Test sierologici negli ospedali: per la popolazione si aspetta

Test sierologici negli ospedali: per la popolazione si aspetta
di Vincenzo DAMIANI
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Venerdì 3 Aprile 2020, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 09:51
La fase 2 sarà delicata quanto quella dell'emergenza, prima di allentare la morsa e riaprire le attività sarà necessario svolgere uno studio epidemiologico per capire come si è mosso il coronavirus e dove ancora è presente in Puglia. «Ma per adesso è presto, più tardi lo si fa e più preciso sarà il risultato», spiega il professore Pierluigi Lopalco, ordinario all'Università di Pisa e coordinatore scientifico della task force pugliese per l'emergenza coronavirus.

Il dibattito è ormai nazionale, le Regioni si stanno però preparando in maniera diversa e questo potrebbe non facilitare la ripresa. «In Puglia spiega Lopalco - in questo momento siamo nella fase della validazione dei test sierologici, stiamo sperimentando diverse tipologie. Quando potrà cominciare la fase 2, quella della somministrazione alla popolazione, è presto per dirlo, ci sono ancora molti punti interrogativi. Però aggiunge - io sono convinto che non vadano fatti subito, più avanti si fanno è maggiore è la possibilità di individuare il più alto numero di soggetti che sono venuti a contatto con il virus».

Ma perché posticipare i test rapidi potrebbe avvantaggiare lo studio epidemiologico? «In Puglia spiega il professore -, come nel resto del Sud, il numero di persone entrate in contatto con il virus è molto basso. Se andassimo a fare un'analisi oggi avremmo un quadro parziale e individueremmo pochi casi, meno dell'1% della popolazione». Ecco perché la task force pugliese ha deciso di partire dagli ospedali per verificare l'attendibilità dei test: «Gli operatori sanitari continua Lopalco - sono ovviamente più esposti al rischio di contagio e, per questo, abbiamo deciso di avviare la sperimentazione negli ospedali. Così saremmo in grado di raccogliere informazioni più precise». Ma anche nelle strutture sanitarie, Lopalco non si aspetta di individuare grossi numeri di positivi: «Penso, ma ovviamente si tratta di una ipotesi, di trovare una quota di persone venute a contatto con il virus che va dall'1 al 2%, nella popolazione, come ho anticipato, sarebbe ancora più bassa e meno significativa».

La fase di sperimentazione è partita dall'istituto oncologico Giovanni Paolo II di Bari e da lunedì prossimo verrà estesa anche al Policlinico di Bari, dove parallelamente verranno anche svolti i tamponi sui dipendenti. Nell'ospedale più grande della Puglia, circa 3mila dipendenti tra medici, infermieri, operatori sanitari, tecnici e personale dei servizi esterni, con priorità per coloro che prestano servizio in reparti Covid19 o in unità operative in cui si sono registrati casi di Covid19, saranno sottoposti a uno screening sierologico. L'obiettivo dei test è quello di esplorare la circolazione del virus in soggetti asintomatici che non siano stati intercettati dal sistema di sorveglianza epidemiologica. Gli esami sierologici non sono uno strumento diagnostico marappresentano un ausilio alla comprensione delle catene di contagio. Si prevede di sottoporre a test circa 100 persone al giorno, dal lunedì al sabato. Nella prima fase dell'indagine, però, ci sarà il doppio confronto tra l'esito del tampone e quello del test.

«La Regione Puglia ha da subito avviato valutazioni scientifiche basate su test sierologici prosegue Lopalco - utilissimi in questa fase dell'epidemia per acquisire informazioni sulla circolazione del virus in particolari ambienti ad alto rischio come le strutture assistenziali. Questa del Policlinico rappresenta un'altra tessera che servirà a comporre il puzzle generale».
La seconda fase partirà quando l'indice RO, cioè il numero medio di persone che un infetto può contagiare, arriverà tra lo 0,7 e lo 0,5 mostrando stabilità su questo livello. L'intenzione del governo nazionale è comunque di scavallare il 3 maggio 2020 per evitare che le persone possano andare in giro durante i ponti del 25 aprile e del 1 maggio.

Intanto, in Puglia, Apulia Diagnostic e Genetics si propongono per effettuare test rapidi su sangue periferico, dal 6 aprile i laboratori saranno aperti: «In un periodo di totale emergenza e disorganizzazione dei più alti vertici dirigenziali del servizio sanitario nazionale commentano - è dovere di ogni singolo adoperarsi per la garanzia del bene e del benessere comune, in questo Apulia Diagnostic ed Apulia Genetics sono e saranno in prima linea, combattendo ogni giorno se necessario».
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