Coronavirus, concluse le analisi sulla paziente traferita dal Fazzi a Bari: non si tratta del nuovo ceppo. Conte: due casi accertati in Italia

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di Maddalena MONGIÒ
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Mercoledì 29 Gennaio 2020, 21:53 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 02:34
«Il dipartimento Salute della Regione Puglia, in relazione ai casi sospetti di infezione da 2019-nCoV verificatisi in Puglia negli ultimi giorni, informa che le indagini tempestivamente eseguite dal Laboratorio di Epidemiologia Molecolare e Sanità Pubblica della UOC Igiene Policlinico di Bari (già laboratorio di riferimento per le emergenze infettive) consentono di escludere che si tratti di infezioni da nuovo coronavirus. I campioni sono stati comunque inviati, come da indicazioni ministeriali e della task force della regione Puglia, all'Istituto Superiore di Sanità da cui si attende, nei prossimi giorni, la conferma definitiva, in considerazione dei tempi tecnici necessari per eseguire tali indagini di conferma». Con questa nota diramata a tutte le redazioni e pubblicata on line la Regione spegne l'allarme coronavirus scattato nei giorni scorsi, dopo un primo caso sospetto individuato dai medici nel Salento.
Intanto, però,  il premier Conte ha annunciato la scoperta dei primi due casi in Italia. Si tratta di due turisti cinesi ricoverati a Roma, entrambi risultati affetti da coronavirus. 
Pochi giorni fa, per tornare alle vucende salentine,  una donna di nazionalità cinese è andata al pronto soccorso dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce lamentando febbre e difficoltà respiratorie. Ha subito informato il triage di essere preoccupata perché nei giorni precedenti era stata a Roma dove aveva incontrato connazionali che erano stati in Cina. Gli infettivologi del Fazzi hanno confermato la presenza del coronavirus, ma sarà l’Istituto nazionale per le Malattie infettive Spallanzani di Roma a effettuare l’analisi sierologica per accertare a quale ceppo della famiglia di questi virus appartenga quello isolato a Lecce.

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Le procedure prevedono il trasferimento al Policlinico di Bari, l’ospedale che è punto di riferimento per la gestione dei casi da sorvegliare in tutta la regione. In tutta la Puglia, oltre quello di Lecce ce ne sarebbero altri tre o quattro, ma è certo che sono stati allertati tutti i medici di famiglia, i pediatri di libera scelta, e i pronto soccorsi per un “triage facilitato” nei casi sospetti per consentire l’immediato isolamento del paziente. Il protocollo messo in atto dalla Regione è severo e nulla è lasciato al caso. La gestione dei casi è sotto la diretta sorveglianza del Ministero della Salute l’unico che potrà ufficializzare l’eventuale presenza di contagio, ma in tutte le regioni ci sono tantissimi medici che stanno vigilando sulla popolazione. 

L’obiettivo è superare i 15 giorni di incubazione della malattia, a partire dal momento in cui la Cina, in particolare la città di Whuan, è stata isolata. Superato quel termine temporale si potrà tirare un sospiro di sollievo perché sarà evidente che è stato spezzato il rischio di una diffusa epidemia internazionale. Per la donna di nazionalità cinese ricoverata in isolamento agli Infettivi del Fazzi i medici ritengono probabile che non si tratti del ceppo “cattivo” del coronavirus, ma si tratta di aspettare gli esiti delle indagini dello Spallanzani. Bocche sigillate sul caso, ma è scontato che la paziente sia stata trasferita a Bari, così come prevede il protocollo.

Per il trasferimento ogni Asl ha approntato un’ambulanza per questi specifici trasferimenti. Su Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica è spiegato cosa sono i coronavirus. È spiegato infatti che: «I coronavirus (CoV) sono un’ampia famiglia di virus respiratori che possono causare malattie da lievi a moderate, dal comune raffreddore a sindromi respiratorie come la Mers (sindrome respiratoria mediorientale, Middle East respiratory syndrome) e la Sars (sindrome respiratoria acuta grave, Severe acute respiratory syndrome). Sono chiamati così per la forma di corona che sono presenti sulla loro superficie». La sorveglianza severa è una garanzia perché le maglie strette non consentiranno al coronavirus “cattivo” di trovare facilità di passaggio da uomo a uomo. In ogni caso la psicosi c’è e può essere contenuta solo con la consapevolezza che l’autorità sanitaria non ha preso alla leggera il rischio.

Lunedì scorso al Fazzi sono state verificate le condizioni di salute di un insegnante di musica che è stato a Whuan per suonare in un concerto. L’uomo non aveva alcun sintomo, ma i genitori dei suoi allievi hanno chiesto al dirigente scolastico che l’insegnante presentasse una certificazione medica attestante il suo stato di salute. È stato messo nella stanza di isolamento, provvisto di mascherina e sottoposto agli esami necessari, compreso il tampone faringeo. Erano tutti negativi e quindi è stato certificato che non è affetto da coronavirus. La vicenda è stata poi accompagnata da una bufala, ossia un audio al cardiopalma veicolato con la velocità di un virus a mezzo chat. Nell’audio un uomo affermava che un collega del 118 lo ha informato che al pronto soccorso del Fazzi era arrivato un cinese “che sta malissimo” e che dieci giorni fa era stato in Cina. Circostanza smentita dal direttore del pronto soccorso del Fazzi, Silvano Fracella.
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