L'allarme dei sindaci: «Senza i fondi del Governo casse vuote fra tre mesi»

L'allarme dei sindaci: «Senza i fondi del Governo casse vuote fra tre mesi»
di Paola COLACI
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Aprile 2020, 12:06
Mal Comune, rischio default. «Dall'inizio di marzo a causa dell'emergenza Covid abbiamo accumulato perdite tra i 3 e i 7 milioni di euro. Se il Governo non metterà sul piatto i 5 miliardi annunciati riusciremo a sopravvivere altri due o tre mesi. Poi sarà la fine». Niente più soldi per i servizi ai cittadini, dunque. E nessuna garanzia di riuscire a onorare gli impegni con i creditori. Ma nella peggiore delle ipotesi, anche il rischio di non riuscire più a pagare gli stipendi ai dipendenti. Ecco perché i sindaci salentini alzano la voce.

Un grido d'allarme che fa il paio con le richieste di aiuto che piovono da settimane all'indirizzo del Governo da parte degli amministratori locali di tutta Italia. La maggior parte delle amministrazioni comunali ha, infatti, sospeso da tempo il pagamento di tributi proprio per venire incontro alla crisi economica di famiglie e imprese. I sindaci, tuttavia, contavano sul sostegno annunciato dallo Stato per far fronte alle spese di gestione ordinaria e straordinaria. Soldi che, nei fatti, non sono ancora arrivati. E su questo fronte dal Governo si attendono ancora indicazioni e garanzie. Intanto i debiti continuano ad accumularsi. E servizi vanno comunque garantiti: trasporto, servizi sociali, illuminazione pubblica, pulizia delle strade, interventi di decoro urbano, la macchina amministrativa continua a girare. Ma le risorse stanno per finire e la liquidità a disposizione delle amministrazioni sarà sufficiente per tirare avanti altri due o tre mesi al massimo. Poi per molti Comuni sarà default.

Una situazione drammatica già denunciata nelle scorse settimane dall'Anci e dall'Upi e che ha spinto i presidenti Antonio Decaro e Michele De Pascale ad abbandonare la conferenza unificata in segno di protesta. A oggi, tuttavia, nulla sembra essere cambiato. Anzi. «La crisi economica dei Comuni è legata a doppio filo con lo stop dell'intero Paese torna sulla questione il sindaco di Casarano e vice presidente regionale di Anci, Gianni Stefàno -. La Tari è sospesa e così Imu, Tosap, Cosap e Icp. E in meno di due mesi dalle nostre casse mancano tra i 5 e i 7 milioni di euro. Di contro, continuiamo a erogare servizi e a pagare i fornitori. E se lo Stato non interverrà potremo andare avanti sino all'estate al massimo. Poi sarà la fine: non riusciremo più a pagare i fornitori e a erogare servizi. E avremo difficoltà, persino, a garantire gli stipendi». Un allarme condiviso anche dal sindaco di Lecce Carlo Salvemini che assieme a numerosi altri amministratori italiani, ha sottoscritto una lettera formale di sollecitazione al Governo: «I comuni sono imprese che erogano servizi pubblici essenziali: se vanno in crisi i loro bilanci, come sta avvenendo a seguito dell'emergenza epidemica, si indeboliscono le comunità, aumentano disagio e diseguaglianza. Ecco perché chiediamo al Governo: siamo uniti e in prima linea con voi, ma metteteci in condizione di salvare la coesione sociale ed essere protagonisti della ricostruzione».

Criticità certificata anche dal sindaco di Galatina Marcello Amante: «Siamo in estrema difficoltà ancor più aggravata per Galatina dal fatto che siamo in procedura di riequilibrio finanziario. Le entrate sono azzerate e le prospettive sono di non riuscire a garantire i servizi essenziali». Perdite ancora da quantificare, seppure già solo sul fronte della tassa di soggiorno siano stimabili in 250mila euro, per il Comune di Nardò. «Abbiamo bisogno di capire - dice il sindaco Pippi Mellone - come muoverci per sostenere le famiglie, mantenere il programma delle opere pubbliche e rilanciare l'economia locale senza mandare a gambe in aria il bilancio del comune. E senza certezze non possiamo agire sulla leva fiscale. Qualche sciacallo predica l'azzeramento delle tasse locali ma questo è impossibile senza una adeguata copertura da parte del governo. Il comune non stampa moneta, non può fare deficit, non ha ampie possibilità d'azione su questo tema».
© RIPRODUZIONE RISERVATA