Covid, addio all'assistenza domiciliare. Lopalco contro Palese: «Scelta gravissima e ingiustificabile». Attacca anche Forza Italia

Covid, addio all'assistenza domiciliare. Lopalco contro Palese: «Scelta gravissima e ingiustificabile». Attacca anche Forza Italia
di Alessandra LUPO
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Venerdì 29 Aprile 2022, 22:10 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 21:14

Nel clima arroventato del Consiglio regionale pugliese, fresco di cambi di postazioni e schieramenti, la decisione di chiudere le Usca, (Unità speciali di continuità assistenziale) ovvero i team composti da un medico e un infermiere per gestire i singoli casi Covid, diventa terreno di scontro politico e viene definita “incomprensibile” da più parti. 
Il più agguerrito oppositore della scelta della Giunta è Pier Luigi Lopalco, ex assessore alla Sanità recentemente uscito dal gruppo politico di riferimento del presidente Emiliano per approdare tra le file decisamente più critiche di Articolo Uno. 
Lopalco, che ha gestito in prima persona l’emergenza Covid in Puglia dal suo principio fino alle dimissioni, rassegnate proprio in polemica con le scelte in materia politica e sanitaria del presidente Michele Emiliano, non si limita a criticare genericamente la scelta e sulla vicenda Usca ha presentato una interrogazione diretta al suo successore Rocco Palese in cui si chiede la proroga del servizio.

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Il parere di Lopalco


«La sospensione del servizio delle Usca a partire dal 1 maggio, in un momento in cui la circolazione virale non mostra alcun segno di significativa riduzione, è una scelta gravissima e ingiustificabile», scrive l’epidemiologo che nell’interrogazione articola tre domande specifiche: se sussistono i presupposti per la cessazione del servizio nonostante il livello di contagi.

Se in ragione della cessazione del servizio sono state attivate tutte le procedure atte a riorganizzare il lavoro dei medici di base, del Servizio 118 e dei Pronto Soccorso Ospedalieri che dovranno far fronte dal primo maggio a tutte le incombenze di gestione dei pazienti Covid, sino ad oggi gestite dalle Usca. E infine se si intende usufruire della proroga concessa dal Ministero per garantire il servizio sino al 30 giugno. La mancata proroga di questo servizio rischia di creare un vuoto assistenziale che la Puglia non deve e non può permettersi - conclude Pierluigi Lopalco -. Rivolgo pertanto un appello all’Assessore Palese e al Presidente Emiliano affinché si arrivi ad una soluzione ragionevole ed oggettiva per il bene dei pugliesi, soprattutto in un momento di passaggio importante alla riorganizzazione dell’assistenza territoriale in cui sarebbe davvero inconcepibile dissolvere il patrimonio di professionalità e capacità organizzative dei tanti giovani medici che hanno con passione e abnegazione mantenuto in piedi il servizio».

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Forza Italia 


Dello stesso avviso è il gruppo di Forza Italia. I consiglieri regionali azzurri Paride Mazzotta, Giandiego Gatta, Vito De Palma e Paolo Dell’Erba ritengono infatti che «disattivare un servizio significa che l’esigenza a cui rispondeva è venuta meno. Posto che i contagi da Covid non sembrano calare - prosegue il gruppo - non riusciamo a capire le ragioni sottese alla decisione della Giunta regionale di disattivare l’importante servizio erogato dalle Unità speciali di continuità assistenziale, che garantiscono l’assistenza ai pazienti in isolamento domiciliare. Ci fa piacere - concludono -, che l’ex assessore Lopalco sia d’accordo con noi».
Dall’assessore arriva una prima rassicurazione: «L’attività delle Usca, le unità mediche che visitano a domicilio i malati di Covid, potrà essere mantenuta dalle Asl in considerazione delle specifiche situazioni epidemiologiche rilevate sul territorio - spiega Palese -. Il sistema infatti non sarà smantellato lì dove ci sono difficoltà particolari attestate dalle direzioni Asl, comunicandole al Dipartimento promozione della Salute regionale. Le Usca - precisa Palese - potranno restare in funzione, in deroga, sino al 30 giugno «in presenza di situazioni epidemiologiche territoriali, debitamente documentate, tali da giustificare il mantenimento».

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