Prime ripartenze dal 26 aprile: «Ristoranti all'aperto e scuole». Da giugno le palestre. Il calendario dettato dal governo

Prime ripartenze dal 26 aprile: «Ristoranti all'aperto e scuole». Da giugno le palestre. Il calendario dettato dal governo
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 17 Aprile 2021, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 17:37

Dal 26 aprile tornano le zone gialle, con un colore rafforzato e riaprono tutte le attività di ristorazione, sport e spettacolo, ma solo all'aperto e nelle aree a basso contagio da Covid. Attualmente la zona gialla non era prevista, ma sarà ripristinata. Il presidente Mario Draghi ha delineato i prossimi passi verso un ritorno alla normalità a partire da fine mese. «Si può guardare al futuro con prudente ottimismo e fiducia», ha detto ieri in esordio di conferenza stampa.

Il calendario delle riaperture


Per quanto riguarda le riaperture precedenza sarà data a scuole e attività all'aperto, via libera anche agli spostamenti tra regioni in zona gialla e con un pass tra regioni di colori diversi. Teatri, cinema e spettacoli saranno consentiti all'aperto. Al chiuso dovrebbero essere consentiti con i limiti di capienza fissati per le sale dai protocolli anti contagio. Via libera anche agli sport all'aperto, mentre gli stabilimenti balneari e le piscine all'aperto riapriranno il 15 maggio e il primo giugno sarà il turno delle palestre.

Sulle aperture il governo ha preso «un rischio ragionato, un rischio fondato sui dati che sono in miglioramento», ha spiegato Draghi, confermando che la cabina di regia «anticipa l'introduzione della zona gialla, ma con un cambiamento rispetto al passato, nel senso che si dà precedenza all'attività all'aperto, anche la ristorazione a pranzo a cena e alle scuole tutte, che riaprono completamente in presenza nelle zone gialla e arancione mentre in rosso vi sono modalità che suddividono in parte in presenza e in parte a distanza». Nel senso che, dal 26 aprile le scuole nelle aree con il livello di rischio più alto tornano a svolgere lezioni in presenza fino alla terza media e alle superiori l'attività si svolgerà almeno al 50% in presenza.

Le prospettive per il futuro


Saranno definitive le riaperture? «Quando ho parlato di rischio ragionato è questa la risposta: se i comportamenti sono osservati e sulla campagna vaccinale non ho dubbi che sarà sempre meglio la possibilità che si torni indietro è molto bassa e in autunno la vaccinazione sarà molto diffusa», ha risposto Draghi ai giornalisti. Non solo le riaperture più vicine, durante la conferenza stampa il ministro della Salute Roberto Speranza ha aggiunto anche altre date al calendario della ripartenza delle attività: «Il 26 aprile è la data chiave in cui ripristiniamo le zone gialle, investendo sugli spazi aperti. Poi una road map accompagnerà le riaperture: il primo giugno alcune attività sportive, il primo luglio le attività fieristiche».
Il presidente del Consiglio ha definito le riaperture «una risposta al disagio di categorie e giovani, portano maggiore serenità nel Paese, pongono le basi per la ripartenza dell'economia». Il premier ha espresso fiducia per l'imminente futuro: «Mi aspetto che avremo un rimbalzo molto forte nei prossimi mesi e poi dovremo attestarci su un sentiero di crescita. Il rimbalzo è certo, non è sicuro esattamente quanto forte sarà. Ma dobbiamo lavorare sulla sfida di assicurare che dopo la ripresa dei prossimi mesi continueremo a crescere e tenere alto il livello dell'occupazione, dopo tantissimi anni in cui purtroppo la situazione è stata diversa».

La scommessa dell'economia

Durante la conferenza stampa, Draghi ha anche affrontato i temi di carattere strettamente economico, sottolineando che con il Def e lo scostamento si fa «una scommessa sul debito buono». Quindi ha aggiunto che il ministro «Franco ha enunciato il Def e l'entità dello scostamento, 40 miliardi. Non merita attenzione solo la cifra ma il percorso di rientro dal deficit, che è poco meno del 12%, solo nel 2025 si vedrà il 3%. Se la crescita sarà quella che ci attendiamo da tutti questi provvedimenti, dal piano di investimento, dal Pnrr, dalle riforme, pensiamo che non servirà una manovra correttiva negli anni a venire». «Il Pnrr - ha proseguito il presidente del Consiglio - è fatto di 191,5 miliardi circa, di cui 69 a fondo perduto, 122 prestiti, più 30 del fondo di accompagnamento al Pnrr». E a proposito del decreto Sostegni, Draghi ha sottolineato che «è segnato dalla rapidità dei pagamenti, dal 30 marzo a oggi sono stati pagati due miliardi nella prima settimana e nella seconda un miliardo, ma i pagamenti non sono ancora terminati».
Sempre per ciò che riguarda le imprese la questione aperta è se introdurre cambiamenti nei prossimi sostegni. «Il criterio adottato nel primo decreto è quello del fatturato ma ha suscitato perplessità in tanti per vari motivi. Il ministero sta pensando ad aggiungere, oltre a quello del fatturato, anche un criterio che riguarda l'utile, l'imponibile fiscale, in modo da vedere esattamente i soggetti più colpiti dalla pandemia», ha spiegato Draghi, precisando: «Naturalmente non si può aver tutto: con il fatturato i tempi sono molto rapidi, con altri parametri i tempi si allungano di tre o quattro settimane».

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