Allarme nuovi focolai, Puglia “al riparo”: «Ma fate attenzione a chi viene dall'estero»

Allarme nuovi focolai, Puglia “al riparo”: «Ma fate attenzione a chi viene dall'estero»
di Vincenzo DAMIANI
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Lunedì 6 Luglio 2020, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 13:34
Dopo due giorni che hanno quasi fatto temere una ripresa dei contagi anche in Puglia, ieri il bollettino ha fatto tirare un sospiro di sollievo: zero nuovi casi e nessun decesso causato dal coronavirus. Ma l'allarme, in tutta Italia, resta e il pericolo maggiore, come sottolineato dall'epidemiologo Pierluigi Lopalco, arriva dall'estero. «I focolai isolati negli ultimi giorni in Italia ha spiegato il capo della task force pugliese interpellato dal quotidiano online Open - sono relativi a casi di importazione. Al momento, osserviamo due tipi di contagio: ci sono casi con scarsissima carica virale legati a strategie di screening, come per gli operatori sanitari o per quei pazienti che dovevano essere ricoverati per altri motivi; oppure casi con una più forte intensità del virus che l'hanno portato in Italia dall'estero. Per questo la massima allerta, al momento, dev'essere destinata ai viaggi e ai rientri dai Paesi più a rischio».

Le Regioni stanno correndo ai ripari, ognuno a modo suo: la Lombardia ha inserito l'obbligo di mascherine, la Toscana ha dato potere ai sindaci di poter trasferire le persone che risultino positive negli alberghi sanitari, il Veneto pensa addirittura al Tso per i positivi che rifiutano cure e ricovero se necessario. Il governo nazionale, però, sta valutando una serie di nuovi provvedimenti per mettere in sicurezza tutto il territorio in maniera uniforme: ricovero obbligatorio per chi è positivo e ha i sintomi di Covid-19; più controlli sul rispetto delle quarantene; verifiche meticolose di chi arriva in Italia da Paesi extra Ue, con l'ipotesi di tamponi ai passeggeri dopo l'atterraggio. Il ministro Roberto Speranza, con il comitato di esperti, valuta una stretta.

La Puglia, per ora, si affida alla ricetta delle 3T indicata da Lopalco: testare, tracciare e trattare; in poche parole affidarsi alle capacità dei dipartimenti di Prevenzione e al buon senso delle persone. «Chi ha una temperatura corporea di 37,5 gradi o superiore deve segnalarlo al proprio medico e non muoversi», ricorda Lopalco. E poi, qui in Puglia resta comunque l'obbligo di segnalare il proprio arrivo e mantenere l'agenda dei contatti, una misura criticata persino dall'assessore al Bilancio, Raffaele Piemontese, ma che sta tornando utile già adesso. Meno efficace l'aiuto dell'App Immuni: in Puglia, sino a ieri, sono stati solo due i casi segnalati e, tra l'altro, entrambi sono risultati falsi allarmi dopo il tampone. Insomma, l'applicazione, vista la scarsa diffusione tra la popolazione, non sta aiutando concretamente.

«Se riusciamo a mettere su un buon sistema di test e tracciamento, questi focolai si spengono, Immuni non sta funzionando perché siamo un popolo strano: è evidente che in Italia, quando si parla di prevenzione, malattie infettive o vaccinazioni, non basta affidarsi al senso civico dei cittadini. Bisogna insistere sull'informazione e investire nella comunicazione», ha detto ieri Lopalco. La mappa della diffusione dell'epidemia in Italia è in continua evoluzione, ma la cosiddetta crescita esponenziale sembrava essere un lontano ricordo. Sembrava, perché a Bologna e in Emilia-Romagna il coronavirus è tornato a diffondersi a una velocità preoccupante. Si stanno accendono piccoli focolai in vari punti del Paese, con maggior frequenza nelle regioni confinanti con la Lombardia. Un altro aspetto rilevante nella trasmissione del virus è il numero di asintomatici, una media di 95 su 100.

La situazione, tutto sommato, sul territorio nazionale e in Puglia a maggior ragione appare sotto controllo, ma in evoluzione e le preoccupazioni maggiori restano per l'autunno. «Quando abbiamo iniziato le riaperture, dal 4 maggio, eravamo consapevoli che avremmo avuto una stagione in cui avremmo dovuto convivere con il virus. Il virus non è stato sconfitto, c'è ancora e dobbiamo tenere un atteggiamento di massima cautela. Il punto è che i focolai ci sono, ci saranno e continueranno ad esserci. Dobbiamo essere veloci, determinati per poterli ricondurli alla normalità nel più breve tempo possibile. Questa è la nostra sfida», ha avvertito il ministro della Salute, Roberto Speranza.
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