Corsa alla candidatura Stefàno non dice no Primarie, nuove tensioni

Corsa alla candidatura Stefàno non dice no Primarie, nuove tensioni
di Francesco G. GIOFFREDI
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Venerdì 4 Ottobre 2019, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 15:15
Non è un sì, ma nemmeno un no. Dario Stefàno per ora galleggia lì, nella terra di mezzo dei tatticismi. Tuttavia qualcosa si muove: il senatore Pd s'iscrive virtualmente al tabellone dei possibili candidati governatore di centrosinistra in Puglia, alle primarie e non solo. Poco più di una settimana fa era stato lanciato l'appello (primi firmatari una trentina di personalità della galassia stefàniana; raggranellate intanto oltre 3.400 sottoscrizioni) dal titolo eloquente: Dario Stefàno presidente della Regione Puglia. Il vicepresidente dei senatori Pd ha rotto il silenzio solo ieri, con un post su Facebook: «Scelte simili necessitano di analisi e riflessioni profonde», ma «farò di tutto per offrire il mio contributo per correggere gli errori anche del recente passato e imprimere una svolta di reale cambiamento», in ogni caso «decideremo insieme in quale ruolo e con quali modalità».
Di sicuro - e lo stesso Stefàno lo ricorda - lo scenario nazionale è mutevole, tanto da poter innescare cambiamenti radicali anche su scala territoriale. Tradotto: l'asse nazionale Pd-M5s è stato esportato alle Regionali dell'Umbria, e in caso di successo il calco verrebbe riproposto anche altrove in primavera. Per esempio in Puglia, così rimescolando un bel po' le carte: l'alleanza giallorossa comporterebbe quasi sicuramente una candidatura di discontinuità. Non a caso Michele Emiliano - che pure ha sempre caldeggiato l'intesa con i pentastellati - frena, si arrocca in difesa, propone un patto solo post elettorale e respinge ogni ipotesi di passo indietro. Anche per questo i fedelissimi del governatore, nei colloqui riservati delle ultime ore, starebbero tornando alla carica con un grande classico: le primarie in autunno. Oggi si riunisce la Direzione regionale Pd, all'ordine del giorno data, regole e candidature alle primarie: riunione che s'annuncia infuocata. Emiliano e i suoi temono che la convocazione dei gazebo a gennaio-febbraio possa allungare i tempi al punto da agevolare i teorici dell'alleanza giallorossa à la pugliese (cioè senza Emiliano). In sostanza, il tema è sempre quello, nell'inner circle del governatore: blindare quanto prima la ricandidatura.

«Disponibile a candidarmi»: Gentile riaccende le primarie ma spiazza gli alleati

Due al momento gli sfidanti più o meno ufficiali di Emiliano: il sociologo di sinistra Leonardo Palmisano e l'ex eurodeputata Pd Elena Gentile. Ma sulla lavagna sono segnati altri nomi e altre incognite: il già citato Stefàno, il consigliere regionale (Pd e associazione C-entra il futuro) Fabiano Amati, e poi c'è da sciogliere l'insolubile nodo dei renziani dopo la nascita di Italia viva. Non resteranno a bordo campo, al momento però tutto è possibile: sotto il profilo delle strategie, perché potrebbero accettare le primarie o decidere per lo strappo; e sotto l'aspetto dei nomi, interessati alle mosse di Stefàno e Amati (vicini a Renzi, non del tutto escluso il loro passaggio a Italia viva), corteggiati da Gentile, ma tentati anche da altre, finora ignote, strade. «I renziani? Correranno contro Emiliano anche alle Regionali», pronostica più di qualcuno. Di certo Stefàno e i suoi al momento giocano con l'equivoco: non è ben chiaro se appello e risposta del senatore presuppongano o meno le primarie o se portino dritto a una candidatura autonoma. Il diretto interessato intanto si dice «sinceramente commosso dalla stima di così tante persone», «l'appello mi ha colto di sorpresa e mi riempie di orgoglio», «non ho intenzione di illudere o deludere nessuno», sono scelte che richiedono di «tenere conto delle vicende locali ma anche degli scenari nazionali, oggi radicalmente cambiati rispetto al recente passato». E ancora: «La Puglia però è casa mia, è la mia terra e considero fondamentale avere in campo una proposta democratica e riformista che guardi all'innovazione ma anche alla concretezza, capace di recuperare al più presto chi abbiamo perso per strada. Questo appello, in realtà, può essere letto anche come una sorta di campanello d'allarme: il Pd e il centrosinistra si preparano a giocare la partita delle elezioni regionali ma non hanno ancora trovato la formazione adeguata per rappresentare una regione dinamica, competitiva, solidale».
Stefàno il 12 ottobre prenderà parte all'assemblea (Prima le idee) organizzata da La Giusta causa: ci saranno anche Sinistra italiana e altri pezzi del Pd (Gentile, Federico Massa). Un'area che sembrava marciare compatta, ma che ora rischia di sfilacciarsi. Per la moltiplicazione delle possibili candidature, ma anche per i differenti punti di vista sui rapporti con Emiliano e sull'asse con il M5s. Opzione, quest'ultima, interpretata da molti come l'unica arma per marginalizzare il governatore.
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