Effetto coronavirus, albergatori allarmati: «Calo dell'80%, a marzo settore compromesso»

Effetto coronavirus, albergatori allarmati: «Calo dell'80%, a marzo settore compromesso»
4 Minuti di Lettura
Lunedì 2 Marzo 2020, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 09:25

Bastano le percentuali per dare un’idea del dramma in cui è piombato uno dei settori più floridi del territorio. «Un calo per le strutture alberghiere già avvertito in questi giorni, intorno al 70-80%, per business e fiere. Invece per il settore gite scolastiche, che coinvolge spesso strutture a due o tre stelle, anche del 100%. Gli alberghi sono vuoti da diversi giorni e la filiera generale, cioè le guide turistiche e i tour operator, ha interrotto, di fatto, molto del suo lavoro. Inoltre il mese di marzo è completamente compromesso». A parlare è Francesco De Carlo, titolare di un albergo ad Alberobello, in provincia di Bari, vicepresidente nazionale e presidente regionale Puglia di Assohotel Confesercenti, a proposito delle conseguenze che l’emergenza Coronavirus sta provocando sul settore turistico.



«Gli alberghi hanno già avuto molte cancellazioni per il mese di marzo ma stanno già arrivando quelle per il mese di aprile. In più non c’è nessuna forma di “movimento” sulle prenotazioni di Pasqua. Gli stranieri che solitamente prenotavano già per l’inizio dell’estate - rincara la dose De Carlo - non lo stanno facendo, tanto che i grossi portali come Booking, Expedia eccetera, ci stanno chiedendo di fare promozioni, di essere comprensivi con le politiche di cancellazione. Ma, nonostante la nostra disponibilità - continua - non si muove nulla. Ed è comprensibile: nel senso che per come si è gestita dal punto di vista mediatico la questione, è evidente che la gente ha paura di muoversi, gli aeroporti sono vuoti, gli italiani non vengono accettati da alcuni Paesi e gli stranieri non vogliono venire. Anche perché non sempre distinguono il Nord dal Sud Italia o se una determinata regione ha un caso di coronavirus oppure 500».

Un’analisi altrettanto netta è quella del presidente della sezione turismo Confindustria Lecce, Giuseppe Coppola, imprenditore. «La questione - dice - va affrontata in considerazione del danno immediato che stanno subendo le aziende e di quello a lungo termine che potrebbe diventare un danno strutturale ancora più grave». Coppola prende in esame da un lato le perdite a breve e lungo termine e dall’altro distinguendo le competenze governative e quelle regionali. «Giorni fa - racconta - abbiamo ricevuto la cancellazione di un soggiorno in camper di tre settimane a marzo presso la nostra struttura da parte di un cliente svizzero. Il motivo della rinuncia, come da lui dichiarato, sta nel fatto che la sua azienda non ha concesso le ferie per il viaggio in Italia perché questo avrebbe poi comportato il dover concedere ulteriori giorni al rientro per la quarantena». Una situazione paradossale che vede il Paese sempre più isolato.

«È necessario – prosegue - abbassare i toni e far passare un messaggio più tranquillante per i turisti. È necessario inoltre che siano chiare le competenze per un agire più efficace e concreto. Al Governo centrale spetta attivarsi, come già sta facendo, per tutte quelle questioni e misure di natura fiscale in materia di tassazione e sostegno alle imprese. Ci sono poi azioni di competenza della Regione che riguardano aspetti più specifici; come studiare e avviare un piano di promozione straordinario per esempio, attivare una campagna di co-marketing per esorcizzare questa paura di viaggiare in Italia, esagerata e a volte immotivata, considerato che la nostra regione è una delle meno colpite. O ancora immaginare una serie di incentivi a viaggiare in Puglia, anche in co-finanziamento con le stesse imprese, per far ripartire la nostra regione e lanciare l’immagine di un posto sicuro. Sono interventi che possono essere rivolti sia ai tour operator che ai privati; dei ristori o premi per incentivare l’incoming come ad esempio il rimborso del pedaggio stradale o di parte del biglietto aereo per soggiorni di almeno due settimane, magari evitando i mesi centrali della stagione estiva».

E a peggiorare il quadro c’è la sospensione dei voli di American Airlines da e per Milano fino al 24 aprile 2020. Un colpo ulteriore al turismo, visto che con le partenze e gli arrivi degli statunitensi in Italia si parla di un giro d’affari da 2,8 miliardi di euro l’anno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA