anche nel nostro Paese e nella nostra regione i dati, pur non allarmanti, destano preoccupazione. Inutile negarlo» scrive la professoressa di Igiene dell'Università di Bari, la virologa Maria Chironna, responsabile della rete dei laboratori Covid-19 in Puglia. «Le coperture vaccinali - prosegue - sono davvero ragguardevoli. Quindi, dare solo la colpa ai non vaccinati, che vanno certamente convinti ad aderire alla vaccinazione, non spiega cosa sta accadendo. I vaccini funzionano e ci proteggono dalle forme più gravi di Covid, non smetteremo mai di sottolinearlo, ma molto meno contro le infezioni. Di conseguenza, se il numero dei contagiati salirà, inevitabilmente tenderanno a salire i ricoveri per malattia e anche i decessi, prevalentemente nei non vaccinati, ma anche nei vaccinati (gli anziani e i fragili prima di tutto). Il punto chiave è che questi saranno significativamente più ridotti rispetto alla scorsa stagione proprio grazie ai vaccini. Sta tutto qui il successo della vaccinazione di massa».
Eppure in relazione alla terza dose, la campagna vaccinale in Puglia stenta a decollare.

Le dosi addizionali somministrate sinora, cioè quelle destinate alle persone trapiantate, immunodepressi e pazienti oncologici, sono 17.272, su un totale complessivo di 155.641. Ne restano dunque da vaccinare con dose addizionale 138.369. E le dosi di richiamo (booster) somministrate sinora - quelle destinate per ora a persone ultra sessantenni e operatori sanitari - sono 122.748, su un totale complessivo di 305.806. All'appello dei richiami mancano, dunque, oltre 600mila pugliesi. E se nella classifica nazionale per il booster la Puglia è in generale al sedicesimo posto con il 3,13% di copertura, la percentuale di fragili e sanitari destinatari della dose addizionale si attesta allo 0.44%.

Sanitari sospesi

Gli stessi sanitari per i quali in relazione alla prima e seconda dose di vaccino è previsto un preciso obbligo di legge. Eppure tra medici, infermieri e operatori in servizio negli ospedali e strutture sanitarie pugliesi, i no vax restano. E da parte delle Asl continuano a fioccare le sospensioni. Gli ultimi 20 provvedimenti - dopo i primi 10 notificati un mese fa - sono stati recapitati in questi giorni ad altrettanti dipendenti della Asl Lecce. Sanitari a casa senza stipendio almeno sino a dicembre a tutela dei quali ora scendono in campo i sindacati. In testa la Cisl invoca un'alternativa alla sospensione. A partire dal ricollocamento dei non vaccinati negli uffici. Soprattutto quelli amministrativi che sono sguarniti di personale. E anche con mansioni inferiori chiosano dal sindacato.
 

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