Corsa al Colle, «Grandi elettori pugliesi»: accordo quasi raggiunto

Corsa al Colle, «Grandi elettori pugliesi»: accordo quasi raggiunto
di Antonio BUCCI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 6 Gennaio 2022, 05:00

Sui Grandi Elettori per il Quirinale, in via Gentile si sfoglia la margherita. Niente nomine nella calza della Befana: la vecchina non passa dal parlamentino e tocca riparlarne nei prossimi giorni. Di certo c’è che, giovedì 13, in tre varcheranno la soglia dall’Aula con in tasca il biglietto per la Capitale. Stessa data scelta dalla Calabria, mentre la Lombardia lo farà già martedì, giornata che si attende come quella della composizione definitiva dell’assemblea pugliese: il Consiglio di Stato, infatti, aveva sospeso l’efficacia delle disposizioni del Tar e accolto l’istanza cautelare presentata dai due “uscenti” - Longo e Pendinelli – fissando la Camera di consiglio per martedì. I bookmakers danno il Governatore in partita, così come Nichi Vendola nel 2015. Il resto è poco più di un borsino. 

L'opposizione

Tra i banchi dell’opposizione, si fa il nome del salentino Paolo Pagliaro, capogruppo de “La Puglia Domani” e tra gli ospiti della kermesse barese di Matteo Salvini di qualche sabato fa. Dalla sua avrebbe il gentlemen agreement interno alla minoranza, che già a novembre 2020 aveva previsto una divisione degli incarichi spettanti a quella parte dell’emiciclo: i galloni di segretario dell’ufficio di presidenza all’azzurro Giandiego Gatta, la vice presidenza a Giannicola De Leonardis in quota a Fratelli d’Italia, le chiavi della settima commissione alla Lega, che poi le ha cedute a Gianfranco De Blasi. E la promessa di una promozione per la lista civica di Raffaele Fitto, alla prima occasione utile. Si è concretizzata con la guida della commissione per il contrasto alla criminalità, lasciata libera dalla pentastellata Rosa Barone e poi nelle mani del tarantino Renato Perrini. Quanto basta per spalancare all’editore leccese le porte dei palazzi romani? Non proprio, se si conta che c’è chi vorrebbe, in lizza per lo stesso slot, proprio De Leonardis. E che, rispetto ad allora, due dei tre componenti della lista del pumo sono passati nel Misto, cambiando il gioco di pesi e contrappesi e allargando lo spazio di manovra. Rumours e suggestioni, s’intende, visto che i partiti non si sono ancora messi al tavolo: gli uomini del Carroccio potrebbero farlo già domani, prima di incontrare i colleghi dell’opposizione e raccogliere disponibilità e attese.

La maggioranza

Tempistiche che potrebbero coincidere con quella della maggioranza: il profilo che si rincorre è quello di Loredana Capone ma non è detto che il centrosinistra arrivi compatto. E non è detto che lo facciano neppure gli stessi democratici. Sempre ammesso che non sia la “variante tricolore” a rimescolare le carte: l’idea – avanzata da Antonio Decaro – di proporre un sindaco, anche perché non è detto che la rappresentanza si esaurisca nel perimetro dell’assemblea: nel 2013, ad esempio, fu l’allora primo cittadino di Firenze - Matteo Renzi – a chiedere di essere scelto tra i due delegati del centrosinistra ma da Roma arrivò lo stop della segreteria nazionale dem e gli fu preferito Alberto Monaci, al timone della massima assise toscana. In quella metà campo, tornando alle questioni pugliesi, c’è un altro risiko che si potrebbe aprire e porta dritti all’assessorato alla Salute: nelle scorse ore, è tornato a crescere il tam tam circa l’imminente arrivo, al posto dell’epidemiologo e ordinario di igiene, dell’ex assessore al Bilancio e candidato del centrodestra, Rocco Palese. I 5 Stelle sbarrano la strada, da Fratelli d’Italia è Ignazio Zullo a stuzzicarli ma le due partite restano legate, specie se si guarda alle eventuali camere di compensazione. 
Un altro motivo per il quale il totoColle potrebbe passare dal Tacco è il nome di una donna, rigorosamente tenuto nascosto e, magari, pronto a finire sul tavolo come jolly, se le votazioni dovessero risolversi con un nulla di fatto: si tratta di Silvana Sciarra, giudice della Corte Costituzionale eletta dal parlamento nel 2014 e giuslavorista di fama.

Le quotazioni vanno di pari passo con quelle del big sponsor, Giuseppe Conte: dal Movimento hanno prima fatto blocco su un bis di Sergio Mattarella, poi si sono orientati sull’asse con il Pd, in favore di Mario Draghi. Si vedrà. D’altro canto, nella migliore delle tradizioni dei Conclavi, chi entra Papa esce cardinale. E non vale solo per il Quirinale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA