Effetto virus in tribunale: 20% in meno di processi. Inchieste a rilento

Effetto virus in tribunale: 20% in meno di processi. Inchieste a rilento
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 25 Maggio 2020, 08:41
Gli addetti ai lavori si contano sulle dita di una mano, sembra che i termini di sospensione feriale siano stati anticipati al 12 maggio invece di attendere la fine di luglio. E a ciò contribuiscono anche le temperature e l'aria delle aule del Tribunale penale in cui si stanno svolgendo i pochi processi previsti dal protocollo del presidente facente funzione Anna Rita Pasca: vietato accendere climatizzatori e ventilatori per non rischiare di innescare l'effetto ricircolo del coronavirus. Monitor delle udienze spenti o tutt'al più per riportare due-tre processi. Nessun processo, ad esempio, fissato per oggi al giudice di pace. Statini che, visti da lontano, lasciano perplessi perché sembrano identici a quelli affissi prima che l'emergenza sanitaria fermasse quasi del tutto l'attività giudiziaria: anche 30 processi, solo che, a parte un paio di eccezioni, sono tutti depennati e con accanto la scritta rinvio.
Una stima degli addetti ai lavori indica che si stiano svolgendo non più del 20 per cento dei processi penali rispetto allo stesso periodo dello stesso anno. Nel civile la previsione non si discosta di molto, a fronte di un ventaglio piuttosto ampio di cause previste dal protocollo e dell'indicazione di privilegiare la trattazione scritta.
Un rallentamento hanno registrato anche le discovery della Procura, in linea con le indicazioni del procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, per contenere la diffusione del contagio: nessuna ordinanza di custodia cautelare, pochi avvisi di conclusione delle indagini, accesso contingentato negli uffici alla polizia giudiziaria ed agli stessi pubblici ministeri.

Un andamento generale che si registra da metà marzo e che, fatti salvi correttivi da applicare in sintonia con l'andamento della curva epidemiologica, ha come termine il 31 luglio. Un andamento monitorato dal consiglio dell'ordine degli avvocati. Ne parliamo con i coordinatori degli osservatori penale e civile, Silvio Verri ed Andrea Lanzilao.
«Ci sono tanti avvocati in difficoltà: penso ai tanti, ai molti giovani o titolari di piccoli studi, che non hanno la forza economica di resistere molti mesi senza lavorare», la riflessione dell'avvocato Verri. «Il consiglio, nel proprio dibattito interno, ha sempre tenuto in primaria considerazione questa situazione di generale difficoltà, che già si era manifestata prima dell'emergenza sanitaria, con un decremento del numero dei colleghi iscritti e soprattutto dei giovani che si iscrivono nel registro dei praticanti. Con grande dignità, i colleghi stanno affrontando questa situazione, da soli e senza ricevere aiuti pubblici, se si escludono le briciole dei 600 euro ricevuti a marzo: ma nessuno può resistere a tempo indeterminato».

I dati sui contagi e sui decessi continuano a fare registrare un decremento sostanziale in Puglia e nel Salento. Da qui la possibilità che si torni a discutere dell'incremento della tipologia dei processi penali in aula, tenuto conto che per adesso si possono svolgere solo quelli giunti alla soglia della sentenza, quelli con detenuti e le udienze filtro collegiali. «A breve credo che sarebbe opportuno pensare a come incrementare gradualmente, ma costantemente, l'attività di udienza, sino a riaprire completamente a settembre», l'idea che si è fatto il coordinatore dell'osservatorio penale. «In realtà, alcuni uffici giudiziari già lo avevano previsto: nel provvedimento organizzativo del Tribunale penale, per esempio, si parla esplicitamente di incremento dell'attività all'esito del primo periodo di ripresa».
Resta un problema. E tocca sia il settore penale che civile: le cancellerie: la normativa nazionale prevede che la metà del personale lavori da remoto fino al 31 luglio. Senza avere la possibilità di accedere a tutte le piattaforme del sistema giustizia per la trattazione dei fascicoli. Due i problemi sollevati in coro dagli avvocati: nessuna risposta, gran parte delle volte, alle telefonate alle cancellerie. E code estenuanti.

«È la principale criticità rilevata nell'ultimo consiglio dell'ordine e puntualmente segnalata al presidente del Tribunale, dalla ripresa delle attività giudiziarie del 12 maggio», spiega l'avvocato Lanzilao. «I correttivi sono stati già adottati: da domani (oggi per chi legge, ndr) partirà il progetto Elimina code. Si tratta di una sistema di prenotazione accessibile dalla home page del sito del Tribunale che consente di fissare l'appuntamento e di indicare nel dettaglio le ragioni della richiesta in modo da consentire alla cancelleria di evaderla per tempo. Funzionerà per il Fallimentare, i decreti ingiuntivi, il contenzioso civile, la volontaria giurisdizione, l'ufficio gip-gup, le sezioni penali, il Riesame e le misure di prevenzione. «L'obiettivo è consentire una ripresa più rapida e snella delle attività giudiziarie che, per il civile, ha privilegiato la trattazione scritta. È una fase transitoria avviata a piccoli passi per ragioni di sicurezza sanitaria e che stiamo monitorando per valutare quando ci saranno le condizioni per incrementare le attività».
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